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Dad is dead?

Apro gli occhi lentamente, Sophia dorme rannicchiata contro il mio corpo

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Apro gli occhi lentamente, Sophia dorme rannicchiata contro il mio corpo. Mi alzo attenta a non svegliarla e mi lavo per poi indossare velocemente un jeans e una maglia bianca larga. Infilo le scarpe ed esco.
La sala del trono è ancora vuota, il che è strano perché di solito mio padre è già operativo a quest'ora. Inizio a preoccuparmi, magari sta male. Vado velocemente verso la sua camera e la apro, vuota.
Provo a chiamare Ed ma è irraggiungibile. Nervosa torno nella sala del trono e chiamo qualcuno per farmi spiegare cosa succede.

-Buongiorno signora, cosa posso fare per lei?- domanda una voce femminile, alzo il viso vedendo una donna guardarmi. Non ricordo il suo nome.

-Buongiorno. Vorrei sapere perché mio padre non è qui e mio fratello nemmeno. Sai se sono andati a fare qualcosa di preciso?- domando preoccupata, mi torturo le dita nervosamente.
Il demone boccheggia qualche attimo, ora ho davvero paura.

-Il signor Ed ha detto solamente che aveva un affare da sbrigare signora, pensavamo l'avvertisse lui perché non ci ha dato ordini precisi- risponde poi, io annuisco in parte tranquilla.

-E mio padre?- domando poi, la voce ferma differentemente dal mio corpo che trema. La donna mi guarda spaventata.

-Non lo ha saputo signora? Io... suo padre è morto. Crowley lo ha ucciso pochi giorni fa quando ci ha attaccati- spiega, tutte le mie certezze diventano realtà quando parla. Stringo le dita sulla sedia tentando di mantenere la calma.
Annuisco senza parlare, la guardo uscire veloce e spaventata dalla sala. Rimango sola. Mio padre è morto. Mio padre è morto.

La porta viene spalancata e vedo Sophia corrermi incontro, la guardo fredda. Voglio stare sola, non posso mostrarmi debole o sarà la mia fine.

-Ti prego sta lontana- sussurro allungando le mani in avanti. Sophia si ferma confusa

-Eve io... ho appena saputo- dice muovendo un passo verso di me mentre indica verso le sue spalle forse per indicare il demone che poco fa era con me. Scuoto la testa guardandola dura

-lasciami sola Sophia. Non voglio parlare- dico dura. Mia cugina mi guarda ferita, ma annuisce e va via svelta.Non so quanto tempo rimango seduta a guardare il vuoto. Minuti, ore, giorni.

Nessuno osa entrare. Provo più volte a rintracciare Ed ma non risponde. All'ennesimo tentativo finito male lancio il telefono contro il muro nervosa e mi prendo la testa tra le mani lasciando che le lacrime mi sfuggano. Mio padre è morto.

Porto le mani intorno al mio corpo stringendo mentre mi rannicchio sul trono. Io non ero qui a proteggerlo. Mio padre è morto.

Le lacrime scendono incessanti lungo le mie guance, inizio anche a singhiozzare ma nessuno entra. La porta rimane chiusa.
Il mio telefono squilla. Ci corro incontro sperando sia Ed, ma è Dean. Deve aver saputo da Sophia e mi starà chiamando preoccupato. Non posso parlare con lui. Lascio suonare il telefono accorgendomi di aver fatto rompere lo schermo lanciandolo prima. Mi siedo per terra con la schiena contro il muro. Porto le gambe al petto e poggio i gomiti sulle ginocchia portandomi le mani tra i capelli.
Il telefono smette di squillare per poi riprendere pochi attimi dopo. Lo ignoro chiudendo gli occhi per trattenere le lacrime. Sento bussare alla porta, Sophia fa capolino

-posso?- domanda con voce bassa, la guardo entrare mentre mi asciugo le guance e mi tiro in piedi prendendo il telefono che continua a suonare.

-Hai informato Dean?- domando, la voce esce piatta dalla mia bocca. Sophia annuisce senza parlare e si avvicina a me

-sì io... pensavo dovesse saperlo- risponde a voce bassa. Annuisco, prendo un sospiro e cammino di nuovo verso il trono. Va tutto bene Eve. Va tutto bene. Se continuo a ripetermelo me ne convinco.

-Soph, apri le porte. Devo occuparmi del regno- sussurro, mia cugina mi si avvicina provando a parlare per opporsi ma non voglio parlare ancora di questo. Non posso permettermelo.

-Va tutto bene. Apri le porte e falli entrare- aggiungo quindi, lei sospira abbassando il viso per poi andare ad aprire le porte della sala.

Problemi. Infiniti problemi. Infiniti inutili problemi. Passo il mio tempo a risolverli, non lascio che le emozioni traspaiano dal mio viso. Ho pochi demoni dalla mia parte, non posso perdere anche loro. Alla fine, esausta, mi chiudo nella mia camera e mi poggio sul letto chiudendo gli occhi per qualche attimo. E crollo di nuovo.

Il mio telefono squilla, guardo lo schermo. Ed. Rispondo in lacrime

-Ed- singhiozzo, lui non parla. -Ed nostro padre è morto. L'ho saputo questa mattina. Tu lo sapevi già? Perché non me lo hai detto? E perché sei scomparso- parlo velocemente e singhiozzando. Le lacrime mi sfuggono. Mio fratello sospira

-nostro padre è stato ucciso da Crowley sorellina, mi sto occupando di questo al momento ma non ho ancora una pista. Chi te lo ha detto?- domanda poi, io singhiozzo rannicchiandomi nel letto

-un demone. Ed ti prego torna. Ce ne occuperemo insieme, ho bisogno di te- sussurro piano, lui appare in un attimo. Lascio il telefono e mi getto tra le sue braccia singhiozzando. Mi alza da terra stringendomi forte

-è morto- sussurro contro il suo collo, lui sospira andando a sedersi sul mio letto

-troveremo Crowley e lo uccideremo, va bene? Si pentirà di ciò che ha fatto sorellina. Ma devi essere forte. I demoni rimasti sono pochi, non possiamo perderli perciò non farti vedere così da loro- sussurra dolcemente accarezzandomi una guancia, io annuisco asciugandomi il viso

-ci ho già pensato, ho retto tutto il giorno ma non ne potevo più Ed. Ero distrutta- rispondo e lui mi bacia la fronte stringendomi di nuovo a sé mentre si lascia cadere sul letto con la schiena.

-Ora ci sono io con te, sorellina. Non sei sola. Calmati- sussurra giocando coi miei capelli, mi stringo a lui mentre i singhiozzi pian piano si calmano.

-Sophia è qui, ma non ho parlato con lei. L'ho trattata malissimo- sussurro dopo qualche minuto, lui mi porta accanto a sé e fissa i suoi occhi nei miei

-domani allora ti scuserai con lei, poi parleremo e vedremo cosa fare con Crowley. Andrà tutto bene, te lo prometto. Ora dormi un po'- dice serio, io annuisco abbracciandolo. Mi lascio cullare dal suo respiro e dal calore e la sicurezza delle sue braccia. Mi addormento in un attimo.

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