capitolo 44

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Justin's POV :  

"Che ti succede?" Chiese Kelsey non appena uscii dalla macchina. 

Maledii il modo con cui Kelsey riusciva a sentire sempre cosa provavo. Per esempio: quando cambiavo umore, lei lo capiva. 

Feci spallucce, avvolgendo un braccio intorno alla sua spalla. "Niente."

Un sospiro fuoriuscì dalle sue labbra perfette. Inumidii le mie desiderando nient'altro che le sue si posassero sopra.

"Lo dici tutte le volte che te lo chiedo." Mormorò. 
"E allora perché continui a chiederlo se sai già quale sarà la risposta?" Ridacchiai, avvicinandola al mio fianco.
Alzò gli occhi al cielo. "Perché, a volte spero che tu riesca a confidarti, invece di mentire sempre."

Aggrottai la fronte allontanandola. "Woah, aspetta piccola. Non ti ho mentito."
"Sì che lo hai fatto, e lo stai facendo anche ora." Disse. "Tutte le volte che ti chiedo cosa c'è che non va, consapevole del fatto che ci sia qualcosa che ti da fastidio, mi rispondi sempre che non c'è nulla, quando invece so che non è così . Sto con te da abbastanza tempo per sapere quando non stai dicendo la verità."
"Oh, davvero?" Ridacchiai un'altra volta. "Cosa ti fa pensare che io stia mentendo ora?" La guardai divertito. 

"Allora: per iniziare, hai sbattuto la portiera della macchina quando sei uscito e se non mi sbaglio, uccideresti chiunque sbattesse la portiera in quella maniera. Tratti le tue macchine come se fossero oro, e secondo," Alzò l'indice. "Hai questa espressione in volto che sembra che tu voglia uccidere qualcuno da un momento all'altro."

Annuii impressionato. "Non male," Sorrisi. "Per niente male."

Sorrise fiera di sé.

"Ma," Alzai un dito, facendole aggrottare la fronte. "Cosa ti fa pensare che io abbia mentito anche quando non avevo nessuna espressione sul volto? Piccola, parliamo onestamente, quando vivi questo stile di vita, 'mentire' è il tuo secondo nome." Sorrisi guardandola dall'alto. "Comunque è mattina. Ti aspetti che io sia felice?"
"E' solo che io ..." Socchiuse le labbra, posando tutto il suo peso su una gamba. "so quando non stai mentendo."
Decisi di stare al gioco. "Beh magari quando ti ho detto delle cose stavo mentendo. Che ne sai se io stavo dicendo la verità?"

Potei dire che c'era cascata, perché iniziò a dondolarsi sui talloni cercando di pensare ad una risposta. "Magari ho mentito quando ho detto che eri attraente." Sorrisi. 
Spalancò la bocca. "Non è vero!"
Trattenni una risata. "Che ne sai?" Alzai un sopracciglio.
Contrasse le labbra. "Perché non mentiresti su quello."
"Piccola, mi sopravvaluti." Ridacchiai al suo sguardo minaccioso. 
Ostinatamente incrociò le braccia al petto mentre i suoi occhi erano fissi sulla parete opposta a dove ci trovavamo. "So di essere attraente."

Non riuscii a non ignorare la sua dolcezza -- chiamatemi pazzo, ma quella ragazza era troppo adorabile -- Scoppiai a ridere guardandola aggrottare la fronte ancora di più. 

"Ti odio." Mormorò, spingendomi e camminando verso le scale che portavano a scuola. 
"Aspetta, piccola." Risi, rincorrendola. Prendendola dal braccio, la feci voltare. "Stavo scherzando."
"Come faccio a sapere che stavi scherzando?" Mi imitò con una voce infantile.
"Piccola ..." Mormorai, accarezzandole la guancia con il palmo della mano destra. "Non mentirei mai sul tuo aspetto fisico ..." Risi. "Sei arrapante."

Mi diede uno schiaffo sul petto. "Sei così coglione." Mormorò. 
"Scusami." Mi abbassai in modo da essere al suo stesso livello. "Non volevo ridere." Sorrisi, accarezzandole le guance con entrambi i pollici. 
Mi fissò negli occhi prima di sospirare e distogliere lo sguardo. "So ancora che c'è qualcosa che non va dentro di te."
"C'era, ma ora non più. Mi hai fatto passare tutto." Mi inumidii le labbra, cercando di riportare il suo sguardo sul mio. 

Dopo qualche secondo, si voltò di nuovo verso di me. "Puoi dirmi cos'era?" 

Feci scivolare le braccia sui miei fianchi, sapendo che non avrebbe smesso. "Kayla."
Mi guardò confusa aggrottando la fronte. "Kayla?" Chiese con incertezza. "Chi è?"
"La solita troia che ama stuzzicarmi facendomi perdere la pazienza." Mormorai. 

Alzò le sopracciglia, cercando di farmi continuare. 

Mi guardai intorno prima di spostarla su un lato del corridoio. "Era quella che è entrata in camera mia la notte che ti ho parlato di," Tossii imbarazzato. "Jen." 

Kelsey si morse l'interno delle guance ricordando. "Ohhh," Enfatizzò. "Me la ricordo. Non la sopporto neanche io." Le sue labbra formarono un espressione disgustata. 
Risi. "Siamo in due, amore."
"Beh, che ha combinato stavolta?" 

Mi ghiacciai ripensando a come Kayla mi aveva minacciato di dire a Kelsey del nostro passato. Pensai se dirglielo o meno; decisi che sarebbe stato meglio raccontarglielo dopo. "Te lo dirò dopo."
"Perché non ora?" Disse lamentandosi della mia risposta. 
"Perché in questa scuola siamo circondati da noiosi idioti, poi è una storia lunga e mi piacerebbe raccontartela con nessuno intorno." La portai fuori dall'angolo dove l'avevo spostata pochi minuti prima. 

"Ma --"

Mi chinai posando le mie labbra sulle sue. Mi allontanai un secondo dopo. "Parli troppo, lo sai?"
Kelsey si morse il labbro fissando le mie. "Forse dovrei parlare di più."
"Perché?" Sorrisi. 
"Così mi baceresti di più."

Avvicinandomi, premetti le mie labbra contro le sue un'altra volta. "Non devi parlare per farti baciare, piccola." Avvolgendo le mie labbra sulle sue, la spinsi più vicina al mio corpo. 

Leccai il suo labbro inferiore chiedendole di entrare. Facendo scivolare la mia lingua contro la sua, grugnii arrivando ad afferrare il suo culo con la mano sinistra. Non riuscii a controllare la bestia dentro di me, e lentamente la spinsi contro gli armadietti. 

Kelsey fece scorrere le dita fra i miei capelli afferrando le mie labbra con le sue. La sua lingua rincorreva la mia in tutte le direzioni. 
Il sentire gli occhi delle persone intorno a noi fissarci, mi dava una sorta di adrenalina nel mostrare che Kelsey Jones era solamente mia. 

Allontanandomi, posai la mia fronte contro la sua. Entrambi respiravamo a fatica mentre i nostri occhi erano fissi gli uni sugli altri. Stavo per riavvicinarmi e continuare a pomiciare con lei, ma le se mani mi stopparono posandosi sul mio petto. Annuii capendo che voleva fermarmi. Dandole un ultimo bacio a stampo, mi allontanai prendendola per mano. 

Sistemandosi la maglia, Kelsey si passò velocemente la lingua sulle labbra assaporandone il sapore. Arrossì non appena realizzò che tutta la scuola aveva visto i nostri movimenti. 

Ridacchiai portandola più vicino a me. Le mie labbra sfiorarono il suo orecchio non appena iniziai a parlare. "Ignorali. Sono gelosi perché tu sei mia e io sono tuo."
Kelsey si morse il labbro sorridendo a se stessa.

La guardai dall'alto mentre continuammo a camminare verso il suo armadietto. Una parte di me diceva di non raccontarle di Kayla. Se l'avessi fatto, avrei rovinato tutto, ma una parte di me diceva che dire la verità sarebbe stata la cosa migliore e che Kelsey avrebbe preferito sentire la storia da me invece di sentirla da Kayla, la quale avrebbe mentito pur di rovinare l'unica cosa bella della mia vita. 

Kelsey mi strinse la mano riportandomi alla realtà. "Stai bene?" Sussurrò. 
Annuii sorridendo. "Certo, tutto ok."
Ricambiò il sorriso annuendo e ruotò la rotellina del suo armadietto per inserire il codice. 
Mi misi l'altra mano in tasca cercando di capire quale parte di me avrei dovuto ascoltare. 

I secondi passavano e io mi ritrovai ad elencare tutte le cose che amavo di Kelsey. Tipo quando era agitata, si mordicchiava il labbro o quando era imbarazzata, cercava di nascondere la faccia mentre arrossiva. Amavo il modo in cui le sue labbra si muovevano contro le mie e l'intelligenza che aveva nel non credere alle mie stronzate, anzi nel lottare per avere la verità ... 

Elencai tutte le piccole cose che amavo arrivando alla decisione di raccontarle tutta la verità. Non m'importava delle conseguenze. 

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"Okay, cosa volevi dirmi?" Kelsey si sedette nella mia macchina. 

Era l'ora di pranzo e le avevo mandato un messaggio chiedendo di venire qui. Non riuscivo a mentire con lei e non volevo aspettare la fine della giornata. 

Ora o mai più e dovevo scegliere. 

"Stamani quando sono arrivato a casa nessuno dei ragazzi era sveglio grazie al cielo perché, onestamente, non avevo voglia di parlare, ma ovviamente Kayla era sveglia e come sempre ha dovuto iniziare a blaterare facendomi ribollire il sangue nelle vene. Ha fatto il tuo nome e mi ha chiesto se avevo passato la notte con te. Ho risposto dicendo che non erano affari suoi e poi ..." Deglutii inumidenti le labbra. "Mi ha minacciato di raccontarti di ..." Smisi si parlare non riuscendo a finire la frase. 

Kelsey notò il mio disagio e immediatamente la curiosità e l'interesse presero la meglio su di lei. Prendendo la mia mano nella sua, mi incoraggiò a continuare. "Continua." 

"Mi ha minacciato di venirti a dire del ... nostro passato." Rabbrividii a quella parola. 

Guardai Kelsey cercando di trovare delle emozioni nel suo volto, ma niente. Quando la sua mano lasciò la mia per posarsi sulle sue ginocchia mi sentii il cuore fermare.

"Cosa intende dire? Il vostro passato?" Chiese Kelsey, mantenendo la calma. 

Chiusi gli occhi scuotendo la testa maledicendomi mentalmente per non averlo detto prima. "Intende dire che quando ero arrabbiato, io ..." 
"Tu cosa?" 
"Andavo in camera sua a trovarla ..." 

Kelsey sapeva cosa succedeva dopo, ma voleva sentirselo dire. "E?" Sussurrò. 
"E facevo sesso con lei." 

Kelsey non disse una parola. Era completamente intontita, i suoi occhi fissavano il vuoto e, ai miei, sembrava una statua. 

L'aria si fece più pesante e iniziai a contare i secondi che passavano prima di ricevere una sua risposta. 
Arrivai a cento quando cambiò posizione. Mi voltai di scatto per vedere i suoi occhi pieni di lacrime. "Kelsey ..." 

Scosse la testa, zittendomi. Inumidendosi il punto centrale del suo labbro, mordicchiò il labbro inferiore. "Mi stai dicendo che ogni volta che eri arrabbiato, andavi da lei e ... ci facevi sesso?"
Spinsi le labbra dentro la mia bocca pentendomi di aver fatto tutto ciò. Annuii lentamente. "Sì."
"Ogni volta che abbiamo litigato sei andato a fartela?"
"Non è come pensi." Iniziai a parlare, ma mi interruppe brutalmente. 
"Non è come penso?" Mi guardò incredula. "Penso che sia esattamente come penso. Mi hai appena detto che hai fatto sesso con lei tutte le volte che eri arrabbiato."
"Sì, ma prima che stessimo insieme."
"Aspetta," Kelsey sollevò una mano, scosse la testa con gli occhi chiusi. "Cosa intendi dire?"
"L'ultima volta che ci ho scopato è stata quando ci siamo conosciuti." Confessai. "Quando tu vedesti l'omicidio di Parker. Non sapevo cosa fare con te e francamente mi stavi antipatica. Avevo bisogno di rilassarmi."
Kelsey annuì comprensiva. "E tutte le volte che abbiamo avuto una discussione dopo ... lo sai, che ci siamo baciati?" Posò una mano sopra l'altra. "So che non eravamo ufficialmente fidanzati ma ..." Alzò le spalle mordicchiandosi il labbro. 

Distolsi lo sguardo ricordandomi di quando John era entrato in camera mia dicendo di aver capito che provavo qualcosa per Kelsey e di come subito dopo corsi da Kayla. Rabbrividii, abbassando lo sguardo. 

Kelsey ottenne la risposta dal mio silenzio e subito l'aria si fece più pesante. "Significava qualcosa per te?"
Alzai la testa di scatto. "Cosa? Il bacio? Certo --"
"No," Kelsey scosse la testa. "Quello che hai fatto con Kayla ..." 
"Oh," Mi inumidii le labbra ridendo alla mia stupidaggine. "Per niente. Era solo la fuga a tutti i miei problemi, niente di più." 

Fissai Kelsey che mi ascoltava con attenzione strofinandosi le dita e mi chiesi a cosa stesse pensando. 

"L'hai mai ... toccata ... dopo che ci siamo messi insieme?" 
"No."
"Davvero?"
Annuii. "Piccola, te l'ho già detto. Tutto quello è successo prima che ci mettessimo insieme."
"Okay."
"Okay?" Chiesi sorpreso dalla sua risposta. 
"Sì, okay." Fece spallucce. 

Cambiai posizione in modo da poterla fissare bene. Dopo qualche secondo di silenzio, decisi di parlare. "Perciò ... mi perdoni?"
Guardai Kelsey pensare sulla risposta da darmi prima di annuire. "Sì."
Mi sentii rivenire. "Seriamente?"
"Sì. Ovviamente se mi chiedessi: fa male sapere cosa ho fatto con Kayla? Ti rispondere di si ma, dopotutto, non eravamo fidanzati." Mi guardò negli occhi. "Eri libero di fare ciò che volevi, non avevi nessun impegno." 
"Mi dispiace." Mormorai. "So che magari avrei dovuto dirtelo un po' di tempo fa, ma pensavo fosse meglio di no."
"Va bene." Kelsey alzò le spalle. "Come ho già detto, non stavamo insieme."
"Sono felice che tu lo sappia, così non dovrò preoccuparmi di Kayla e delle sue bugie."
Kelsey fece un sorriso. "Per essere una ragazza che ti odia a morte, è davvero ossessionata." 

Alzai gli occhi al cielo. "E' una troia."

"Non hai avuto nessun tipo di relazione con lei, giusto?"
Scossi la testa. "Cavolo no. Sei pazza? Era brava solo in una cosa, e sai di cosa sto parlando."
Kelsey fece un sospiro di sollievo. "Ottimo. L'ultima cosa che desidero è trovarmi davanti una tua ex."
"Anche se Kayla fosse stata una mia ex, cosa che non è, non ti saresti dovuta preoccupare di niente. Adesso sei la mia ragazza e questo è l'importante." Accarezzai gentilmente il suo mento con il pollice prima di spostarmi sulla sua guancia. 

"Quindi sappi," Mi voltai e vidi Kelsey scavalcare il sedile prima di mettersi a cavalcioni sopra di me e le sue ginocchia posizionate ai miei lati. 

La fissai shockato tenendo le mani posate sopra le sue cosce. "Cosa?"

"Se mai ti sentissi nervoso o arrabbiato, puoi sempre venire da me." Fece scorrere le sue dita lungo il mio collo, fino ad arrivare al mio petto per poi finire sull'orlo dei miei jeans. 

Mi inumidii le labbra accentuando la presa sulle sue cosce, un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra. "Oh, davvero?"

Annuii. 

"Conta anche adesso?" Sussurrai. 

"Sei arrabbiato?" Sussurrò sensualmente. 

"Tanto" Dissi con voce roca.

"Allora sì." 

Non esitai a portare le mie labbra sulle sue scompigliando con le dita i suoi capelli. Avvicinando il suo volto al mio, feci scivolare una mano lungo il suo fianco. 

Portò le sue mani al mio petto per poi avvolgerle attorno al mio collo. Le sue dita giocavano con i miei capelli mentre il suo ventre strusciava contro il mio. 

Gemetti contro le sue labbra. Tutti quei vestiti stavano diventando di troppo e in quel momento, volevo sentire la sua pelle contro la mia. "Ti voglio, piccola." Sussurrai nel suo orecchio.
"Quanto?" Rispose con un sussurro contro il mio collo. 
"Davvero tanto." Mormorai. "Non hai idea di quanto voglia sentire la tua pelle contro la mia, il mio cazzo che si muove dentro di te e sentire la tua tensione." Gemetti al pensiero e strusciai il mio ventre contro il suo cavallo. 

"Justin ..." Gemette Kelsey contro il mio orecchio. E prima di posare le sue labbra contro le mie lasciò dei baci lungo il mio collo. 

Feci scivolare la mano sotto il sedile e spingendo la leva del sedile, spinsi con la schiena contro di esso. Facendo scendere il sedile, strinsi Kelsey contro di me. Spostai le mani sulla sua vita e le feci scendere fino ad arrivare al suo culo, dove lo accarezzai delicatamente facendo fuoriuscire un gemito dalle sue labbra. 
Feci scivolare la mia lingua contro la sua assaporando la sua dolcezza. Gemette contro le labbra facendomi eccitare. 

Rotolando su noi stessi feci in modo di poter essere sopra di lei. Appoggiai le mani ai lati della sua testa e cercai di riportare il mio petto ad un ritmo regolare ma si muoveva troppo rapidamente. Togliendo i capelli che le cascavano sul volto, mi avvicinai catturando le sue labbra in un bacio che le avrebbe fatto scordare tutto. 

Le sue labbra si dimenavano dicendomi che voleva di più e, a quel punto, ero troppo eccitato per smettere. Mi venne in mente un' idea e, allontanandomi, iniziai a baciarle il collo fino a scendere sui suoi seni coperti dai vestiti. "Ti voglio così tanto." Sussurrai. 

"Allora prendimi."

Scossi la testa. "Non qui."

Kelsey rilassò i suoi muscoli. "Ti prego ..." Sussurrò. 

Alzai lo sguardo per vedere che aveva gli occhi chiusi. "Guardami."
Kelsey obbedì aprendo gli occhi e abbassandoli su di me. 

"Quanto lo vuoi?" Chiesi muovendo la lingua in tutte le direzioni sul suo petto. 

Kelsey gemette. "Davvero, davvero tanto."

Mi avvicinai al suo volto. "Ti farò provare un'altra cosa." Mi leccai le labbra. "Okay?"

Annuii confusa e senza dire niente, feci scivolare le mie mani lungo i suoi fianchi fino ad arrivare ai bottoni dei suoi jeans. Baciai le sue labbra e le sbottonai i jeans. 
Mi riposizionai rannicchiandomi su un lato. Misi la mia mano destra sul suo stomaco disegnando dei cerchi con le dita prima di abbassarla verso il suo ventre. Guardai Kelsey mordicchiarsi il labbro inferiore. 

Spalancò la bocca non appena sentì la mia mano sovrastare la sua femminilità. Ritrassi la mano, entrambi respiravamo a fatica. "Stai bene?" Sussurrai assicurandomi di non aver fatto un passo più lungo della gamba. 

Annuì. 

Fissai il suo volto mentre feci scivolare un dito dentro le sue mutande, realizzando successivamente quando fosse già bagnata. Premetti il pollice contro il suo clitoride, lo mossi in modo circolare cercando di fare capire cosa sarebbe successo minuti dopo. 

"J-Justin ..." Mormorò Kelsey. 
Picchiettai la sua mascella con le mie labbra. "Potrebbe farti male perché non sei abituata ..." 
"Okay."

Baciandole le labbra feci scivolare, lentamente, un dito dentro. 

Kelsey inarcò la schiena, i suoi gemiti arrivarono ai miei timpani come una ninna nanna. 

Feci entrare il dito a forza, lo feci riuscire e poi ripetei il procedimento cercando di farla abituare alla sensazione. 

Kelsey mosse i suoi fianchi dicendomi di voler di più, e così feci. Accelerando, aggiunsi un altro dito. Muovendoli, le diedi il doppio del divertimento. 

"Oh mio Dio ..." Gemette. "Justin." Separò le labbra. "Io ..." Serrò le labbra incapace di continuare il discorso. 

Sapevo che era vicina, perché sentivo il suo muscolo contrarsi intorno alle mie dita. Accelerai il ritmo e proprio quando stava per esplodere, mi fermai. 

"C-Cosa stai facendo?" 
"Credo che sia mio dovere, come tuo ragazzo farti stare bene." Sussurrai. "Ed è ciò che sto facendo."
Kelsey aprì gli occhi. "Cosa vuoi fare?"

"Vedrai." La baciai prima di muovermi giù lungo il suo corpo fino ad arrivare al suo cavallo. Afferrai i suoi jeans prima di abbassarli fino alla caviglia. 

"Justin ..." 
"Shh, ti piacerà da impazzire." La rassicurai. 

Annuì guardando cosa stavo per fare. 

Le abbassai le mutande e, in quel momento, Kelsey si bloccò. Chiuse le gambe e così facendo mi tolse la visuale. 

"Che succede?"

Scosse la testa e notai il rossore sulle sue guance. 

"Non hai motivi per essere imbarazzata, piccola. Sei bellissima, ok?"

Ci volle qualche secondo, ma alla fine si rilassò di nuovo. 

"Non dobbiamo farlo se non te la senti." Non volevo che pensasse che doveva per forza farlo. "Se sto andando troppo veloce, puoi dirmelo."
"No, va bene." Fece un respiro profondo. "Sono pronta."
"Sei sicura?" La fissai. 
"Sì."

Annuendo, feci leva sulle sua gambe cercando di aprirle lentamente. Mi inumidii le labbra prima di afferrare le sue cosce per poi avvicinarmi. Non esitai a portare la mia lingua contro la sua area. 

Un gemito fuoriuscì da entrambe le nostre labbra; il mio perché ero riuscito ad assaporarla, il suo invece era scaturito dall'eccitazione che aveva in corpo. 

Iniziai a succhiare e a leccare, assaporando ogni centimetro. Gemetti non appena Kelsey sfiorò i miei capelli. I suoi gemiti riempivano l'intera macchina. Posizionai la lingua all'entrata delle sue labbra per poi farla scivolare dentro e fuori come avevo fatto pochi minuti prima con il dito. Tutto questo, portò Kelsey al limite. Rilassando tutti i suoi muscoli, venne e ancora una volta non esitai a ripulire tutto il liquido rilasciato. 

Dopo aver rialzato le mutande e i jeans, alzai lo sguardo accarezzando i suoi capelli leggermente sudati. "Stai bene?"
"Sì." Sussurrò. "Come l'hai imparato?"
Ridacchiai. "Anni di esperienza, piccola." Feci l'occhiolino. 
Kelsey si morse le labbra. "E' stato ..."
"Bellissimo." Finii la frase al posto suo. 
Annuì. "Esatto."
Feci un sorriso malizioso. "Immagina cosa potrei farti sul mio letto."
"Non..." Mise una mano contro il mio petto, le sue labbra si scontrarono contro il mio collo prima di avvicinarsi all'orecchio. "Provocarmi."

