Capitolo 17

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Sentivo una forza dentro di me senza precedenti. Adesso sapevo cosa dovevo fare. Non avevo nessuna paura. Tutto ciò che dovevo fare era di tornare me stesso. Le paure sono l'unica cosa che si mette in mezzo tra noi e i nostri stupidissimi sogni. Che però sono le cose più importanti che abbiamo. Voglio vederla invecchiare, voglio vedere i suoi capelli diventare grigi piano piano nel tempo, voglio osservare il tramonto con lei accanto, avevo bisogno di lei. Qualsiasi paura avessi ora, non serviva a nulla. Nella mia testa avevo solo una cosa: Lucia. Non mi sarei arreso.

E si, questo è il mio sogno. Lei, è il mio sogno. Trovare colei che sogno, e finalmente innamorarmi. Questa volta ero risoluto ed ero sicuro delle mie scelte, niente avrebbe potuto fermarmi. Nemmeno Elias stesso. Devo anche fidarmi di Lucia, le racconterò tutto. Spero non mi creda più pazzo del normale. L'unico modo per eliminare la presenza di Elias... Era di accettarla. Lui era parte di me, la parte pazza del nostro inconscio che vuole prendere il sopravvento. Quella parte del nostro cervello che ci impedisce di vivere come vorremmo, quella parte piena di paura, rabbia, e cattiveria.

"Elias. Vattene. "

Elias non disse nilla.

"Ho detto. Vattene."

"Come vuoi, Fil"

Erano bastate queste 3 parole, e mettere fuorigioco Elias. Ora non aveva opposto resistenza. Era sotto il mio controllo ora, non riusciva a trovare nessuna crepa nella mia risolutezza, nei miei desideri. Ero sicuro di ciò che facevo, quindi Elias non aveva la minima forza, perché lui si nutre dei miei dubbi, paure, e ne trae forza. Senza di essi, diventa un'entità priva di vita, come adesso.

"Non tornare più, Elias, hai capito? "

"Certo"

Così scomparse. Piano piano ripresi il controllo del mio corpo, che dopo tante ore quasi non riconoscevo più.

Però mi era sembrato troppo facile, Elias davvero non aveva fatto una piega.

Non ero proprio sicuro che non sarebbe più tornato, ma una cosa era sicura: ora se n'era andato. Bloccato dalle catene della mia ragione e della mia sicurezza.

Provai a muovere ancora una volta le dita, i piedi, le gambe, la testa... Ogni muscolo che muovevo era una specie di novità per me.

Ora che ero stato dalla parte di Elias so cosa succede ad essere al posto suo. Ora conosco come agisce, e cosa prova. Quindi basta tenere sotto controllo i miei sentimenti e le mie azioni, e non avrò problemi, almeno spero.

"No, non c'è tempo per i dubbi Fil. Ora hai di nuovo il tuo corpo" continuavo a ripetermi queste parole.

Non persi tempo. Avevo un'energia nuova, che non avevo mai provato.

"Lucia! "

La chiamavo dalla camera in cui ero, sperando che rispondesse.

"Lucia, devo parlarti!"

"No, sei cambiato, non voglio parlarti"

"Si, l'ho scoperto anche io di essere cambiato, ma per una ragione ben precisa"

Sembrava che stesse finalmente ascoltando.

Finalmente.

"Però non possiamo parlarci a 5 metri di distanza, se non di più... "

"Invece si"

"Ti chiedo solo di fidarti di me, un'ultima volta. Dopo potrai fare tutto quello che vuoi di me, se non mi crederai, sarai libera di non vedermi mai più "

Dicevo quelle parole con un'agitazione incredibile, speravo solo che alla fine mi avrebbe davvero creduto.

Non sentii più nulla. Finché la porta della mia stanza si apri piano piano.

"Va bene. Vediamo cosa hai da dire..."

Sapevo che era un compito difficile, aveva perso completamente la fiducia in me. Dovevo convincerla e fare del mio meglio. Dovevo farle capire la verità, dovevo farle capire che i miei occhi erano di nuovo quelli che avevano imparato ad amarla.

L'uomo Che Guardava Nei SogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora