UNA MEZZOSANGUE IN SERPEVERDE.

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«Ci mancava solo una mezzosangue nella nostra casa. Ci farà fare brutta figura davanti a tutti, sarebbe dovuta tornare nel grifondoro.» silenzio tombale. «È lì che stanno i perdenti.»

Stavo tornando dal bagno, quando dovetti passare dal dormitorio maschile per recarmi in quello femminile. Sentii questa frase e rimasi colpita.

Me ne andai, non feci niente, come se non avessi sentito quelle parole. Infondo era notte tarda ed ero troppo stanca per urlare contro qualcuno. Se fosse stato giorno, sicuramente avrei detto la mia.

Entrai in stanza e sul mio letto trovai un pezzo di pergamena contenente un messaggio per me, dalla scrittura riconoscibile: "alle undici di domani mattina al bagno femminile. H.G"

Era sicuramente di Hermione. Mi tranquillizzò, quel messaggio ricevuto proprio da lei. Non me lo sarei aspettata e fu la sorpresa più bella per me.

Non pensavo volessero ancora la mia amicizia. Credevo che, la sera prima a cena, mi avessero salutata solamente per educazione, nient'altro.

A quanto pare mi sbagliavo. La mattina dopo, alle undici precise, mi feci trovare dentro il bagno delle ragazze.

Sentii dei passi avvicinarsi. «Ti ho detto che verrà!» esclamò, come se fosse esausta, una voce femminile. «Ti ho detto di no, fidati! Si sarà già scordata di noi cara piccola ingenua» cercò di convincerla, una voce maschile.

«Ragazzi basta, entriamo e facciamola finita» disse un'altra persona ancora.

I tre amici inseparabili entrarono insieme. Ero così contenta di rivederli che per tutto il tempo sorrisi ingenuamente, non notando che mi stessero osservando con aria interrogativa.

Avrei voluto correre incontro a loro e non lasciarli più, ma non riuscivo a muovermi, mi sentivo come paralizzata.

Per fortuna Hermione si decise a fare un passo e mi venne incontro, abbracciandomi talmente forte da rompermi quasi una costola.

Misi le mie braccia intorno a lei, e la strinsi. Si unirono, poco dopo, anche Harry e Ron.

«Da quanto tempo» disse Hermione staccandosi. «Non lo fare mai più! Neanche una lettera...» con una mano colpii il mio braccio sinistro e la cosa fece sorridere Ronald.

«Mi dispiace davvero tanto. Vi ho pensati sempre, non c'è stato giorno in cui io non abbia pensato a voi. Credetemi, ragazzi. Mi siete mancati tanto.» ammisi dispiaciuta.

«Anche noi, Vivian. Siamo pronti a tornare quelli di prima, a questo punto.» disse Harry, prima che il ragazzo dai capelli rosso fuoco, ovvero Ron, non rovinò il momento strappalacrime.

«Ma se lei ora fa parte dei Serpeverde, come facciamo noi a tornare quelli di prima?» chiese, anche con tono serio. Quel ragazzo stupiva chiunque avesse attorno.

«Troveremo il modo, sta un po' zitto per una buona volta» lo ammutolii Hermione.

L'ora dopo mi ritrovai a lezione di pozioni, dove il professor Piton stava spiegando come creare una tisana magica con grandi effetti collaterali per chi la bevesse.

Sfortunatamente non stavo ascoltando molto quello che diceva, poiché ero presa dai miei pensieri. In classe c'era anche il signorino Draco. Dopo quello che sentii uscire dalla sua bocca la notte prima, l'unica cosa che avrei voluto dirgli era: pietrificus totalum. Cosi da immobilizzarlo per almeno il resto della giornata.

Cercai di tornare in me e ripresi la mia calma interiore, ma era troppo tardi. Il professor Piton mi aveva beccata fantasticare e si infastidii.

«Signorina Gallagher! Se non vuole seguire la mia lezione può sempre andarsene, definitivamente intendo, da questa scuola.» mi guardò in malo modo. «Non è mancata a nessuno di noi, in tutto questo tempo in cui non era presente» continuò.

Sentii ridere Draco e i suoi scagnozzi dall'altra parte della stanza. «Voi cosa avete da ridere?» urlò il professore rivolgendosi proprio a loro. «Siete solo dei mocciosi irrispettosi, andrete tutti all'inferno» puntò la sua bacchetta contro i tre fanciulli. Avrei potuto ridere di gusto, ma non me la sentivo. Piton tralasciava un'amara inquietudine.

Finita la lezione uscii dall'aula e scesi le scale per arrivare al primo piano. Un ragazzo, arrivato di corsa, si mise accanto a me. «I mezzosangue non dovrebbero stare qui» sputò con odio.

«Neanche i ragazzi con problemi sociali dovrebbero stare qui. Dovrebbero andare in una scuola nel mondo dei babbani per ragazzi problematici. Eppure ti vedo ancora qui, Draco» risposi.

Al che lo feci arrabbiare e posizionò la sua bacchetta avanti a me, feci la stessa cosa rivolta a lui. Prima che succedesse qualcosa, però, arrivò la McGranitt.

«Cosa state combinando voi due?» chiese innervosita. «Non vedete che siete rimasti da soli? Tutti gli altri alunni sono già nelle rispettive aule! Sparite subito da qui»

Ci guardammo intorno, e in effetti era vero, eravamo rimasti in due. Anche se la circostanza non durò poco più di due minuti, il corridoio era isolato.

Draco, prima di correre giù per le scale, mi guardò con aria di sfida. Come per dire: "non finisce qui". Pensava di farmi paura, ma non conosceva affatto bene il suo avversario, a quanto pare.

Per quanto quel ragazzo sia dannatamente irritante, bisogna ammettere che ha un certo fascino. Il suo modo di comportarsi non è del tutto odioso, in qualche maniera mi attrae. Pensai.

Scossi la testa immediatamente e scacciai quei brutti pensieri dalla mia testa. Tornai alla realtà. Come potevo pensare a lui in quel modo!?

Vivian, che orrore, non me lo sarei mai aspettato da te. Cosa direbbe tua nonna in questo momento? Non ne sarebbe fiera. Draco rimane sempre un Malfoy.
Dissi tra me e me.

Poco dopo sentii una voce provenire dal pavimento, cosa non alquanto stramba, dopotutto eravamo ad Hogwarts. «Scappa», «Scappa», «Scappa o morirai» Continuava a ripetere.

Cercai di inseguire la voce, ma andai a sbattere contro il professor Severus.

«Gallagher. Chi non muore si rivede.» sorrise amaramente. «Posso sapere gentilmente cosa sta facendo lei qui durante l'orario scolastico?Oltretutto da sola, mi sento in dovere di aggiungere.»

«Cercavo l'aula di erbologia» mentii. «È a pochi passi dietro di lei, venga. L'accompagno.» buttai fuori un lungo sospiro e mi incamminai con affianco il professor Piton.

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