Capitolo 3

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Sì, lui non aveva sogni. Rimasi completamente spaesato.

L'unico che non ne aveva che conoscevo... Ero proprio io. Possibile che anche lui fosse un Venditore di Sogni?

"Che cosa bizzarra. Non ho sogni nemmeno io." dissi.

"Ho il potere proprio come te Fil, riesco a vedere i sogni delle persone"

Dopo quelle parole, tornai felice.

Non ci potevo credere. Finalmente qualcuno che mi avrebbe capito, qualcuno che avrebbe cercato con me un sogno per viverlo.

"Solo che... " Interruppe i miei pensieri.

" Io non riesco a crearli"

Lo osservai profondamente con la coda dell'occhio, come per domandargli cosa volesse dire.

"Io li distruggo"

Quella frase risuonò in testa senza ragione. Mi fece quasi paura.

Non sapevo cosa dire. Un minuto fa sembrava... Quasi buono...

"Devo confessarti che è pure divertente" rise lui.

"Come puoi dire questo...? Perché sei qui...? "

Si avvicinò alla finestra della mia casetta, la aprì completamente, e prese una boccata d'aria.

"Quasi dimenticavo. Sono qui per farti vivere" si appoggiò con i gomiti sulla finestra aperta. "Tu sei come me no...? Allora avrai bisogno di trovare la vita, un sogno. Provare nuove cose, no?" lo disse con gran convinzione.

"Ci ho già provato per anni. Ti assicuro che non serve"

Guardò in basso, e fece un sorrisetto maligno.

Richiuse la finestra, e tirò fuori dalla tasca una granata.

"Cosa stai...?! " i miei occhi erano bloccati su quella mela distruttiva.

Non si fece scripoli, la attivò, e la lanciò verso la parte destra della casetta.

Lui incominciò a ridere:" Si incomincia dalla casa prima di tutto! SI CAMBIA ARIA! "

Quello stupido... L'aveva lanciata davvero... Ma la questione era... Dove diavolo aveva trovato le granate!?!?

Scappai dalla parte opposta, quasi senza pensarci. Poi esplose.

Pezzi di legno ovunque, i miei oggetti scaraventati via. Il luogo in cui creavo felicità, svanito. Non rimaneva che un grosso cumulo di legno bruciacchiato.

Perché diavolo aveva fatto una cosa del genere...

Quando mi ripresi, e ci misi qualche attimo, mi accorsi che Elias era sparito. Ma che diavolo...?

Raccattai quel poco che mi era rimasto. Non ero nemmeno così abbattuto. D'altronde non c'era nulla di importante lì dentro. Era solo un involucro di legno che mi copriva la testa tutti i giorni.

Dopo aver fatto i bagagli, mi diressi verso la città, per trovare un albergo in cui stare.

Durante il viaggio, ripensai a che cosa cavolo mi era successo.

Avevo aperto a uno che nemmeno conoscevo, e come niente fosse mi era entrato in casa. Poi mi aveva criticato, e poi, per un attimo avevo visto in lui la speranza di un sogno condiviso. E poi scopro che era una persona malata, cattiva, con seri problemi mentali.

E soprattutto, mi aveva distrutto la casa.

Bah... Pazienza, non mi fermerà di certo.

Io, vivo, anche senza di lui. Non ne ho bisogno. Chi è per dirmi che devo cambiare aria? Ma guarda questo...

L'uomo Che Guardava Nei SogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora