Capitolo 26: FINE.

135 9 3
                                    

Elias cercava di far qualcosa, di spegnere il fuoco. Cercava di far svegliare Fil.
-FIL! NON PUOI FARLO! SE MUORI TU...
Poi Fil si giro' lentamente verso tutta la fonte dei suoi problemi, e semplicemente non fece altro.
Gli occhi spaventati e agitati di Elias cercavano di trovare un goccio di razionalità nella mente di Fil. Ma fu tutto invano.
Il fuoco ormai aveva conquistato gran parte del pavimento, e tra poco, avrebbe mangiato tutto.
-Vedi Elias... L'unico modo per essere me stesso, è quello di fare una scelta definitiva. Ma allo stesso tempo, dovevo eliminare te.
-E quindi pensi che basti eliminare tutto così? Morendo? Facendomi scomparire? RINUNCIANDO A TUTTO SOLO PERCHÉ HAI PERSO UN SOGNO?!
-No. Lo faccio perché voglio essere me stesso. La morte, a mio avviso, è l'unica cosa che potrebbe farlo. Ci ho provato in tutti i modi a liberarmi di te.
-Non è possibile eliminare la propria pazzia, Fil! È una cosa che c'è in ogni umano! La follia! Non te ne libererai mai, anche da morto!
-Non mi interessa.
Elias era agitato. Mancava poco. Iniziava a sentirsi debole: Fil stava inizando a respirare troppo fumo. Diceva a Fil ciò che voleva sentirsi dire, lo assecondava.
-Fil, non è così che deve andare. Non c'è solo la follia negli uomini. C'è anche il coraggio. È una bella parola sai? È quella che devi usare.
-Il coraggio...
-Sì, è quella. Andarsene via così è da vigliacchi, non sarebbe per niente bello.
-Ma ormai il coraggio è volato via, Elias. Troppe volte ne ho fatto uso inutilmente. Ora mi sono stancato. Non mi interessa nemmeno essere vigliacco. Sono debole? E così sia.
-Tu sei... Pazzo...
-Possibile sai.
-Sei tu il pazzo qui... Non io...
-L'hai detto tu, la follia è in chiunque.
Il fuoco stava mangiando ormai anche le pareti, e Fil stava iniziando a tossire rumorosamente per il troppo fumo.
Da una piccola lettera era scaturito l'inferno più distruttivo.
Il rosso giallognolo di quel calore stava avvolgendo tutto, Elias, Fil, e i ricordi. Ormai sarebbe servito un miracolo per salvarli. Sarebbe servito un sogno, o sarebbe servita Lei.
Per una volta, Fil era sicuro di ciò che stava succedendo. Tutti i tasselli erano al suo posto, e la sua vita, o morte, erano nelle sue mani.
Tutto era perfetto ed ordinato, tranne per una cosa.
Un'ombra, apparve fuori da una finestra, a qualche metro da essa.
-Fil ma... Vedi...?!
-Cosa c'è ancora...?
-È... È...
Il fuoco ormai aveva inghiottito ogni cosa.
Non si riusciva bene a vedere più niente, tranne che fumo grigio misto alla luce accecante del fuoco vivo.
-Ma... È possibile che...
-Fil! È LEI! È LEI!
Elias stava morendo dalla felicità. Forse c'era ancora speranza. Non era per niente sicuro di chi fosse quell'ombra, ma adesso doveva fare in modo che Fil uscisse di lì, o sarebbero morti insieme.
Fil si avvicino' alla finestra chiusa, mezza bruciata. Osservo' meglio, e vide gli occhi di un sogno. Tutto ciò di cui era stato sicuro fino a pochi secondi fa, cadde a terrà rompendosi in milioni di pezzi.
-Lucia... Sei... Tu?
Si pentì di tutto.
Anche lei corse alla finestra, per esser sicura di ciò che stava vedendo.
-Fil... ESCI DI LÌ! Sono io! Si! Cosa stai facendo?!
-Io... Io... Adesso esco...!
Il fuoco aveva inghiottito ormai qualsiasi cosa.
Fil si stacco' da quella finestra, e si incammino' verso l'uscita.
Lucia, fuori davanti a quella finestra ad aspettarlo, tremante dalla paura, sperava di vederlo uscire al più presto.
Fece una decina di passi indietro, se no avrebbe rischiato di finire bruciata anche lei.
Aspettava, aspettava.
Poi lo vide, ancora dentro, passare dietro un'altra finestra accanto alla porta.
Luicia prese un sospiro di sollievo.
I due, si guardarono da quello spiraglio di vetro, scambiandosi un'occhiata di speranza.
-Fil... Io...! FIL... Io ti...
Non fece in tempo ad urlare tutto ciò che aveva da dire.
Non ci riuscì.
La casa, si accartoccio' su sè stessa.
Tutto cadde nella morsa del fuoco, senza risparmiare niente.
Non rimase rimase altro che quello sguardo nella mente di Lucia.
-Fil...
Non rimase altro che il silezio strappato via da quelle labbra.
-Fil...
Non rimase altro che il crepitìo furioso di quelle fiamme sileziose.
-Fil...
Non rimase altro che cadere sulle proprie gambe, e perdersi in quell'inferno sognante.

Fine.

L'uomo Che Guardava Nei SogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora