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Sam Winchester

Entro in una sala, è per lo più vuota

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Entro in una sala, è per lo più vuota. Occupata solo da un tavolo, qualche sedia. La usiamo per quelle che io chiamo conferenze. Faccio per uscire ma finalmente lo noto. Alto, capelli castani lunghi. Camicia di flanella a quadri. Mi da le spalle ma lo riconoscerei ovunque.

-Sam- sussurro, i miei occhi sgranati dalla sorpresa. Com'è arrivato qui? E cosa vuole? Lui non si gira e per un secondo penso di girarmi e scappare via. Correre a rinchiudermi da qualche parte. Ma appena muovo un piede vengo richiamata da qualcuno

-signora, volevo avvisarla che il gruppo di Crowley è stato avvistato l'ultima volta la scorsa notte a Miami. Faremo di tutto per trovarlo- esclama una voce. Mi giro e annuisco sorridendo.
Da quando Crowley è andato via la maggior parte dei demoni sono con me, sì, ma c'è ancora un piccolo gruppo che è dalla sua parte e rubano le anime delle persone anche quando non c'è nessun patto. E ciò non posso tollerarlo.

-Come ho già detto da domani inizierò le ricerche io stessa. Quindi grazie mille- rispondo e il demone con le sembianze di un bel moro dagli occhi azzurri mi sorride e va via.

-E così sei una regina- dice una voce. Avrei tanto voluto fosse solo nella mia mente ma non lo è. Mi giro a guardare Sam aspirando ancora dalla sigaretta quasi finita.

-Sam Winchester... Cosa ti serve di così importante da farti scendere fino all'inferno?- domando camminando verso di lui. Mi preoccupo che la porta sia ben chiusa, poi gli indico di sedersi

-ho chiesto a qualcuno di portarmi qui- si scusa con gli occhi lasciandomi capire che uno dei miei è stato torturato. Scrollo le spalle annuendo

-per quale motivo?- domando ancora, più tempo passo con lui più sarà difficile dopo salutarlo. E non posso proprio permettermi un altro motivo per star male.

Sam sospira giocando nervoso con le sue mani, poi ne passa una tra i capelli ancora più lunghi e alza gli occhi fissandoli nei miei

-si tratta di Sophia- risponde e a questo punto non posso far altro che dargli tutta la mia attenzione. Avevo ragione a preoccuparmi allora. Che cosa le è successo? Sta bene? L'aria inizia a mancarmi. Devo prendere di nuovo il controllo. Sospiro facendo l'ultimo tiro alla sigaretta per poi metterla nel posacenere

-cosa le è successo?- domando seria incrociando le mani e iniziando a torturarmi le dita. Evelyn datti un controllo!

-Lei... beh lei... io... dovevamo uscire e l'ho lasciata a casa per potersi cambiare. Sono tornato al bunker per lavarmi anche io dato che ero tornato da una caccia lunga una settimana... solo che poi sono tornato a prenderla e... la casa era sotto sopra. C'era disegnato un sigillo, credo glielo abbia insegnato tu, e... ho visto del sangue. Ho pensato di avvisarti subito perché- spiega nervoso. Ha iniziato a dondolare su e giù con la gamba. Sigillo...

-sigillo anti demone?- domando preoccupata e lui annuisce per poi alzarsi. Mi alzo con lui annuendo e fingendo una calma che non possiedo per nulla

-come avrai sentito prima da domani dovrò tornare sulla terra ad occuparmi di Crowley. Posso occuparmi anche di questo. Porterò mio fratello e qualcuno dei migliori con me- dico per poi girarmi dandogli le spalle

-Eve, aspetta!- esclama Sam quando poggio la mano sulla maniglia. Ero ad un passo dall'andarmene. Ero quasi libera dal senso di oppressione. Mi costringo a girarmi verso Sam fingendo un sorriso

-c'è altro?- domando rigida e per un attimo vedo il suo sguardo confuso, poi scuote la testa addolcendosi

-no ma... ecco io... non ti vedo da tanto e... beh, insomma, dopo- balbetta insicuro, ma io ridacchio scuotendo la testa

-va tutto bene Sam. Non ce l'ho con te. E nemmeno con tuo fratello se lo vuoi sapere. Anzi vi sono grata per tutto ciò che avete fatto per me e voglio che sappiate che vi devo la vita. Ma le nostre strade si sono separate ormai- dico gentilmente ma senza tradire nessun sentimento. Rimango rigida e mi aggrappo alla maniglia perché se la lasciassi crollerei a terra singhiozzando. Mi è mancato così tanto. Mi mancano così tanto!
Lo vedo annuire piano per poi abbassare il viso

-se lo dici tu... ma sappi che se dovessi avere bisogno di qualcosa... anche per le ricerche... io e Dean ti aiuteremmo con piacere- tenta di essere gentile e di continuare la conversazione. Mi guarda con quelli che Dean chiamava "occhi da cucciolo", li faceva sempre quando litigavano su qualcosa perché sapeva che il maggiore non sapeva resistere a quegli occhi.

-No, grazie! Io sto bene così- mi affretto a dire e quando finalmente lo vedo annuire e rimanere in silenzio mi affretto ad aprire la porta. Ma quando sono pronta ad andare via lui parla ancora

-mi dispiace Eve. Per tutto- lo sento sussurrare con voce triste, non devo girarmi. Gli occhi iniziano a pizzicare e se mi girassi scoppierei a piangere. Cioè scoppierei a piangere lo stesso, ma lui non deve vedermi così.

-Anche a me Sam- rispondo veloce e a bassa voce perché trema e non voglio che lo senta. Dopo di che inizio a correre verso la mia camera.

Mi ci rinchiudo e appoggio la schiena alla porta respirando a fatica. Alzo gli occhi in alto tentando di calmarmi. Non devo piangere. Va tutto bene. Sto bene anche senza di loro. Sto bene da sola. Continuo a ripetermelo per qualche minuto. Quando finalmente mi sono calmata mi decido ad allontanarmi dalla porta e preparo una borsa con qualche vestito e qualche arma.

La porta viene spalancata

-Eve- la voce di mio fratello. Mi giro a guardarlo sforzandomi di sorridere, ma lui lo capisce e corre ad abbracciarmi. Scoppio tra le sue braccia. Piango singhiozzando per qualche minuto, poi mi calmo e alzo il viso per guardarlo

-domani vado sulla terra. Sophia è in pericolo e vorrei che tu venissi con me- propongo tentando di dare un tono alla mia voce ancora spezzata per via delle lacrime. Respiro con calma e lui mi accarezza le guance asciugandole dolcemente. I miei occhi fissi nei suoi

-E il regno?- domanda in un sussurro, a ciò non avevo pensato ma credo che papà sia perfettamente in grado di occuparsene. Infondo ne sa più lui di me su cosa si deve fare. Io sono brava, ma lui lo è molto di più.

-Papà se ne occuperà- rispondo con poca voce. Lui annuisce stringendomi a sé e mi bacia la testa dolcemente. Mi fa sentire protetta. Chiudo gli occhi godendomi il suo profumo e la sua presa

-ne parleremo a tavola. Dai andiamo- dice dolcemente ed io annuisco passandomi ancora una mano sul viso per potermi asciugare le guance.

Andrà bene.

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