Dopo quell'affermazione lei rimase un poco sconcertata, si vedeva che non sapeva cosa dire. Era anche diventata rossa, probabilmente si era resa conto di tutto quello che mi aveva detto poco fa. Era tanto graziosa quando sorrideva... Quella sera passammo la serata a parlare di tutto davanti a una tazza di te sul balcone. Parlavamo di tutto, dei sogni, della mia storia, di Elias, di lei, di cosa desiderasse...
"Lo sai perché riesci a leggere nei sogni Fil? "
"Non ci ho mai pensato"
"E allora? Rispondi"
"Non lo so Lucia... Non ne ho idea"
"Tanto non te lo dico"
"Ma comee! "
"Lo scoprirai da solo"
"Dai su dimmelo! Sono impaziente! "
Parlavamo e scherzavamo come se ci conoscessimo da anni.
" Guarda che vengo lì eh! "
"E allora prendimi!" mi fece una linguaccia mentre si stava alzando dalla poltrona, e fece cadere la sua copertina rossiccia che aveva addosso poco fa.
Allora iniziò a correre, e io subito dietro di lei. Girammo per un minuto buono attorno al tavolo della cucina, senza che nessuno riuscisse ad acchiappare l'altro.
Rideva, rideva tanto... Era serena, felice. Ed io lo ero con lei.
"Ehi Fil! "
"Mh?"
"Guarda lì fuori! Che bello! "
Mi girai verso la finestra che stava indicando, e cercai qualcosa di bello. Ma niente...
Intanto si era messa a correre verso la stanza da letto fregandomi. Aveva usato un diversivo!
Ero tanto sereno.
Appena mi accorsi della sua "Fuga" mi girai alla velocità della luce, e riuscii ad afferrarla.
Poi la portai verso di me, e mentre ancora sorrideva, la baciai.
Non mi ricordavo un momento così da anni. Forse non avevo mai avuto davvero un primo bacio, non lo so. Non me lo ricordo. Ma in qualunque caso, questo sarebbe stato il primo per forza.
Non le ero stato mai così vicino, non avevo mai sentito il suo calore così intenso come ora.
Quando il bacio finì, le chiesi di andare a dormire, perché domani saremmo partiti molto presto.
Allora me la caricai sulle spalle, e la portai facendo lo scemo per tutta la stanza, per poi, alla fine, buttarla sul letto lanciandola. Poi mi buttai anche io nel letto, per farle ancora qualche coccola.
Quella notte la passai così, tra lei e i pensieri che mi ronzavano nella testa. Ma ero comunque sollevato.
Ripensai a quello che mi era successo: iniziavo a pensare cose inesistenti, iniziavo a sognare Elias anche ad occhi aperti. Quell'uomo mi aveva davvero fatto impazzire. Diavolo.
Stavo diventando pazzo. E se poi avessi fatto del male a Lucia? Se poi l'avessi fatta soffrire per colpa mia?
Non sarebbe giusto...
Non voglio in nessun caso che lei abbia qualche problema per colpa mia...!
In quel periodo non mi riconoscevo più, e non sapevo per quanto ancora sarei rimasto lucido da lì in avanti, e non potevo rischiare di farle del male.
Preso dall'ansia e dalla paura, verso le 4 di notte mi alzai col cuore a mille.
Senza fare rumore, mi alzai, mi preparai velocemente, presi la mia poca roba che avevo, e uscii dalla casa.
Prima di uscire, lasciai sulla parte del mio letto una lettera:
Mia cara Lucia,
Mi dispiace del gesto che sto per fare.
Ma non posso trascinarti in qualcosa che è più grande di me, che potrebbe ferirti. E io non voglio che succeda. Sei diventata qualcosa di troppo importante per me, sei diventata qualcosa di più di chiunque altro. Ti sembrerò stupido, codardo, ma ti chiedo scusa...
Continua per la tua strada, e quando avrò sistemato tutto, quando avrò trovato il mio sogno, tornerò da te.
Tuo, Fil Henye"
Non sapevo, che il giorno dopo, quella lettera sarebbe stata riempita di centinaia di lacrime versate per me.
Appena uscito di casa, mi appoggiai alla porta, e scivolai lentamente verso il basso, finendo per sedermi per terra.
Iniziai a piangere, perché avevo capito in che situazione di merda mi trovavo.
Stavo abbandonando la persona più importante che avessi mai incontrato, per colpa mia, perché non ero sicuro di chi io realmente fossi. Avevo paura... Di farle del male per colpa della mia pazzia.
Con le mani tra i capelli, piansi. Ma fu un pianto leggero, per non farmi sentire da Lucia, che stava ancora dormendo, cercandomi con la sua mano nel sonno, anche se io non c'ero più.
Avrei potuto semplicemente rientrare ed eliminare tutto, ma non potevo... Per il suo bene, e per il mio, dovevo andarmene... Non so per dove, magari in un posto in cui nessuno mi avrebbe mai riconosciuto, un posto in cui avrei potuto riiniziare ad aiutare gli altri, e in cui avrei potuto riaffermare la mia vita. Magari stavo scappando, magari scappavo da Lucia, perché avevo paura della felicità. Non l'avevo mai vista, e non pensavo esistesse.
Perché quando sei abituato ad avere merda addosso, la felicità ti sembra una bella storiella felice, mai realizzabile. Stavo scappando da me e dal mio sogno. Ma oramai era troppo tardi, avevo scelto. E non sarei tornato indietro.
Stavo abbandonando la donna che amavo, per inseguire qualcosa che mi avrebbe fatto tornare normale. Iniziava il mio viaggio, iniziava la mia Odissea, sperando, un giorno di tornare dalla mia Penelope, alla mia Itaca. L'unico posto in cui mi sono davvero sentito a casa.
Avevo paura, quindi scappavo.
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L'uomo Che Guardava Nei Sogni
Roman d'amourRiuscivo a vedere i sogni altrui. Non riuscivo a vedere i miei.