La chiave e il forziere

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-Ehm... Sherlock... quella è solo una leggenda...- fece il primo ufficiale, titubante.
-Davvero, John? Non lo erano anche le maledizioni?-lo rimbeccò però il capitano, sarcastico, strappandogli una smorfia.
-...Come non detto... Comunque... sì, ne ho sentito parlare. Se non sbaglio, era la dea che venne imprigionata nella sua forma umana, giusto?
Sherlock annuì, invitandolo a proseguire.
-Aveva grandi poteri sulle correnti, i mari, e sulle anime che perdevano la vita in mare... questo è quel che ricordo, almeno.
-Molto bravo, John. Ti manca solo un piccolo frammento della leggenda, e altri dettagli, che io stesso ho scoperto solo poco tempo fa, durante il mio viaggio.
Il corvino prese un sorso di rhum, e proseguì.
-È possibile venire a patti con questa divinità, anche se a caro prezzo. Si può divenire quasi immortali, e capaci di solcare misteriosi mari per altri irraggiungibili. Basta strapparsi il cuore dal petto e riporlo in un forziere. E qualcuno l'ha fatto...
Il biondo parve improvvisamente capire, e impallidì.
-No... non può essere... Sherlock, dimmi che non è vero...-lo pregò, quasi.
Lui, però, fece un mesto sorriso, confermando la terribile supposizione.
-Purtroppo, John, hai capito perfettamente. James Moriarty è tornato.

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Mary, rimasta in silenzio durante tutta la conversazione, a quel nome non riuscì a reprimere un brivido, ricordando i terribili momenti in cui era stata tenuta come ostaggio da quell'uomo.
John, accorgendosene, gli strinse la mano per un fugace istante, a cui lei rispose con un leggero sorriso grato.
-E quindi, quella notte nessuno di voi due è morto, cadendo da quella scogliera... non per davvero... Assurdo...-mormorò poi John, portandosi la testa tra le mani. Poi, però, la sollevò piano, gli occhi socchiusi: il suo cervello quella sera, a quanto pareva, aveva deciso di lavorare a pieno regime, perché, finalmente, gli era tutto chiaro. Era come se tutte le tessere del puzzle di ciò che gli era accaduto nelle ultime ore si fossero improvvisamente incastrate sotto i suoi occhi.
- Magnussen doveva uccidermi per conto di qualcuno... questo qualcuno è ovviamente Moriarty...-riflettè a voce alta.-Ciò significa che tra loro due c'è... un'alleanza. Per questo ultimamente le navi pirata non fanno che affondare... Solo un momento, eh...
Tracannò tutto d'un fiato il suo boccale, asciugandosi poi il viso e versandosene ancora dalla bottiglia posta sul tavolo.
-Credo proprio di averne bisogno ancora...
Sherlock ridacchiò, vedendolo così scioccato.
-Vacci piano, John!-lo ammonì.-Mi servi lucido per la nostra missione...
-Che sarebbe?-ribattè lui, bevendo di proposito un'altra sorsata; Mary, al contrario, non aveva neppure bevuto un sorso dal suo boccale.
-Rifletti, John. Se il cuore di Moriarty è stato chiuso in un forziere, cosa potrebbe servirci?
Lui alzò gli occhi al cielo, esasperato.
-Sherlock, per una sola volta, una, puoi evitare di fare spettacolo e dirmi chiaramente le tue intenzioni??
-Servirà di certo una chiave per aprirlo-si intromise la voce di Mary, con una leggera timidezza.
-Che meraviglia! Qualcuno che non ha la bocca scollegata dal cervello, in questo mondo!-esclamò il riccio, sinceramente stupito ma compiaciuto.
Mary arrossì, e distolse lo sguardo.
-Grazie, eh...-borbottò il biondo, offeso.
Il capitano si affrettò ad aggiustare il tiro.
-...A parte te, John, s'intende... qualche volta... ehm... Ok, non sono bravo con le scuse...

John, davanti al suo capitano chiaramente impacciato, non riuscì a restare offeso, e scoppiò a ridere, e così fecero anche gli altri due; con quella risata, stemperarono almeno per un qualche istante la paura che aveva avvertito dal primo momento che era stato pronunciato il nome "Moriarty".
Questa, però, si spense fin troppo presto, mentre la gravità della situazione tornava a pesare su tutti loro.
-Immagino che tu sappia già dove si trova questa chiave, vero?
Sherlock, alla domanda dell'amico, scosse la testa.
-Purtroppo no, John. Nei miei due anni di viaggio sono solo riuscito a scoprire dove tiene il forziere, del suo legame con Magnussen-di cui, per altro, avevo già avuto la conferma-e del suo patto con la dea. Ho altresì scoperto vari dettagli di questo patto. E ho dovuto viaggiare per mari sconosciuti e pericolosi, per reperirle. Ma ne è valsa la pena. James non può scendere sulla terraferma se non una volta ogni dieci anni. Inoltre, il forziere lo tiene proprio sulla sua nave, al fine di non perderlo mai di vista.
Il primo ufficiale rifletté a lungo su tutte quelle informazioni, finché una domanda non gli sorse spontanea.
-Ma, capitano, come sei riuscito a scoprire tutto questo? Hai fatto delle ricerche?
-No, John. Ho parlato direttamente con la Dea-rispose Sherlock, serafico, come se fosse la cosa più naturale del mondo.-La conoscevo già da molto tempo... e anche James.
John sbarrò gli occhi, attonito.
-...No no aspetta, torna indietro... tu e lei avete...-Fece un gesto eloquente con la mano, strappando al corvino una smorfia: era evidente che non avrebbe voluto approfondire quel particolare aspetto della storia.
-Sì, John. Eravamo amanti-ammise, però, conscio che l'amico non gli avrebbe dato tregua.-Ma è stato molto tempo fa. E ho scoperto solo da poco chi fosse realmente.
Fissò lo sguardo sul tavolo, con malcelato imbarazzo.
-Fu uno dei primi screzi tra Moriarty e il sottoscritto. Per quanto James la corteggiasse, lei alla fine preferì me. E lui questo non l'accettò mai. Sono quasi certo che mi porti ancora rancore... Non che abbia bisogno di altri motivi per odiarmi, beninteso...-sottolineò, ironico.
Ma John non sorrise neppure, e scosse la testa: era ancora incredulo e sconvolto da quella ennesima rivelazione.
-...Ah. Quindi scopro solo ora che hai avuto una storia d'amore. E con una dea, men che meno...-fece, infatti, mentre Mary nascondeva un sorriso, forse un po' divertita dall'espressione sinceramente sconvolta di John.
-Te l'ho detto. Non sapevo che fosse una dea! E comunque non conta più, ormai. Ci siamo lasciati molto tempo fa, prima ancora che James mi tradisse-tagliò però corto il capitano, bruscamente.- Ora, l'importante è trovare la chiave, e liberarsi finalmente di Moriarty.
-E dunque? Come la troviamo, questa benedetta chiave? Abbiamo per lo meno qualcosa da cui partire??
Le labbra di Sherlock, incredibilmente, si incresparono in un piccolo dolce sorriso.
-Devo vedere una persona...-rispose, infine, lo sguardo assorto.-È l'unica che può aiutarmi... Sempre che ancora lo voglia...

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