Grugnii voltandomi così che le sue labbra toccassero le mie. Dopo un po' di minuti mi allontanai. "Per quanto vorrei continuare, dobbiamo ritornare in classe."
"No che non dobbiamo." Disse Kelsey. 
"Abbiamo ancora quattro ore."
Alzò le spalle. "E allora?"
"Da quando sei diventata così cattiva?" Ridacchiai. 
"Dal momento che ho scoperto cosa è capace di fare la tua lingua." Arrossì alle parole che aveva detto e, immediatamente, mi avvicinai per baciarla di nuovo. 

"Credimi piccola, mi piacerebbe mostrarti per tutto il pomeriggio cosa sono capace di fare, ma credo sia meglio tornare in classe. Abbiamo già saltato abbastanza ore." 
Sbuffando, Kelsey scrollò le spalle. "Va bene."

Iniziai a togliermi da sopra di lei, ma mi sentì tirare. "Ma," Kelsey si tolse da sotto facendoci invertire le posizioni. "Non prima che ti ripagi i servizi." Sorrise in modo sensuale e giurai che me la sarei fatta in quello stesso momento, ma mi trattenni. Ero troppo curioso di capire cosa volesse dire. 

Alzai le sopracciglia. "Cosa hai in mente?"
Si morse il labbro facendo spallucce. "Sto pensando di fare qualcosa come hai fatto tu con me."
Stavo per chiederle cosa intendesse dire quando mi si accese una lampadina e la fissai shockato. "Vuoi--"
"Sì."
"Ma--"
"Niente 'ma'." Mi interruppe. "Lo voglio fare."
"Piccola, sei sicura? Non devi." 
Kelsey alzò gli occhi al cielo. "Ti preoccupi troppo."
"Non voglio che tu te ne possa pentire ..."
"Non succederà, promesso." Mi baciò a stampo prima di slacciare la mia cintura. La guardai mentre me la toglieva di dosso per sbottonare successivamente i pantaloni. 

Afferrai i suoi fianchi fissando ogni suo movimento. 

Mi sollevai di qualche centimetro facilitandole la rimozione dei pantaloni, i quali finirono al livello delle mie caviglie. Kelsey si inumidì le labbra realizzando cosa avrebbe dovuto fare. 

Afferrai le sue mani. "Sei sicura di volerlo fare?"
"Sì, Justin." Sbuffò togliendo le sue mani dalle mie, le portò sui boxer, i quali dopo essere stati abbassati rivelarono ai suoi occhi il mio uccello.

Ridacchiai nel vedere i suoi occhi spalancati.

"Spaventata?" 
"No." Rispose velocemente, lasciandomi capire che lo era. 
"Non esserlo." La rassicurai. 
"Non sono spaventata, Justin." Sbottò. 
Alzai le mani in aria in segno di difesa. "Okay, okay ..." 

Kelsey aggrottò la fronte, prima di posizionare le mani su entrambe le mie gambe. Non esitò a chinarsi, aprire la bocca e far scivolare il mio cazzo nella sua bocca. 

Alzai gli occhi al cielo dal piacere. 

Kelsey fece scivolare la lingua intorno alla mia circonferenza, e muovendo la testa su e giù lo succhiava.

Feci scorrere le mie dita fra i suoi capelli. Assicurandomi di avere una buona presa, l'aiutai ad aumentare di velocità, facendomi gemere.

Passò qualche minuto prima che incominciai a ricevere tutto il piacere. "Cazzo, Kelsey," Gemetti con voce roca.

Non capivo dove cazzo aveva imparato a succhiare in quel modo e prima che potessi aprire bocca, sentii i suoi denti sfiorare la mia pelle portandomi al limite. 

Qualche secondo, Kelsey succhiò un'altra volta e le venni in bocca. 

Ero sorpreso nel vederla ingoiare e asciugarsi la bocca. Tirò su i boxer e i pantaloni come avevo fatto io con lei. Feci scorrere le dita tra i miei capelli, prima di fare un respiro profondo. "Minchia."

"L'ho fatto male?"

Quasi non mi uscirono gli occhi dalle orbite. "Male? Piccola, era tutto tranne che male. Dove cazzo hai imparato a farlo così?"
Alzò le spalle. "Non lo so."
"Vieni qui." Afferrai la sua mano spingendola verso di me. "Stai bene?"
"Sì, Justin, sto bene." Ridacchiò. "Ti stai comportando come se avessi commesso tipo un crimine."
"Lo so, ma la prima volta per tutte le ragazze è faticoso." 
"Beh, che posso dire?" Sorrise. "Sono avanti." Si 'spolverò' le spalle. 
Risi, portando le sue labbra sulle mie. "Ti amo."
"Ti amo anche io."
"Dai, adesso dobbiamo andare."
Kelsey aggrottò la fronte. "Ma non voglio." 
"Piccola," Feci gli occhi dolci. "Ti prego?" 
Sbuffò incrociando le braccia contro il petto. "Va bene."
Ridacchiai baciandola sul naso. "Grazie."
Kelsey alzò gli occhi al cielo scherzando. "Se se, ok." Togliendosi da sopra di me, si sedette nel sedile accanto. Si abbottonò i pantaloni e si ricompose cercando di essere presentabile, prima di uscire dalla macchina. 
Feci lo stesso per poi raggiungerla davanti alla macchina. "Andiamo." Annuii verso l'entrata della scuola. 

Kelsey mi prese la mano e insieme, ci avviammo. Fortunatamente, la campanella non era ancora suonata, rimanevano ancora tre minuti prima dell'inizio delle lezioni. 

"Allora," Strinsi la sua mano. 
"Sì?" Alzò lo sguardo incontrando il mio. 
"Sei emozionata per domani?"
"Che c'è domani?"
"Incontri i miei genitori ..." La guardai incredulo. "Te lo sei già dimenticata?"
"No, certo; tu hai detto che saremmo andati Sabato." 
"Domani è Sabato, Kelsey." Ridacchiai. 
"No. Quando me l'hai detto l'altra sera era --"
"Giovedì."
Gli occhi di Kelsey si spalancarono. "No."
Risi annuendo. "Sì piccola, era Giovedì."
"Avrei giurato fosse Martedì ..." Scosse la testa. "Sono un'idiota."
"No, non lo sei. Ti sei solo dimenticata che giorno fosse."
"Sì, ma se tu non avessi iniziato l'argomento ti avrei dato buca."
"Nah. Te l'avrei ricordato."
"Vero."
"Tu pensi troppo, lo sai?"
Kelsey sorrise. "Lo so."
"Devi solo rilassarti."

Sorrise di nuovo. "Spero solo che io sia il loro tipo ..." Poi aggrottò la fronte. 
Mi fermai. "Cosa c'è che non possa piacergli?" Avvolgendo le braccia intorno alla sua vita, la spinsi più vicina. 
"Non lo so." Alzò le spalle. "Non voglio dare una brutta impressione."
"Sii te stessa."
Kelsey sospirò. "Non è così facile."
"Si che lo è." La rassicurai. 
"Incontrare i genitori è un passo importante in una relazione ... Non voglio rovinare tutto."
"Non lo farai, credimi."

Kelsey continuava ad avere un aria dubbiosa. 

Accarezzando il suo viso, cercai di attirare la sua attenzione su di me. "Ti fidi di me?"
"Certo." Mi guardò incredula come se avessi detto la cosa più strana del mondo. 
"Allora credimi quando dico che ti ameranno." Feci una pausa. "Tanto quanto lo faccio io." le lasciai un bacio sulla fronte. 
Sorridendo dolcemente, Kelsey annuì. "Va bene."

Dopo quello ci prendemmo per mano un'altra volta, e ci avviamo verso le nostre classi appena la campanella suonò. I corridoio erano pieni di studenti, ma a quel punto, niente ci dava più noia. Eravamo nel nostro piccolo mondo e non appena raggiungemmo la classe di Kelsey, le diedi un bacio di arrivederci prima di andare in classe. 

Una volta seduto, iniziai a ricordarmi tutto quello che era successo durante la giornata. 

Se qualcuno mi avesse chiesto di riassumere tutto in una frase, avrei detto che io e Kelsey eravamo una coppia anormale.

Danger (Justin Bieber)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora