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Jimin dopo quello che era successo non era riuscito a mangiare, a dormire o a fare qualunque altra cosa. Non aveva neanche provato a contattare la sua ragazza - anzi, ex - visto che non ne sentiva il bisogno. E oltretutto sapeva che lei lo considerava schifoso, quindi non avrebbe avuto senso provarci.

Era arrabbiato con Taehyung, non perché era stata colpa sua ma perché lo aveva fatto sentire in quel modo e lo stava ancora facendo sentire strano, pensare a lui lo faceva sentire peggio. Sapeva che doveva vederlo, parlargli e che se non avrebbero risolto non si sarebbe ripreso, però non riusciva a farsi coraggio.

Era passato un giorno intero dalla loro ultima conversazione e la mattina seguente il ragazzo si trovava ancora sotto le coperte, non sarebbe uscito dalla sua stanza se non per estrema necessità.

Non voleva più farsi vedere da nessuno.

Come avrebbe fatto a tornare a scuola? A parlare con i suoi amici? Magari loro non avrebbero neanche voluto essere suoi amici visto quello che aveva fatto. Stava pensando a come comportarsi ora ma non aveva riflettuto un secondo di più sul perché avesse reagito così, l'idea di provare qualcosa per Taehyung lo terrorizzava. Era il suo migliore amico, aveva promesso lo sarebbero stati per sempre, come aveva potuto comportarsi così? Avrebbe rovinato tutto. Taehyung meritava di meglio.

Il più piccolo era a casa e al contrario di Jimin stava lavorando al computer, stava solo sistemando delle cose per la scuola ma almeno si distraeva.

Invece no, perché neanche lui aveva pensato ad altro per tutto il giorno precedente, e neanche dopo averci dormito sopra si era schiarito le idee. Ormai pensava che Jimin lo avrebbe ignorato per sempre.

Eppure sapeva che non era colpa sua, che era stato lui a fare il primo passo e che non doveva sentirsi male per lui. Ma come poteva non provare pietà?

Sentì suonare alla porta, era solo in casa e sua madre non sarebbe ancora tornata quindi corse subito per vedere chi fosse.

"Jungkook." lo salutò aprendo la porta e facendolo entrare. Non ne avevano ancora parlato, eppure sapeva che era lì per discutere di quella situazione.

Jungkook non disse niente, lo abbracciò e Taehyung si sentì subito meglio. Allora lui non lo odiava.

"Mi spieghi cosa è successo?"

"Suppongo tu ne abbia sentito parlare." ridacchiò Taehyung allontanandosi e raccontandogli tutto.

"Ma tu provi qualcosa per lui?" chiese, Taehyung scosse la testa.

"Io non lo so." mormorò. "Siamo amici da sempre, pensarci mi fa sentire.. sporco."

"Taehyung, non puoi continuare a pensarla così solo perché siete amici d'infanzia, anche se ti piace e lui ricambia non sarà un problema." disse. "Insomma, sarebbe ancora più bello, no?"

"No Jungkook."

"Perché?"

"Perché." cominciò, tirandosi le ginocchia al petto e rimanendo così. "Jimin mi odia."

Lui aggrottò le sopracciglia. "Ti ha baciato, perchè dovrebbe odiarti?"

"Mi odia perché mi piacciono i ragazzi, tutti lo fanno." disse indicando il telefono. "Guarda quanti insulti mi hanno inviato in anonimo."

"In anonimo, lo hai detto anche tu." disse sorridendo. "Taehyung capisci che sono degli stronzi senza palle? Ti stanno insultando in anonimo, non ti sembra un gesto da bambini? Una persona matura si comporterebbe così?"

"No ma -"

"No, appunto." lo interruppe. "Non sei tu che sei sbagliato, vai bene così come sei."

growing up - vminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora