1.UN BRIVIDO LUNGO LA SCHIENA

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"Mammaaa....Io esco" Grido, ormai sulla soglia di casa. Cerco di scappare velocemente per evitare l'interrogatorio quotidiano di mia madre. Sento che urla dalla sua camera.
"Dove vai?"
Sbuffo, ogni sera la solita domanda.

"Non lo so, ma c'è Riccardo che mi sta aspettando!Ciao!"

"Non fare tardi!" Replica.

Non rispondo, chiudo la porta, faccio le scale cercando di sistemarmi al volo i capelli e la maglietta. Indosso i soliti jeans blu, un po' a sigaretta, un maglione pesante e la giaccavento nera. Non sono neanche truccata, ed effettivamente mi rendo conto che è da tanto che non lo faccio più.

E' febbraio e fa molto freddo. La nebbia qui in provincia di Novara, e soprattutto a Romentino, è bassa e sono solo le otto e mezza di sera, figuriamoci ora di stanotte. Il mio paese non è molto grande e nemmeno troppo bello, qualche negozietto alimentare, qualche piccolo bar, due parrucchieri e nient'altro di più.
Lentamente percorro la strada del cortile, non devo più scappare dalle mille domande dei genitori, apro il cancello e vedo Riccardo in macchina che tiene un pezzetto di finestrino giù e la sigaretta in bocca.

"Ciao Riky" lo saluto entrando in macchina.

"Ciao Chiara" mi risponde continuando a fumare mentre io mi sfrego le mani dal freddo nella speranza di riuscire a scaldarle al più presto. Mi accorgo che è da tanto che non ci diamo neanche un bacio per salutarci, qualche pensiero cerca di incombere nella mia mente ma lo elimino subito pensando che io e lui, per essere felici, non abbiamo bisogno di baci e abbracci. Noi ci amiamo: baci, coccole, carezze sono adolescenziali, sdolcinate.

"Ehi ma mi stai ascoltando?" Riccardo mi guarda aspettando mie risposte, ma ovviamente la mia mente era impegnata in pensieri troppo contorti.

"Scusami, non ho capito, cos'hai detto?" Faccio il faccino dispiaciuto, non voglio fargli capire che avevo la testa da tutt'altra parte, impegnata a farmi domande sul perché non ci sono più baci e a darmi delle risposte sensate sull'evoluzione della nostra storia.

Riccardo è sempre carino con me, scuote la testa e fa un sorrisino. "Ho chiesto cosa vuoi fare stasera, se vuoi andare dagli altri in piazza mercato o hai intenzione di fare altro!"

Ci penso un po' e, anche se i ragazzi della piazza mercato di Galliate, non mi stanno tutti a genio, opto lo stesso per raggiungerli: è sabato sera, magari si fa qualcosa di carino e poi, ora che ricordo, l'ho promesso a Ludovica di "curare" il suo ragazzo mentre lei è in giro con l'amante. Non sopporto questa cosa che esce con un altro, è mancanza di rispetto per il suo moroso ma, in fondo, un po' sono felice: Mattia se la merita tutta perché è un ragazzo proprio arrogante.

"Andiamo in piazza mercato dagli altri" sorrido e Riccardo parte.

Riccardo mi guarda sorridere e mi chiede a cosa sto pensando, mi conosce talmente bene che ha capito che il mio ghigno era "malefico", così decido di raccontargli di Ludovica e Mattia, effettivamente mi rendo conto che non gli avevo ancora parlato  del mio nuovo incarico di "Babysitter".

"Magari è la volta buona che inizia a non starti più antipatico!" . Esclama sorridendo.

Lo guardo storta, so che sarà impossibile andare d'accordo con uno come lui, siamo due poli opposti: l'estate e l'inverno, il sole e la luna.

