Pulvis et umbra

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Sherlock Holmes fissò James Moriarty, l'espressione colma di incredulità, mentre sentiva il terrore, suo malgrado, impossessarsi del suo cuore.
-Come è possibile?? -mormorò, la voce ridotta a un roco sussurro.-Tu sei morto. Il tuo cuore è stato pugnalato. La maledizione... Tu non puoi essere qui!!-ripetè, la voce quasi ringhiante.

Forse Eurus sta già usando i suoi poteri su di me...
Mi fa vedere cose che non esistono...

Moriarty, come se potesse leggergli nel pensiero, lo contraddisse immediatamente.
-Oh no, caro Sherly, la mia amica qui presente non sta facendo alcun giochetto mentale... per ora...-sottolineò, un ghigno evidente sulle labbra.-Tuttavia, è solo grazie a lei, se ora sono qui...
Mentre parlava, iniziò a girare intorno a loro. Sherlock tenne costantemente la spada sguainata, mantenendo il contatto visivo: gli occhi di James erano ancora più scuri di quanto ricordasse, e la sua pelle pallida era percorsa da vene nere.

-Hai presente quando mi hai fatto pugnalare dal tuo amichetto? A proposito, devo ringraziarti. Cominciavo a seccarmi dell'accordo con Irene... Trovo quello con Eurus molto più soddisfacente.-Fece una smorfia.-Sebbene anch'esso abbia degli aspetti alquanto... fastidiosi... Per esempio, non posso stare troppo a lungo sulla terraferma, o mi disintegro. Divento polvere... temporaneamente, è chiaro.
Fece una pausa.
-Ma hai idea di quanto sia NOIOSO??-James urlò istericamente l'ultima parola, portando Sherlock a produrre, nonostante tutto, un'involontaria smorfia di fastidio. -Per me, poi, che ho sempre odiato, la polvere! Sparsa dappertutto... Entra, dappertutto! Sebbene sia quasi... poetico, in un certo qual modo... Cenere alla cenere... Polvere alla polvere... Polvere siamo, e polvere ritorneremo, giusto?
Sherlock strinse le labbra, determinato a non dare corda ai suoi vaneggiamenti: la sua mano però, rafforzò la presa sull'elsa della spada.
-...Comunque, ero ormai rassegnato a lasciare questo mondo così patetico, quando sentì un voce nella mia testa. La sua, voce...-proseguí James, indicando il demone con un cenno del capo.-Mi chiese se ero disposto a sottomettermi a lei, in cambio della mia vendetta... Avvertendomi, però,
che avrei perso molto del mio aspetto... umano.

Ghignò.
-Inutile dire che accettai subito l'offerta, anche se passarono più di quattordici lunghi anni, prima che potessi essere in grado di agire. Fui sottoposto a molteplici e oscuri incantesimi per restare in vita... Ma non voglio annoiarti. Si può dire che, dopo tutta quella magia nera, l'unica parte umana vulnerabile che mi è rimasta è il mio preziosissimo cervello...-Ridacchiò maligno.- Il mio corpo è un po' meno... solido, ora...
Sussurrò le ultime parole a pochi centimetri dal volto del capitano, per poi ricominciare a girargli intorno, simile a un lupo che giri intorno alla sua preda prima di saltargli al collo.
-Diciamo che... non sono morto... ma non sono neppure vivo... Sono l'ombra di ciò che ero... Polvere ed ombra...-Sfilò lentamente un pugnale da sotto la veste scura.-Ma, per vendicarmi, non mi occorre essere altro...
Sherlock mosse rapido la spada sotto alla sua gola.
-Tu provaci-sibilò.- Vediamo chi di noi due è più veloce.

James, per nulla impressionato, sollevò un sopracciglio, e scosse la testa, con aria quasi di compartimento, riponendo il pugnale.
-Credi che io voglia ucciderti così, semplicemente? Mi reputi tanto banale? Mi insulti, Sherlock...
Si avvicinò di nuovo, ignorando la spada premutagli contro, sulle labbra un sorriso ferino.
-Certo, ti ucciderò. Non dubitarne. Ma prima... ti brucerò. Ti bruceró il cuore-ringhió. -Non solo lo brucerò. Ma lo guarderò bruciare. E mi godrò lo spettacolo...

D'improvviso, prima che Sherlock potesse fermarla, Molly si fece avanti, puntando rapida la sua spada alla nuca di James.
-Mi basterebbe un solo movimento per staccarti la testa dal collo...-sibilò, fissandolo con odio.
Moriarty scoppiò a ridere, anche stavolta per nulla intimorito.
-Accidenti, Sherly... è agguerrita la tua ragazza. Scusa, ma è una faccenda privata... e tu mi hai seccato. In realtà... mi avete annoiato entrambi...
Rivolse un rapido sguardo a Eurus, che fino a quel momento era rimasta nel più completo silenzio.

Prima che Sherlock riuscisse a capire cosa stesse accadendo, il demone sollevò la mano e, con un semplice schiocco di dita, li fece svenire entrambi.
Il pirata non ebbe neppure il tempo di fare qualcosa, e non avvertì nulla, prima che ciò accadesse. Non un dolore. Semplicemente, i suoi sensi si azzerarono, e cadde a terra, insieme a Molly.
James, con tutta calma, requisì ad entrambi le armi, buttandole poco lontano, per sicurezza, anche se era consapevole che non si sarebbero svegliati da quel sonno. Ma era meglio non correre rischi. Aveva atteso a lungo quel momento, e nulla doveva essere lasciato al caso.
Si occupò poi di Molly: le legò i polsi e le caviglie, e la trascinò in un angolo della grotta. Lasciò invece Sherlock proprio al centro, quasi ai piedi dei due scranni.
Ai miei piedi. Esattamente dove sarebbe dovuto sempre essere, pensò, compiaciuto.
Si piegò poi verso di lui, prendendosi il tempo di osservarlo mentre era privo di sensi, completamente alla sua mercé.
Quanto ho atteso questo momento...
Le sue labbra sottili si sollevarono in un sorrisino perfido, mentre Eurus si limitò a restare al suo fianco, silenziosa, in attesa.
-Non sai cosa ti aspetta, Sherlock, mio caro...-sussurrò maligno al suo orecchio.-È finita per te. Il tuo caro amichetto è fuori dai giochi da molto tempo, ormai. Nessuno verrà a salvarti, stavolta... Nessuno...

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Rosie, prendendo finalmente fiato, emerse dalla coperta sotto cui era nascosta, nella scialuppa di Molly.
-Scusa, zio-mormorò, una volta scesa, sguainando la spada e sollevando la lanterna che aveva portato con sé.-Avevo le dita incrociate...
E con passo attento ma rapido, si addentrò anche lei nell'oscurità della grotta.

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