3; Sheri

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Non lo facevo apposta a essere sempre popolare e fantastica, ero fatta così.

Quando varcavo il cancello della scuola venivo assalita da una folla di lecchini che cercavano disperatamente un mio saluto, o una mia attenzione. Era come essere un'attrice di Hollywood: ero famosa e tutti sapevano tutto su di me.
Ero io la regina. A sedici anni avevo un'intera scuola ai miei piedi e non mi ero guadagnata quel rispetto aprendo le gambe ai ragazzi più fichi. A dire la verità, quel modo di guadagnare fama e ammirazione mi schifava non poco.

Il cortile della scuola era gremito di adolescenti di tutte le categorie: gli strafatti, i pedofili, i malati di sport, le magre come un chiodo, i grassi come un bue, le cheerleader puttane, le coppiette felici con i loro terzi incomodi e chi più ne ha più ne metta.

Ma in tutto quel disordine regnavo io: Sheri Leithold. Il mio vero nome era Sherilyn, ma dall'età di tre anni esigevo di essere chiamata Sheri, e così continuava ad essere.

Uno dei tanti vantaggi di essere popolare era che tutti al mio ingresso si giravano per guardarmi e mormoravano qualcosa sottovoce. Io mi impegnavo a dedicarli non meno di uno sguardo deciso.

«È Sheri Leithold, sinonimo di perfezione.» Sussurrò a bassa voce una ragazza con un serio problema di acne, che riconobbi come Alexandra Hale. Una matricola qualunque.

Non feci il tempo di distogliere lo sguardo da lei che subito mi si parò davanti un nerd. Tristemente, conoscevo quel ragazzo troppo bene: ogni volta che entravo a scuola sbucava davanti a me improvvisamente, facendomi le domande più strane del pianeta.

Elijah Colt.
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.

«Cosa vuoi?» Chiesi seccata.

«Buongiorno anche a te, Sheri. Come stai?» Esibì un sorriso a trentadue denti.

«Non ho tempo per parlare con te. Cosa vuoi?» Ripetei nuovamente.

«Voglio solo parlare con te sul tuo comportamento.»

Alzai un sopracciglio. «Non sei mia madre.»

«Ma ci tengo a te.»

«Buono a sapersi, anche io ci tengo a me e tengo soprattutto mia salute, quindi vattene prima che mi venga una crisi di nervi.» Feci per andarmene, ma si parò davanti a me.

«Un'ultima domanda, poi non ti romperò più le scatole fino alla fine del diploma.»

Prospettiva interessante, quella di non avere più Elijah tra le palle. In fondo, era solo una domanda, no?

Finsi di essere annoiata, mentre la mia mente fantasticava su cosa avrebbe potuto chiedermi. I nerd di solito fanno domande intelligenti, non sono come quelle cheerleader senza cervello che si chiedono quale reggiseno si intoni al colore dei propri capezzoli.

«Chiedimi tutto.» Dissi infine.

Elijah sfoderò un sorriso soddisfatto e gli si illuminarono gli occhi.

«Come mai prima eri una dolce bambina innocente e adesso sei una tiranna spietata?»

Stavo per rispondere, ma mi bloccai di colpo. Mi venne in mente un flashback di quando avevo incirca otto anni e frequentavo un corso di nuoto. Ero una bambina ingenua negata in quella disciplina, ma la volevo continuare a tutti i costi perché c'era Basil. Sì, Basil Walden, con quegli occhi scuri... non l'avrei mai dimenticato. Poi c'era lei, Sequoia, la causa di tutte le mie sofferenze. Molto spesso mi guardavo allo specchio e ripensavo a tutto quello che era successo.

Tornai alla realtà, impedendo ai ricordi di invadermi i pensieri. Guardai Elijah dritto negli occhi e lui sostenne il mio sguardo. Mi tremava la mano.

«Io sono sempre stata così. Sono io, sono perfetta, fattene una ragione e levati dalle palle.» Detto questo me ne andai.

Incontrai vicino al mio armadietto la mia migliore amica, una ragazza veramente simpatica di nome Effie Holland. Effie era un uragano di sarcasmo, battute, doppisensi e figure di merda. Tenevo moltissimo a lei.

Quel giorno, però, al posto del suo sorriso luminoso e dei capelli rosso fuoco sempre legati un uno chignon disordinato c'era una Effie che non avevo mai visto: triste, spezzata.

Corsi subito da lei. «Effie, che succede?» Domandai con una nota di nervosismo nella voce.

Lei continuava a tenere lo sguardo basso, ma biascicò qualcosa che non riuscii a sentire. Le chiesi di ripetermelo e lei mi buttò le braccia al collo. Sentii una lacrima bagnarmi la spalla, il che accentuò la mia preoccupazione.

«Effie...»

«Sheri, s-sono incinta.»

***
twice💓
finalmente avete conosciuto sheri, la figlia di lydia e scott

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