2.I SUOI OCCHI

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Scaccio dal mio corpo il brivido che quel sorriso mi ha fatto provare.

Fortunatamente arrivano anche gli altri miei amici distraendomi dalle strane sensazioni che stavo provando. Almeno non ho avuto il tempo di capire cosa mi stava succedendo.

"Ragazzi oggi ho preso la patente e si deve festeggiare" dice Andrea, mostrandola a tutti.

Mi congratulo con lui. Lo conosco poco e non abbiamo mai avuto occasione di parlare molto, sarà perché è il cugino di Mattia, e al solo pensiero mi ispira poca fiducia e un po' di arroganza anche se Andrea è l'opposto di Mattia: è basso, magro, ha i capelli neri come la pece e porta sempre il crestino, ha gli occhi marrone scuro ed è sempre sorridente, si diverte a raccontare barzellette o a far ridere la gente. Ama il calcio e spesso alla sera si ritrova a fare partite e tornei di calcetto.

Riccardo è ancora seduto in macchina con la portiera aperta. Come ogni sera rimane lì e non scende. Sostiene di avere freddo ma per me è perché il sedile è comodo molto di più di un muretto. Riccardo è nato stanco.

Guardo di nuovo Mattia, non lo sopporto proprio. Mi irrita averlo vicino.

"Andiamo con la mia macchina? Dai Mattia, Riccardo,Chiara e Andrea" dice Max urlando per stimolare la nostra attenzione mentre Niccolò, Lollo, Francesco e Sonia ne prendono un'altra.
Max, è un tipo particolare, non esce molto di casa perché soffre di problemi depressivi a causa di un suo passato molto frenetico e di una sua recente crisi d'identità, a volte urla e dà di matto per niente, ma è un bravissimo ragazzo. Ultimamente continua ad andare dallo psichiatra, i suoi genitori si stanno separando, non ho capito bene il motivo, ma Max ne sta soffrendo abbastanza, di conseguenza le sue crisi sono peggiorate.

Ecco figuriamoci se io non dovevo capitare con Mattia e soprattutto con Max alla guida.

"Riccardo andiamo con la nostra così torniamo prima!!" Dico con la speranza di una risposta positiva ma, come sempre non ha voglia di guidare, e fa finta di non sentirmi.

Salgo in macchina. Mi siedo sul sedile posteriore, in mezzo a Riccardo e a Mattia. All'andata guida Max.
Il bar è in centro a Novara, c'è molta gente nel locale e la musica è abbastanza alta ma non fastidiosa. Ha un grande bancone nero e argento, molto appariscente, con una vasta scelta di alcoolici su mensole di vetro che riflettono in un grande specchio appena dietro e che da un senso di maggiore profondità.
La serata è abbastanza divertente, anzi fin troppo, e mi azzardo a bere qualche bicchiere in più. Non so se sia l'alcool o cosa ma, io e Mattia facciamo tutta sera a parlare e scherzare. Ci facciamo foto e ci prendiamo in giro. Per un attimo non ricordo neppure di avere Riccardo al mio fianco. L'alcool oramai ha preso il sopravvento sulla mia mente e mi fa fare pensieri stranissimi.
Conclusa la serata, intorno all'una di notte, saliamo in macchina per tornare a casa, guida Andrea, l'unico che non ha bevuto. Sono ancora in mezzo a Riccardo e Mattia, che continuano a fare gli sciocchi.

Non capisco cosa mi stia succedendo ma non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, quegli occhi tanto misteriosi, sempre con un velo di sofferenza, ma che forse, non sono poi così pieni di arroganza. In fondo sa anche essere simpatico. Stasera mi ha fatto divertire.

 Stasera mi ha fatto divertire

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