Welcome to Hell

Mi siedo su quello che da qualche mese è diventato il mio trono

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Mi siedo su quello che da qualche mese è diventato il mio trono. Accanto a me ci sono mio padre e mio fratello. La maggioranza dei demoni mi ha accettata come se fossi la cosa migliore che potesse capitargli. Sono felice. Sorrido a mio fratello e poi a mio padre. Ascolto i discorsi dei miei aiutanti. Sono felice. Tento di dare degli ordini che possano essere giusti. Sono felice. Rowena è stata chiusa in carcere perché ha tentato di soggiogarmi con la ciocca di capelli che le avevo dato quando ero coi Winchester. Crowley è libero, scappato da qualche parte. Sono felice. E invece no. Mi manca l'aria. Sento un buco nel petto, ma continuo a sorridere.

Sono con la mia famiglia. Devo essere felice. Sono una regina ora. Devo essere felice. I demoni mi amano e farebbero di tutto per me. O quasi. Devo essere felice.

-E infine mia signora... vorremmo che lei prendesse parte alla ricerca di Crowley perché nessun gruppo è in grado di occuparsene da solo- finisce di parlare il demone. Torno con la testa sulla terra, anzi all'inferno. Mi alzo fingendomi tranquilla e sorrido annuendo

-me ne occuperò io appena potrò. Nel frattempo però gradirei che le ricerche non cessassero- rispondo in modo fermo. Quando sono qui devo fingere di essere una donna ferma e rigida. Devo fingere di stare bene, di essere felice, e di essere stata creata per regnare. Quando il demone annuisce per poi uscire mi giro verso la mia famiglia

-io... sono molto stanca. La mia testa sta scoppiando. Vado in camera mia- sussurro piano e guardando in basso per poi correre fuori. Mi vado a rinchiudere in camera e mi getto sul mio letto respirando forte.

Prendo il telefono dal comodino e digito il numero di Sophia. Squilla per varie volte, ma non risponde. Sono giorni che succede. La chiamo, ma lei non mi risponde. Lascio messaggi in segreteria, ma non mi risponde mai.
Magari è in vacanza e... e non mi risponde perché si sta divertendo con Sam. Mi ha detto che finalmente si sono messi insieme!

Oh ma chi voglio prendere in giro! Sam non ha tempo nemmeno di fare un bagno caldo. Però se è con lui è al sicuro. Almeno spero. Sospirando mi metto su un fianco e poggio di nuovo il telefono sul comodino.

La porta si spalanca. Non mi giro. Non voglio parlare con nessuno. Chiudo gli occhi fingendo di dormire

-so che non dormi. Anche se non siamo cresciuti insieme, ti conosco bene. Usavo anche io questo trucchetto da piccolo- la voce di Ed mi fa riaprire gli occhi. Sento il letto dietro di me abbassarsi e cigolare. Si è steso accanto a me.

-cosa c'è Ed?- domando senza ancora guardarlo dato che gli do le spalle, lui circonda il mio bacino con un braccio e mi bacia una guancia

-mi dici cosa succede?- domanda sottovoce tenendomi stretta a lui. Sospiro portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio

-non lo so cosa succede- sussurro in risposta, continuo a guardare il muro davanti a me. I ricordi mi ritornano sempre in testa, non mi lasciano mai.

"io non ti potrei mai amare Evelyn. Tu sei un demone, un mostro. E io i demoni li uccido" chiudo gli occhi, ma il ricordo del suo sguardo duro nel mio mi tortura

"sei un mostro" ripete ancora e ancora nella mia testa. Da quando sono venuta qui mi sono occupata di tutto. Ho dettato le mie regole, ho parlato con mio padre e mio fratello. Ho riacquistato i miei ricordi e ho sistemato tutto ciò che c'era da sistemare. Tutto tranne il mio cuore. Ogni volta che vengo in camera e sono sola la sua voce, il suo sguardo, le sue parole... mi uccidono ogni volta. Davanti a tutti mi fingo forte e senza punti deboli. Ma quando mi ritrovo da sola... scoppio a piangere e passo tutta la notte in lacrime.

-Con me puoi parlare, sorellina- sussurra ancora Ed accarezzandomi un fianco. Mi giro dall'altro lato e guardo mio fratello negli occhi

-non ho nulla. Sto bene- dico piano sorridendo. O almeno ci provo. Lui mi accarezza una guancia scuotendo la testa

-non ci casco. Cosa succede Eve?- domanda ancora lui, dolcemente, e io sbuffo mettendomi sulla schiena per guardare in alto.

-Credevo che provasse qualcosa per me. Non dico che doveva amarmi, ma... dirmi che non avrebbe mai potuto farlo perché per lui sono un mostro... è esagerato. Sento ancora le sue parole nella testa Ed. Aveva ragione? Sono un mostro? Non so più nulla, solo che mi stavo davvero affezionando a lui- spiego, la vista inizia a diventare offuscata di nuovo. Mio fratello mi lascia un bacio sulla tempia sospirando e mi stringe a sé teneramente. Sento il suo profumo di menta sotto al naso, e mi fa sentire bene. Ma non come quello di Dean.

-Tu non sei un mostro tesoro. Sei una persona fantastica. Una regina fantastica, una sorella fantastica. Sei bellissima e sei la ragazza più dolce e gentile che abbia mai conosciuto- tenta di consolarmi. Mi passa le dita sulle guance, non mi ero accorta di star piangendo!

-Starai bene prima o poi. Ti sei innamorata perché lui era un bel visetto che ti ha salvata quando ne avevi bisogno- spiega dolcemente, sospiro annuendo e mi tiro a sedere

-fumo una sigaretta- sussurro poi alzandomi. Quando ero con i Winchester avevo quasi smesso di fumare, ma da quando sono qui ho ripreso a farlo come prima.

Edward sospira alzandosi e, dopo avermi baciato la testa, esce silenziosamente dalla stanza. Rimango qualche minuto a guardare il muro, la testa persa nei ricordi. Aspiro e poi butto fuori il fumo sospirando.

Finisco la sigaretta e decido di accenderne un'altra. Faccio il primo tiro, poi mi alzo e decido di uscire di qui. Non ce la faccio più a stare chiusa, mi sembra di impazzire. Inizio a girovagare per i corridoi fumando lentamente. Voglio far durare questa sigaretta il più a lungo possibile.

Qualche volta mi fermo a dare qualche ordine o qualche consiglio, cammino senza una meta. L'importante è non rimanere ferma in un posto perché altrimenti impazzirei.

Entro in una sala, è per lo più vuota. Occupata solo da un tavolo e qualche sedia. La usiamo per quelle che io chiamo conferenze. Faccio per uscire ma finalmente lo noto. Alto, capelli castani lunghi. Camicia di flanella a quadri. Mi da le spalle ma lo riconoscerei ovunque.

-Sam-

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