Ribatto: "A me non sta antipatico, è che... è troppo arrogante..." mi fermo a pensare e aggiungo "Anche troppo misterioso...".
Guardo la radio, è spenta, l'accendo e metto su Radio Italia perché in questo momento non ho voglia di continuare la conversazione su Mattia, tanto so che Riccardo troverebbe sicuramente qualche lato positivo da questa storia e poi parlare di lui mi innervosisce, non so perché, ma mi manda in ebollizione solo a pronunciare il suo nome.

Arriviamo in piazza mercato e ovviamente il tragitto è stato silenzioso, come sempre, se non queste poche frasi. Probabilmente è da talmente tanti anni che stiamo insieme che non sappiamo più neanche cosa dirci, poi ci sentiamo tante volte durante il giorno che non so più cosa raccontargli quando lo vedo.

Mattia è già lì, figuriamoci: è appoggiato al muretto, scrive qualche messaggio, probabilmente a Ludovica e, nel frattempo, si fuma una sigaretta. Guardo Riccardo che apre la portiera, saluta Mattia ma rimane seduto in macchina. Prendo anche io una sigaretta, scendo e lo saluto. Alza lo sguardo e incrocia il mio e per un istante mi soffermo sulla sua espressione triste e misteriosa, eppure le sue labbra accennano un sorriso: quel sorriso che non so bene perché ma mi fa venire un brivido lungo la schiena e fa accelerare il mio battito.

Mattia lo conosco di vista da diversi anni, da ancora prima che si fidanzasse con Ludovica, mi ha sempre attratto molto, ma mi è sempre stato molto antipatico, lo vedevo alle giostre, quando ancora io non ero insieme a Riccardo. Osservavo ogni suo movimento, era intrigante ma estremamente odioso, nonostante ciò volevo conoscerlo, avevo fatto di tutto per cercare di avere un aggancio con lui, ma nulla, il destino non ha mai voluto. Era il classico bello e dannato. Tutti i pomeriggi di aprile, quando c'era la festa patronale a Trecate, prendevo la bicicletta con Carlotta, ci facevamo qualche chilomentro e andavamo alle giostre, ovviamente i nostri genitori non sapevano nulla perché secondo loro eravamo solo due piccole quattordicenni. Carlotta sapeva che ero attratta da questo ragazzo misterioso col cappello del quale non sapevo né il nome né quanti anni aveva, così, con delle scuse, ho provato ad avvicinarmi a lui ma non mi ha neanche notata. Era molto arrogante. Amava fare le risse, ogni giorno era in mezzo a qualche casino. Dopo quel periodo non l'ho mai più rivisto. Passò qualche anno e Carlotta mi annunciò che, il ragazzo misterioso delle giostre, si chiamava Mattia, aveva la nostra età e che usciva nella compagnia del suo nuovo ragazzo Niccolò. Di lui mi era rimasto solo un dolce amaro ricordo. Ormai era da un paio danni che stavo con Riccardo. Dopo poco Ludovica ha fatto centro nel cuore di Mattia e si misero insieme. Capitava spesso di incontrarlo a casa di Carlotta. Un po' il cuore mi batteva ancora, ma, a conoscerlo mi stava troppo antipatico: maleducato, non salutava mai, sempre sguardo basso e fare da duro. Non era assolutamente il mio tipo, eppure, appena lo vedevo, dentro di me si scatenava una strana sensazione fino a qualche mese fa, quando incontrai Paolo, un nostro carissimo amico con Francesco la serpe, che ci dissero di uscire in compagnia con loro. Accettammo perché ero stufa di stare sempre da sola con Riccardo. Mi ritrovai Mattia in compagnia, Ludovica contentissima, Carlotta un po' meno, non so perchè. Inizialmente cercai di evitarlo. Lo osservavo da lontano, sempre più arrogante ma sempre più attraente. Fino ad oggi..fino ad ammettere a me stessa che la sua arroganza si stava impossessando troppo velocemente e senza controllo di una parte di me.

fino ad ammettere a me stessa che la sua arroganza si stava impossessando troppo velocemente e senza controllo di una parte di me

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