capitolo 3

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Dio aveva davvero altri piani per me perché, sinceramente, non avevo intenzione di far succedere tutto ciò. Tutto quello che volevo era uscire con Carly e divertirmi per una santa volta. Ma no, Dio vietò di darmi la fortuna che non avevo mai avuto. Già, niente fortuna quindi perché la mia vita avrebbe dovuto travolgersi per una serata?

Ci stetti un po' per mettere tutti i pezzi insieme e capire cosa fosse appena successo. Lo shock corse nelle vene nel secondo in cui vidi il sangue colare dalla testa del ragazzo collassato al suolo, il suo corpo completamente senza vita. 

Sentendo il mio stomaco contorcersi dall'orrore, mi morsi il labbro inferiore, la mia mano istintivamente tappò la mia bocca impedendomi di urlare. 
Non potevo respirare, non potevo muovermi e non potevo distogliere lo sguardo dalla visione che avevo davanti. Le mie ginocchia sembravano gelatina e i miei piedi sembravano fossero stati cementati a terra.

Tutto quello che potevo fare era maledire la mia vita al massimo. 

Sentendo il fruscio e frastuono delle foglie, feci in tempo a sollevare lo sguardo per vedere danger guardare dalla mia parte, i suoi illeggibili occhi. 
Subito la paura si impadronì di me.

La mia gola diventò secca nel momento in cui iniziai a scuotere la mia testa cercando di far capire che non avessi visto niente. Sussurrò velocemente qualcosa ai ragazzi intorno a lui prima di avanzare a passo svelto verso la mia direzione senza che nessuno lo notasse. In quel momento capii che la mia strategia non aveva funzionato. 

Discussi con me stessa su cosa fosse meglio fare ma non volevo rischiare di morire. Alla fine, non ora. 
Avvolgendo il suo braccio intorno alla mia vita, ansimai dallo spavento quando mi gettò sulla sua spalla come un sacco di patate. Successe così velocemente che non ebbi il tempo di realizzare cosa era successo, finché non mi fece sedere sul sedile dei passeggeri di quella che sembrava essere la sua macchina. 

Se ero spaventata prima, adesso ero terrorizzata.

Non sapendo cosa fare decisi di stare seduta lì immobile mentre i miei occhi si guardavano intorno cercando di vedere qualcosa che sarebbe potuto risultare pericoloso per la mia vita. Tipo ... un coltello? Una bomba? Un'altra pistola magari? Ma niente catturò i miei occhi. Lasciai uscire dalla mia bocca un sospiro di sollievo il quale rimpiansi nel momento in cui la porta di fianco a me si aprì e il pericolo in persona si sedette.

Non sembrava troppo contento.

Senza dire una parola accese la macchina per poi guidare fuori dall'area in cui era parcheggiata. Il mio corpo si contrasse e il mio cervello iniziò a elaborare. "Dove mi stai portando? Mi ucciderai? Oh dio, non voglio morire ..." Borbottai al pensiero di essere uccisa. Il mio corpo spezzettato in mille pezzi e gettato nel bosco dove nessuno lo avrebbe mai potuto trovare ...
"Stai zitta, ok?" Disse duramente, la sua voce uscì con un tono così freddo che mi fece azzittire subito.

Sentivo la tensione nella macchina mentre strusciavo le mie mani l'una contro l'altra mordendomi il labbro inferiore per fare in modo di non dire un'altra parola, ma ne avevo il bisogno. Avevo il bisogno di sapere cosa stava succedendo. 

"Hey, uhm, Danger?" Mi schiaffeggiai mentalmente a quanto stupida potevo essere sembrata. "Amico, qualunque sia il tuo nome, mi dispiace di essermi intromessa ma io devo davvero tornare a casa. E' tardi e quando i miei genitori realizzeranno che sono sgattaiolata fuori casa, morirò. Letteralmente."

Tutto quello che ricevetti fu una risatina la quale mi fece aggrottare la fronte. "Che c'è di divertente?"

"Tu." Lanciò uno sguardo allo specchietto laterale, un sorriso sulle sue labbra mentre si girò dalla mia parte per un secondo prima di ritornare a guardare la strada di fronte a se. 
"Io?" Mi grattai leggermente il collo in imbarazzo, "Perché?"
"Sei sulla macchina di qualcuno il quale ha appena commesso un omicidio e tutto quello a cui tu riusci a pensare è ricevere delle punizioni ... dai tuoi genitori?" Mi guardò, tutta la sua attenzione su di me mi mise a disagio, ingoiai la saliva che mi si era formata in gola.

"Uhm, beh, vedi i miei genitori sono molto più spaventosi di te, amico. Credimi quando dico che tu non sei niente in confronto a loro sul fatto di spaventare qualcuno. Inoltre tu avrai le tue ragioni per aver fatto quello che hai fatto e va bene. Finché rimango viva, non mi interessa. Ma quello non succederà se i miei genitori scoprono che sono fuori."

"Lasciami dire che sei una ragazza strana." Rise cambiando posizione sul sedile per poi guardare di nuovo nello specchietto laterale.
"Sì beh, tu non sei l'unico che cammina nel parco." Mormorai appoggiando il gomito sul bracciolo per poi farmi supportare il mento dalla mano.
"Non mi conosci neanche," Protestò.
"So e ho visto abbastanza per conoscerti come guaio." Ammisi mordendomi l'interno della guancia.

"Fammi indovinare, hai sentito parlare di me?" Alzò il sopracciglio mentre mi girai a guardarlo.
"Sì. Più di quanto volessi. Credimi," Sollevai la mano libera lasciando capire che non volevo sentire altro mentre scossi la testa per poi riappoggiarla sulla mia pancia.

"E tu credi a loro?" Strinse le labbra, i suoi occhi puntati sulla strada mentre sterzò su un'altra corsia. Mantenne la mano destra sulla parte inferiore del volante mentre il braccio sinistro teneva la parte superiore lasciando la sua mano raggiungere la tasca del suo giacchetto di pelle.

"No ..." Risposi ripensando all'argomento che avevo avuto con Carly alla festa. Però questa volta l'avevo visto uccidere qualcuno ...
"Bene," Tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette, lo aprì e ne estrasse una. Posandola in mezzo alle sue labbra l'accese. Rimise il pacchetto nella tasca, "Perché sono sicuro che la verità è molto peggio." Aggiunse facendo uscire un perfetto anello di fumo dalle sua labbra.

Danger (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora