Taehyung e Jimin: nove anni
"Kim Taehyung, sai la risposta?"
Taehyung che aveva passato tutto il tempo a disegnare sul banco si alzò di scatto e guardò la lavagna cercando di capire di cosa si stesse parlando.
"Non ho capito." rispose cercando di convincerla.
"Tu non capisci mai." uno dei suoi compagni sussurrò non abbastanza piano e Taehyung lo sentì. Strinse il pugno e si sedette subito.
"Non fa niente, l'importante è che stai attento ora." disse lei ignorando l'insulto dell'altro bambino e iniziando a spiegare di nuovo. Ma Taehyung non avrebbe ascoltato neanche questa volta, non perché si annoiava ma perché si sentiva arrabbiato dopo quello che era successo.
"Stai bene?" gli chiese Jimin, che era seduto accanto a lui.
Taehyung annuì e si girò dall'altro lato, restandoci fin quando non finì la lezione. Appena suonò la campanella prese le sue cose e si avviò fuori.
"Tae, aspetta!" sentì la voce di Jimin e si fermò subito. "Hai dimenticato che devi venire a casa mia oggi?"
"Posso venire un'altra volta?"
"Ma che ti prende?"
Taehyung lo guardò negli occhi come per trasmettergli i suoi pensieri, anche se Jimin aveva già capito. Senza dire una parola di più lo abbracciò.
"Va tutto bene."
Taehyung annuì e si avviarono insieme verso l'esterno dove la mamma di Jimin li aspettava per prenderli e portarli a casa.
Durante il tragitto lei continuava a rivolgergli domande su domande e per quanto a Taehyung stesse simpatica quel giorno non si sentiva dell'umore per scherzare, in realtà non voleva neanche andare a casa di Jimin.
Arrivati lei si diresse in cucina a preparare il pranzo e i bambini nella stanza da letto a posare gli zaini.
"Taehyung, stenditi sul letto." il più piccolo era confuso ma lo fece e Jimin si mise sopra di lui.
"Che stai facendo?"
"Tu - devi smetterla di essere triste!" gli disse sorridendo e iniziando a fargli il solletico.
Taehyung scoppiò subito in una risata e Jimin quasi non voleva smettere perché gli piaceva vederlo ridere così, ma appena l'altro bambino gli chiese di riprendere fiato lo lasciò subito in pace.
"Non sono triste." gli fece sapere. Non sapeva neanche lui se era vero o no, ma si sentiva in colpa a tenere il muso davanti al suo migliore amico. "Però ho fame."
"Senti. Dopo pranzo possiamo andare al parco? È importante."
Taehyung annuì.
Mangiarono e finirono i compiti in fretta, Jimin era emozionato per l'uscita al parco e Taehyung non capiva cosa stesse succedendo. Dopo aver preso dell'acqua si avviarono.
"Sai cosa odio del parco?" chiese Taehyung.
"Le persone?"
"Anche quelle." sorrise. "Ma mi riferivo al fatto che è davvero lontano."
"Appena arriviamo alla fontana ci fermiamo, riposiamo e facciamo una gara a chi arriva prima."
"Ma è pericoloso."
Jimin sbuffò. "E allora?"
"E allora." cominciò. "Non puoi farti male per cose stupide."
"Quindi niente gara?" chiese indicando la fontana e cambiando espressione dopo aver visto l'occhiataccia rivoltagli dall'altro. "Okay, scusa."
Arrivarono e si misero sulle altalene come al solito. Taehyung aveva trovato un ramo più lungo degli altri e lo aveva preso per disegnare sulla terra. Anche se più che disegnare, continuava a punzecchiarla sperando di riuscire ad intrattenersi.
Un gruppo di bambini stava arrivando e lui sentiva già di voler andarsene ma Jimin gli prese la mano facendolo sobbalzare. "Vieni con me."
"Che fai?"
"Tranquillo."
Camminarono verso di loro, non li aveva mai visti prima. "Lui è Taehyung. Taehyung loro sono Jungkook e Hoseok."
"E allora?"
"Possiamo essere amici?" chiese Hoseok. "Se vuoi."
Taehyung sorrise. "Okay."
Si strinsero la mano e giocarono insieme per un po', fin quando non si fece quasi buio.
"Jimin, ho paura, portami a casa." gli sussurrò Taehyung. "Sono stanco."
Stavano camminando fianco a fianco per quella strada ormai illuminata quasi solo dalla luce proveniente dai lampioni quando Taehyung parlò. "Mi spieghi cosa ti è saltato in mente?"
"Come?"
"Quei due. Io.. non volevo."
"Non volevi conoscerli? Sono bravi e ti hanno trattato bene. Sembravi contento, pensavo lo fossi davvero."
"Tu non capisci. Non sono come t-" fece una pausa non sapendo più cosa dire. "Non sarò mai come te Jimin."
"Non devi essere come me."
Taehyung non rispose. Continuò a camminare fino a vedere la casa di Jimin. "Penso dormirò con te stanotte, mia madre non verrà mai a prendermi ora."
"Casa mia è casa tua."
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growing up - vmin
Fanfictiondove Taehyung e Jimin sono amici d'infanzia e crescono insieme. pubblicata il 14/07/2017 conclusa il 09/08/2017
