Capitolo 4

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Iniseme ai poliziotti, dopo un po' arrivò il signore dell'albergo, che appena mi vide con quella pistola insanguinata in mano, strabuzzò gli occhi e non seppe più cosa dire. Sembrava paralizzato.

"Perché l'hai fatto? Io credevo in lei... Fil... "

Cercai di replicare senza successo. Non riuscivo nemmeno a parlare. Nessuno mi credeva. E tutto... Per colpa di quello stupido... Elias.

I polizziotti mi stavano portando a braccio fuori dall'hotel, mentre io pensavo già ai titoli che ci sarebbero stati il giorno dopo su tutti i giornali e i telegiornali.

"Uomo benefattore di sogni uccide con un colpo di pistola un agente della sicurezza". O forse nemmeno mi avrebbero preso in considerazione. O magari avrebbero semplicemente riassunto il fatto con "Uomo uccide con un colpo di pistola" come se fossi uno qualunque.

In qualunque caso, sarei passato da benefattore a killer. Non è possibile. E mentre stavo pensando a tutto questo, mi accorsi che per l'ennesima volta, Elias era dietro di me. Però nessuno se ne era accorto. Così urlai di scatto:"Eccolo! È lui! È stato lui, e sta cercando di farmi imp... "

Mi ero divincolato e stavo puntanto un punto vuoto dello spazio.

Ah ma certo... Ero impazzito. Si! Ora ne ero sicuro. Mi ero immaginato di nuovo Elias, e di nuovo non c'era.

"Stai zitto e muoviti." Mi disse uno degli agenti che mi teneva sotto tutela. Mi rirpese, e sta volta mi mise un paio di manette.

Non ero più in me. "Elias dove diavolo sei!" 

Lo urlai per disperazione. In qualche modo lo cercavo, ne avevo bisogno.

Non mi aspettai una risposta. Ma invece...

"Hai paura di passare la tua vita in un carcere... Vero?"

La sua voce...

"Non ti va giù il fatto che avrai una vita monotona? Eppure l'hai avuta fino ad adesso"

Ancora la sua voce. Non dissi nulla.

"Sei disposto a scappare sempre e diventare completamente un'altra persona, Fil? Sei disposto a vivere? "

Probabilmente mi stavo immaginando tutto, ma risposi semplicemente con un "si" disperato.

Poi non vidi più nulla... E svenni.

Quando mi risvegliai, avevo un male incredibile alla testa. Ero in un letto di una casa che non avevo mai visto. Però aveva un camino acceso, un sacco di finestre, ed era irradiata dal sole, molto lucente. Non era stato un risveglio così tragico, dopo tutto.

Indagai un po' in giro con gli occhi, e notai anche degli animali inpagliati sopra il camino acceso.

Poi mi guardai a sinistra, e sopra il comodino marrone, vidi un giornale.

Lo guardai distrattamente, per poi cambiare direzione dello sguardo. Poi mi accorsi di quello che avevo visto: il giornale recitava così:"Morti 4 agenti per mano sconosciuta. Non si esclude nessuna pista"

Non osai leggere altro.

Che. Diavolo. Era. Successo?

Non mi ricordavo niente, ma cercavo comunque di sforzarmi, inutilmente.

Poi mi venne in mente: forse era stato lui. Forse mi aveva liberato... Anzi. Doveva esser andata così.

Assomiglia un po' a un "Non angelo custode" quello stupido.

"Elias. So che sei qui. Mostrati, se hai coraggio"

Mi aspettai la voce di Elias, ma rimasi sorpreso:"Oh ma buongiorno, guarda un po' chi si è svegliato! Stai tranquillo, elias non è qui"

Ma che ca...?

Era una voce femminile, molto dolce. Però non la vedevo, era probabilmente in un'altra stanza. E soprattutto... Aveva visto elias?

"Ehi, sono qui Fil, sono nell'altra stanza vieni, ho preparato la colazione! "

Alla parola colazione mi venne fame. Si vede che avevo dormito dal pomeriggio prima fino ad adesso.

Mi alzai, mi vestii con della roba pulita che avevo trovato sul letto, e andai nell'altra stanza. Mentre camminavo ripensavo a quelle parole fredde sul giornale di prima..

Ma quando varcai la soglia della cucina, smisi di pensare e vidi la fenomenale tavola imbandita preparata per me.

Brioches, spremuta, butto, cioccolata... Altre brioches... E altre ancora... Ma dove... Oh, poi mi accorsi della donna seduta al tavolo. Stava spalmando della cioccolata su una fetta biscottata.

Era molto bella. Forse aveva circa vent'anni. Aveva una camicetta da notte bianca, ma non vedevo la parte inferiore, perché coperta dal tavolo in legno.

Si sentiva odore di caffè, brioche e latte, sembrava di esser in un bar.

Lei aveva i capelli bruno scuro, con qualche accenno di rosso, forse per colpa del sole che la abbracciava tranquillamente.

"Buongiorno" dissi io un po' estasiato e distante.

"Buongiorno Fil. Vedo che stai bene"

Sapeva il mio nome? In effetti mi sembrava già di conoscerla.

"Ci conosciamo? "

"Si fil, certo. Una volta sono stato da te per osservarti mentre facevi il tuo lavoro. Sai... Sono una psicologa. Dovevo capire un po' come tu facessi a curare le persone in quel modo"

Boh, aveva deciso di darmi del tu senza problemi.

Aveva una voce tranquilla.

Poi addentò la sua fetta biscottata, facendo un gran baccano.

"Siediti pure eh! Non fare complimenti"

Se proprio insisteva... Perché no?

Mi sedetti su una sedia anch'essa di legno, e osservai di nuovo le pietanze su quel tavolo meraviglioso.

Esagerai davvero. Me ne dispiace, ma avevo una gran fame. Presi 3 brioches, una tazza di caffe latte, e poi due arancie e qualche fetta bisocttata. Mi sentivo un porco.

"Vedo che avevi fame" rise di gusto, mentre osservava il trucco di magia fatto dal mio stomaco.

Mi sentii ancora più maiale. Ma pazienza.

"Si... Tutto buonissimo... E in effetti avevo una gran fame... Grazie...? "

Accompagnai il grazie con una nota di domanda, come per chiederle il nome.

"Lucia"  mi disse lei capendo al volo.

"Grazie, Lucia. Piacere di riconoscerti" le sorrisi.

Senza pensarci un attimo incominciai a farle due domande.

"Scusami Lucia... Ma come sono finito qui? "

Lei ci pensò un attimo, poi rispose sicura:"Ti ho trovato nel bosco qui vicino, eri mezzo morto e sembravi ferito. Così ti ho portato qui."

Ma che...? Mezzo morto e ferito? Deve esser successo qualcosa legato ai 3 poliziotti... Forse mi ci aveva portato Elias.

"E... Elias? Sai dove è? Quell'uomo che era con me? "

Pensò di nuovo alla risposta, questa volta di più. Sembrava stesse scavando nei mendri della sua mente.

" Si... Un uomo c'era, ma era lontano, però non saprei dire se fosse l'uomo ce cerchi"

Sisi... Era lui. Uno che si nasconde e osserva da lontano come un coniglio deve esser per forza lui.

"Subito dopo però lo vidi scomparire"

Ovvio. Proprio da lui. Lo sapevo. Centra. È stato lui a ammazzarli. Gliela farò pagare.

L'uomo Che Guardava Nei SogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora