capitolo 6

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Facendo scorrere una mano attraverso i suoi capelli, Danger si morse il labbro inferiore trattenendosi dall'andare fuori controllo e spaccare tutto quello che era intorno a lui. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era perdere il controllo e far aggiungere a Kelsey altre cose sulla lista delle cose che lo riguardavano. Numero uno era che aveva ucciso qualcuno.

Non poteva credere che fosse stato così incurante da non accorgersi che qualcuno potesse vedere. Era sempre attento con le cose che faceva. Non era mai stato catturato—mai. Faceva tutto senza sbagliare di una virgola. Non aveva mai avuto casini fino a stanotte e questo lo stava mangiando vivo.

Cosa sarebbe successo se ci fossero stati dei poliziotti al posto di Kelsey? Danger non poteva pensare a cosa avrebbe potuto scaturire.

Certo, si sarebbe preso la colpa perché lui è quel tipo di persona che non lascerebbe mai avere dei problemi ai ragazzi per delle cose che lui fa ma questo è un'altra cosa.

Tutto quello a cui lui poteva pensare era cosa farne di Kelsey e cosa i ragazzi avrebbero detto una volta che avrebbero scoperto la ragazza.

Tirandosi l'estremità dei capelli, Danger era sul punto di ritornarsene al piano di sopra quando uno dei ragazzi lo vide.

"Yo, Justin!" Bruce, il capo della squadra (non quanto Justin ma quasi) lo chiamò dal divano in cui sedeva, una lattina di birra fra le mani.

Justin si maledisse mentalmente mentre lentamente spostò lo sguardo su di lui. Annuì con la testa in segno di saluto.

"Hai finito il lavoro?" prese un sorso dalla lattina inarcando le sopracciglia come segnale che stava aspettando una risposta.

Justin fece una pausa chiedendosi se avrebbe dovuto dire qualcosa o no. "Sì, ho finito il lavoro."

Sorrise. "Ben fatto Bieber." Bruce annuì soddisfatto.

Non sarebbe stato soddisfatto a lungo, pensò Justin.

"Il barbone stava implorando per la sua vita quando Justin l'ha messo in ginocchio, una Silver puntata alla sua testa. E' stato divertente, cazzo," Mike aggiunse mentre si lasciò cadere sul divano a pochi metri da Bruce.

"E' stato esilarante." Marco aggiunse con un mezzo sorriso. "Pensava di poter andare via senza pagare. L'idiota era così fuori di testa che pensava di avere una chance di vivere—"

"Peccato che Justin abbia messo una pallottola nella sua testa." Dean aggiunse aprendo una birra mentre si sedeva sul bracciolo del divano.

Justin annuì sorridendo. Amava quando veniva lodato e il figlio di puttana era morto. "E' stato un piacere lavorare con lui," Justin sorrise mentre i ragazzi scoppiarono in una risata.

Il sarcasmo era la loro seconda lingua, soprattutto quella di Justin.

Una volta che le risate cessarono e si sedettero tutti sul divano eccetto Justin, capì che era il momento di menzionare Kelsey. "Hey ragazzi?"

La loro attenzione era su di lui.

"C'è qualcosa che dovrei dirvi." Justin spostò le labbra serrate da un lato strofinandosi il collo mentre pensava a come potergli dire tutto il casino in cui si era cacciato. "Ho fatto un casino con il lavoro."

Bruce aggrottò la fronte "Cosa vuoi dire con 'ho fatto un casino'? Non hai detto che l'hai ucciso?"

"Sì, l'ho fatto." Justin chiarì.

"Allora cosa?" Marco intervenne confuso quanto il resto di loro.

Justin combatté la voglia di alzare gli occhi al cielo. "Qualcuno ha visto cosa è successo." Borbottò abbastanza forte per essere sentito dai ragazzi.

Danger (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora