CXX

324 20 4
                                    

Arriviamo nel centro di Roma col buio inoltrato, dato che è ancora inverno e la luce c'è per poche ore quotidiane.
Mentre eravamo in auto, Lydia aveva chiamato la pizzeria per prenotare un tavolo per le 8, perciò possiamo stare tranquilli sul fatto che non troveremo posti o che dovremo fare la fila.

"Oddio, ma quello è il Colosseo!", urla Allison, una volta svoltati per una larga strada pedonale, dalla quale, dietro degli alberi, si vede l'imponente simbolo di Roma.

"Scott, scattami una foto. Ho sempre sognato di vedere questo monumento!", continua, entusiasta.

Scott, quasi sbuffando, striscia il telefono fuori dalla tasca e fa una foto piuttosto artistica alla sua ragazza.

"Ma se ci facessimo fare una foto di gruppo da qualcuno?", propone Lydia dopo che Allison ha visto la sua. Tutti annuiamo, perché ci servirebbero dei ricordi, anche manuali.

"Ci penso io", dico, e vado dal primo passante che capita.

"Scusi, potrebbe farci una foto?", chiedo al signore di mezza età dai capelli brizzolati e grigi.

"Yo no hablo tu idioma", mi dice, e senza dire altro va via, lasciandomi completamente spiazzato.

Vado da una ragazza che mi sembra piuttosto affidabile. Le faccio la stessa domanda fatta al tizio spagnolo, ma anche questa volta ho dato picche.

"Excuse-moi, je ne parle pas italien", mi risponde, e non mi da il tempo di mostrarle il telefono che mi rivolge un sorriso e poi se ne va.

"Ma c'è qualche italiano qui?", sbraito, con un po' di gaiezza.

Una ragazza che a me sembra giapponese si avvinina a me e mi chiede se mi serva qualcosa.

"Potresti farci una foto per favore?". La ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi a mandorla annuisce e poi ci mostra ciò che ha scattato.

"È perfetta!", esclamo "Grazie mille". La giovane donna ci rivolge un tipico saluto orientale per poi andarsene.
Continuo ad osservare l'immagine: il Colosseo dietro, contornato di alberi, e noi siamo così sorridenti e così spensierati, come ai primi tempi, di due anni fa.

Dopo circa un'oretta arriviamo a La Bona de Casa e ci sediamo ad un tavolo che una giovane dipendente ci mostra.

Ordiniamo le nostre pizze, tutte diverse, e alla fine ognuno di noi mangia un po' di tutto. Per esempio, dalla classica margherita di Lydia, siamo passati a mangiare la mia americana, poi la quattro formaggi di Allison e infine la diavola di Scott. Erano tutte così saporite e giuro a me stesso di non aver mai mangiato delle pizze così buone.

"Mamma mia, e chi ci vuole più tornare in America dopo questa meraviglia!", esclama Scott poggiando le posate sul piatto e le mani sullo stomaco.

"A chi lo dici", continua Allison, facendo la stessa cosa.

"Mi mancava una mangiata così", aggiungo, "Anche se per mia nonna sono ancora piccolo e perciò mi prepara delle porzioni che sono per 8 persone!", esclamo, facendo ridere i ragazzi.

"Chissà quando ci vedremo di nuovo e trascorreremo una serata così...", mugugna Lydia, tenendo lo sguardo basso.

"Tranquilla Lydia, vi verremo a trovare ancora, tra un po'", la rassicura Allison, prendendole la mano e stringendogliela.

"Avete già qualche idea per il futuro? Rimarrete qua o tornerete a vivere a Beacon Hills?", ci chiede all'improvviso Scott, lasciandomi con la bocca aperta. Non ci ho mai pensato, ad essere sinceri.

"Credo che torneremo a salutarvi qualche volta, ma non sappiamo se resteremo qui o torneremo da voi. L'Italia ci piace molto", spiego, cercando di trattenere le lacrime di malinconia, pensando a mio padre, mia sorella e tutte le persone a me care che ho lasciato lì.

"Scott, noi dovremmo andare però, è l'una!", commenta la fidanzata trascinandolo per il braccio.
Io ho già i fiumi agli occhi, perché so che non vedrò i miei migliori amici per troppo tempo.

"Amico mio, non piangere dai, che sennò mi emoziono anch'io!", esclama Scott stringendomi forte con le sue braccia muscolose. Per un attimo mi fermo e inizio a ridere per la sottospecie di battuta che ha fatto, ma poi continuo a piangere.
Poi abbraccio Allison, e le dico che non smetterò mai di pensarli.

Una volta staccati, prendo Lydia per mano e osservo i due ragazzi andare via. Mi prende il magone appena si girano, ma vabbè, la cosa positiva è che non sarà mai un addio, ma un arrivederci.

ciaoo!
scusatemi se questo capitolo non è leggibile, ma l'ho scritto di notte (come gli altri). dovete sapere che quando non riesco a dormire e i miei genitori non girano per casa, riesco o a leggere o a scrivere, o certe volte mi vedo qualche serie tv, per cui capitemi😂
comunque spero vi piaccia come sempre.
buona giornata❤
Miry.

YOU'RE MY MOONLIGHT 3 [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora