capitolo 62

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Justin's Point of View:

Il pezzo di carta che avevo in mano scricchiolò sotto le mie dita, il colore scomparì dalla mia faccia, la rabbia cominciava a crescere dentro di me a causa di quello che era appena accaduto.

Girandomi sui tacchi, ritornai dentro la casa, la mia mente era completamente offuscata. Non sapendo cosa fare o dire, lasciai che la frustrazione prendesse la meglio. "Bruce, John, Marco, Marcus! Portate qui i vostri culi ora!" Abbaiai attraverso le stanze e in un secondo me li ritrovai tutti davanti, confusi e curiosi allo stesso tempo.

"Cosa è successo? Che c'è?" Mi chiese Bruce, facendo un passo avanti verso di me, i suoi occhi riuscirono a capirmi, e subito un flash gli attraversò il viso. "Chi è morto?" Mi chiese, ma sentivo dietro le sue parole che aveva già capito.

Agitai le mie mani davanti a loro. "Perchè non vai a controllare tu stesso?" Dissi, prima di indicare la porta e mettere le mani nelle tasche dei pantaloni.

Aggrottando le sopracciglia, Bruce mi passò di fianco prima di arrivare alla porta d'ingresso, i ragazzi lo seguirono. Mi girai per vederli e notai subito i loro corpi raggelare alla vista del corpo morto di Kayla.

"Che cazzo?" Sputò Bruce inorridito. "Chi cazzo è stato?"

"Kayla?" Disse Marco inorridito, facendo un passo indietro e non credendo a quello che stava vedendo.

"Non è tutto." Camminai verso Bruce, il quale prese esitante il pezzo di carta che tenevo tra le mani prima di aprirlo e leggere "la tua ragazza sarà la prossima" ad voce alta. I suoi occhi divennero duri e cupi mentre mi guardava interrogativo. "Chi è stato?"

Sussultai. "Non ne ho idea cazzo." Prendendo il pezzo di carta dalle mani di Bruce, lo sventolai davanti a John prima di avvicinarmi di nuovo al corpo di Kayla. "Stavo parlando al telefono con Kelsey quando è suonato il campanello. Aspettavo che voi andaste ad aprire, ma visto che non vi siete neanche mossi, sono andato io. Non avevo visto all'inizio fino a quando non ho guardato in basso e ho notato Kayla che giaceva ai miei piedi. Quello che non mi aspettavo era di trovarla morta e che qualcuno minacciasse ancora Kelsey con un fottuto pezzo di carta." Dissi trattenendomi. "Chiunque sia questa persona, vuole morire." Sputai.

"Queste sono solo cazzate." Ringhiò John scuotendo la testa. "Noi abbiamo mai fatto una pausa?" Dando il pezzo di carta a Marco, John si mosse verso Bruce, guardando il corpo morto di Kayla. "Voglio dire, chi cazzo può aver ucciso Kayla?"

"Volevano mandarci un messaggio." Dissi schifato. "Chiunque sia stato, voleva farci capire che possono riuscire a prendere tutti...inclusa Kelsey" 

"Questo è fottutamente ridicolo." Bruce lasciò uscire un sospiro frustrato, facendo scorrere le sue dita tra i capelli. "Chi può avere le palle di metterci nella merda in questo momento?"

"Qualcuno che ovviamente vuole morire di una morte lenta e dolorosa." dissi, ringhiando.

Ed è una cosa sapere chi possa esserci dietro tutto questo. Un'altra è non averne idea.

Gettando il pezzo di carta da una parte, Marco si intromise. "Aspettate, che cazzo facciamo con lei?" Marco indicò Kayla, per poi guardarci.

Grugnii. "Non possiamo tenerla qui. Lei è morta cazzo." Camminai fino a dare un colpetto al piede di Kayla. "John vai ad accendere la macchina. Dobbiamo sbarazzarcene prima che qualcuno qui intorno veda qualcosa."

"Ha ragione...non abbiamo tutto il giorno." Spostandoci da una parte, Bruce corse verso la porta sparendo dietro l'angolo, mentre mi chiedevo cosa avesse in mente e lo aspettavo.

Quando tornò, io e Marcus prendemmo il corpo di Kayla e lo mettemmo all'interno di una sacca fatta appositamente per i corpi prima di metterla in macchina. Alzammo il portellone del portabagagli e sistemammo il corpo all'interno, prima di chiuderlo e sederci nei posti posteriori dell'auto.

Non era tanto lontano il fiume e il fatto che fosse quasi mezzanotte ci facilitava le cose, perchè sapevamo che nessuno era in giro a quell'ora e quindi non ci avrebbe visto anima viva.

Parcheggiando la macchina in un parcheggio libero, uscimmo dalla macchina, camminando verso il portabagagli. Lo aprimmo e tirammo fuori il corpo di Kayla, poi camminammo fino alla riva del fiume.

"Al mio tre tiriamo il corpo in acqua. Okay?" Chiesi guardandoli aspettando che annuissero. "Bene... Allora siete pronti?" Mi bloccai leccandomi le labbra. "Un...due...tre!" Tirammo tutti contemporaneamente il corpo di Kayla in acqua e rimanemmo fermi a guardarlo mentre affondava.

"Andiamo." Dissi pulendomi le mani sui pantaloni, mentre insieme corremmo di nuovo verso la macchina. Entrammo e subito John mise in moto, correndo per ritornare a casa.

"Beh, è stato facile." Disse Marco sollevato, accomodandosi meglio sul sedile della macchina.

"Sono contento che ce ne siamo sbarazzati. L'ultima cosa che ci serve è un'interrogatorio da parte dei poliziotti. Ci stanno alle calcagna. Non abbiamo bisogno che mettano ancora della merda sul nostro nome." Esclamai sollevato.

John continuava a correre per la strada fino a quando non arrivammo a casa. Spense velocemente il motore, e tutti uscimmo dalla macchina. I ragazzi mi seguirono all'interno della casa.

"Ora che ci siamo occupati anche di questo." Disse Bruce sedendosi pesantemente sul divano. "Dobbiamo tornare a occuparci dei nostri affari. Chi vorrebbe iniziare una guerra contro di noi?"

"Spero per lui che non sia quel coglione di McCann. Giuro che se è stato lui-"

Bruce scosse la testa. "Non è stato lui. Il ragazzo è partito per Las Vegas circa una settimana fa. Non avrebbe motivo di mettersi contro di noi." Le labbra di Bruce diventarono una linea dura, i suoi occhi fissavano il vuoto.

"Abbiamo messo fuori gioco Delgado e la sua squadra." Specificò Marcus. "A parte loro, chi altro avrebbe il coraggio di mettersi contro di noi?"

"E' una sorta di fottuto gioco?" Sputò Bruce. "Se non è nessuno di cui ci siamo già occupati, allora chi cazzo è?"

Prima che qualcuno potesse ribattere o dire qualcosa, il mio telefono cominciò a squillare, rompendo il silenzio.

"Giuro su Dio Justin, se è la tua ragazza non devi rispondere. Lei è in pericolo e se tutto questo non è un cazzo di gioco, noi dobbiamo fare in modo di proteggerla." Bruce mi rivolse uno sguardo e potei capire che era davvero serio.

Tirai fuori il cellulare e notai che sullo schermo si illuminava un numero sconosciuto e non il solito numero di Kelsey. "Non è Kelsey!"

"Allora chi è?"

"Non lo so." Aggrottando le sopracciglia, sbloccai lo schermo del cellulare con il pollice e mi portai il telefono all'orecchio. "Pronto?"

"Bieber" La voce dall'altra parte risultava monotona. "Ti è piaciuto il regalino?"

"Chi sei?" Chiesi tenendo il mio cellulare più stretto del solito, il mio stomaco si contorse in maniera inusuale.

"Oh penso che tu sappia benissimo chi sono." Disse con voce calma. Aveva sicuramente una smorfia sul viso, lo capivo dal modo in cui parlava. "E' una vergogna sai... Kayla era davvero una bella ragazza... è stato un peccato ucciderla."

"Chi sei?" Chiesi di nuovo ripetendo ogni singola sillaba per fare in modo che chiunque fosse dall'altra parte capisse che mi stavo incazzando.

Mi ignorò, continuando invece quello che stava dicendo. "Era davvero carina- mi ricorda quasi la tua ragazza. Non mi stava dando nessuna informazione così ho dovuto ucciderla." Disse. "Non avrei dovuto farlo."

"Arriva al punto cazzo!" Dissi arrabbiato, rompendo ancora una volta il silenzio che si era formato. "Abbi le cazzo di palle di dirmi chi sei."

"Ricorda Bieber, niente di questo sarebbe successo se ti fossi ricordato di farti i cazzi tuoi." Disse scontroso. "Hai davvero avuto coraggio a venire a casa mia e incendiarla l'altra sera."

Il colore scivolò via dalla mia faccia, realizzando chi fosse. "Luke." Dissi, quasi mi mancava il respiro.

Danger (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora