14; Scott

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Dopo sedici anni potevo ancora assaporare il gusto delle labbra di Lydia.

Mi sentii catapultato indietro, al Robinson Hotel di Steepfall. Beh, stavamo per giungere alla stessa fine di quando eravamo soli in quell'albergo.

Quello che prima era solo un bacio si trasformò in qualcosa carico di sentimento e desiderio, qualcosa che tutti e due avevamo represso in tutti quegli anni.

Prendendola delicatamente per i fianchi, strinsi Lydia contro di me. Lei non oppose resistenza e poggiò le braccia sulle mie spalle.

Restammo così per un po', poi mi staccai dal bacio.

«Andiamo in camera.» Proposi.

La presi per mano e la guidai con aria esperta nei corridoi della grande casa dove avevo passato l'infanzia. Sentii le sue dita ossute contro il dorso della mia mano.

Entrammo nella mia camera. La prima cosa che avevo stabilito sul mio matrimonio con Thea era che dovevamo dormire in stanze distanti e separate. Nella stanza regnava l'azzurro: le pareti, le lenzuola e alcuni soprammobili erano tinti di quel colore.

Oltre al letto, avevo anche una grande tv e delle poltroncine dove di solito poggiavo i vestiti. Lydia guardò tutto mormorando un «Wow», e mi ricordai che lei viveva in una piccola villetta di due camere da letto con suo padre.

Lasciò la mia mano e si sedette su una poltroncina. «I tuoi gusti sono cambiati un po', finalmente. Dove hai messo tutti i poster di Star Wars e Harry Potter?» Disse con un sorriso stampato in volto.

Mi girai verso di lei e la guardai negli occhi sorridendo. Lydia si alzò e puntò le sue pupille marroni contro le mie, azzurre. Stettimo immobili a guardarci, remuginando su ciò che era successo in quegli ultimi sedici anni dove eravamo stati lontani a cercarci l'un l'altra.

A stento credevo che fosse lì, nella mia stessa stanza.
«Mi sei mancata.» Sussurrai con un filo di voce rotta. Presi il suo viso tra le mie mani, chiusi gli occhi e la baciai.

Lei ricambiò immediatamente e avvenne la stessa scena di qualche minuto prima: Lydia mise le sue braccia sulle mie spalle e io la attirai a me.

Picchiettai sulle sue labbra che aprì immediatamente facendo incontrare le nostre lingue dopo tanti anni.

I respiri si facevano più affannosi, i movimenti più veloci e sembrava che mi stesse per scoppiare il cuore. Accarezzai i fianchi di Lydia con tutte e due le mani mentre lei si metteva sulle punte per raggiungere la mia stessa altezza.

Mollai le sue labbra per iniziare a baciarle il collo, succhiando in alcune parti e lasciando una scia di segni violacei.

Ci stendemmo sul letto, io sopra di lei. La guardai e lei sorrise, poi ripresi a baciarla mentre le sue mani si muovevano freneticamente per sbottonarmi giacca e camicia. Alla fine ci riuscì ed entrambe caddero ai piedi del letto.

Smisi di baciarle il collo e iniziai a scendere un po' più giù, verso lo sterno. Addentando i bottoni tolsi anche la sua camicetta bianca, che fece la fine degli altri vestiti. Iniziai a baciarle le parti sotto lo sterno, poi le mie labbra reclamarono ancora le sue e non potei fare a meno di obbidire.

«Cristo santo Scott, quanto mi sei mancato.»

*

Eravamo stesi sul letto, indossando solo l'intimo. La mia testa era sulla pancia di Lydia ed entrambi guardavamo il soffitto.

«Mi sei mancato.» Disse Lydia.

«Anche tu.» Risposi.

Stettimo in silenzio. Le mani della donna che amavo mi accarezzavano i capelli, arricciandoli tra le dita o semplicemente stringendoli tra l'indice e il medio.

«Cos'è questo?» Chiese Lydia, toccando la parte inferiore del mio collo dove vi era la sua iniziale. «Una L

«L come Lorenzia. Ti tradisco, lo sai?» Dissi scherzosamente, girandomi e baciandole la pancia, solleticandola pure.

«Me la sono fatta poco dopo che me ne sono andato.» Continuai. «Ero convinto che ci avrebbe fatti reicontrare, un giorno.

«Beh, l'ha fatto.» Osservò Lydia, prima che potesse essere zittita da un altro bacio.

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