LA PARTITA DI QUIDDITCH.

1.1K 51 25
                                    

«Pensi di esserti presa una cotta per chi, scusa?» se la risposta fosse stata quella che immaginavo fosse, sarei rimasta con il malumore per l'intera giornata. Speravo non si fosse presa una cotta per lui, anche se, nel caso fosse stato così, avrei lasciato che ci provasse. Può darsi che l'avrei pure aiutata. Era una mia amica ormai, per lei l'avrei fatto. Infondo tra me e Draco non ci sarebbe potuto essere niente.

Guardò l'orologio prima di rispondermi, spalancò gli occhi e si mise ad urlare nuovamente. «Oh dio, Vivian è tardissimo! Dobbiamo andare. Te lo dico dopo.»

«Possiamo anche fare un lieve ritardo a lezione! Non verremo uccise. Calmati.» dissi io, sospirando. «Lezione? Oggi c'è la partita di Quidditch! Quale lezione?» chiese lei, nel panico più totale. Non le piaceva arrivare per ultima, bensì per prima.

«Me ne sono completamente dimenticata.» dissi tirandomi una mano sulla faccia. «Non ho fatto neanche gli auguri a Ron.» ero così dispiaciuta. «Immaginavo che te ne saresti dimenticata, difatti ho fatto gli auguri anche da parte tua. Ti conosce così bene, se lo aspettava anche lui. Mi ha detto di dirti che non ti devi preoccupare, sa che ci sarai.»

Arrivammo al campo, la partita era iniziata da poco e il rosso aveva già fatto 10 punti. Non esultai, come tutti quanti, ma ero davvero contenta per lui. Qualcosa mi colpii in testa, mi abbassai e raccolsi il ciottolo. Mi girai per vedere chi l'avesse lanciato, non vidi nessuno. «Vivian» sentii chiamarmi dall'alto, alzai lo sguardo. Blaise. Mi fece segno di andare verso l'uscita, e mi disse: «È importante, corri.» Così mi avviai frettolosamente lì. Mentre stavo per chiedere se ci fosse qualcuno, una persona mi tappò la bocca e mi trascinò dietro ad una colonna. «Sta scendendo mio padre con Severus.» mi sussurrò all'orecchio. I due passarono, chiacchierando allegramente e si diressero verso il campo per guardare il gioco.

Solo in quel momento tolse la mano dalle mie labbra. «Devi smetterla di fare queste entrate. Mi spaventi ogni volta, trova un altro modo per avvisarmi.»

«Non lamentarti, o ti lascio uccidere dal mio stesso sangue.» alzai gli occhi al cielo e sbuffai. «Dobbiamo andarcene da qui, prima che mio padre ti veda.» Draco iniziò a correre, urlandomi di seguirlo. Lo feci. Corremmo per una cinquina di minuti, arrivammo nella foresta. Disse che era meglio usare la materializzazione, e quello era il luogo perfetto per fare un incantesimo del genere. All'improvviso ci ritrovammo in una vecchia capanna, in montagna. «Nasconderci a scuola ti suscitava fastidio, Malfoy?»

«Voldemort sarebbe venuto e ti avrebbe cercata. Ti avrebbe trovata, e ti avrebbe uccisa sicuramente. Non hai ancora capito? Mio padre non era lì per caso, non è mai venuto a guardare una partita, nemmeno quando giocavo io. Per quello ti ho portata via da scuola.» fece una pausa. «Ho chiesto a Blaise di mandarmi uno dei suoi segnali non appena mio padre se ne fosse andato.»

«Hai giocato nella squadra?» chiesi stupefatta. «E comunque dove siamo?» si buttò sul divano posto nel centro della piccola casetta. «Sì, per un po'. Ti sei persa molte cose, ci saresti dovuta essere. Abbiamo passato anni tranquilli e divertenti.» mi guardò. «È una casa di famiglia, mio padre non se la ricorda neanche. Venivamo qui quand'ero piccolo. Non ci veniamo da secoli.»

Annuii senza dare risposta e iniziai a guardarmi attorno. «Ti è mancata Hogwarts?» mi chiese lui. «Intendo, in tutto quel tempo che sei rimasta a casa.»

«Sì, ma non riuscivo a tornare. Mi serviva del tempo per capire se io fossi convinta di tornare a studiare e ricominciare a rivedermi con gli amici di sempre.» risposi. «E ora? Ne sei convinta?»

You Saved Me. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora