LA LETTERA DI NONNA ASIA.

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Mi svegliai in infermeria, e andare a parlare con il preside era la prima cosa che mi venne in mente. Dopotutto mi ero ripresa, e mi sentivo bene fisicamente.

«Vivian» mi accolse con il sorriso. Io non potei fare lo stesso, non ero molto in vena. «Mi spiace disturbarla a quest'ora della notte, ma vorrei parlarle.» dissi, con voce ancora un po' assonnata.

«So già di cosa vuoi parlare, e tua zia è stata anche molto chiara su questo argomento: é arrivata l'ora di dire la verità a mia nipote! Mi ha detto.» fece una pausa. «Ma io vorrei prima sapere delle cose. Ad esempio, come stai? Come ti trovi qui?»

«Oh, benissimo grazie. E qui é magnifico, esattamente come me lo ricordavo.» raccontai una mezza bugia. Moralmente ero a pezzi, e d'altronde credo che lo sarebbe stato chiunque al posto mio.

«Non c'è bisogno di mentire Vivian. Sei tosta come tua zia, lo posso capire. Spero che tu possa riprenderti, e mangia qualcosa durante la giornata.» sorrise nuovamente. «Se non ti piace il mangiare, posso sempre far portare qualcos'altro!»

Era un uomo davvero simpatico, ma in quel momento non riuscivo proprio a mostrarmi gentile e garbata. Desideravo ciò che volevo, per chiudere definitivamente quel brutto incubo e raccontare tutto ai miei amici. Nella speranza di non far morire qualcuno, ad esempio me.

«Il cibo è buonissimo, grazie.» risposi.

Aprii il cassetto centrale della sua scrivania, e iniziò a cercare un qualcosa in mezzo ad una marea di cartacce. «Trovata!» esclamò sollevato, forse per il fatto che non avrebbe dovuto scovare più a lungo.

Tirò fuori una lettera di color giallastra, assai vecchia, e la porse a me. «Che cos'è?» chiesi curiosa, non c'era scritto nient'altro se non: A Vivian, con la speranza di una vita migliore.

«Su, cosa aspetti? Va ad aprirla!» e così feci. Uscii dal suo magico ufficio e mi incamminai a passo svelto per i corridoi, verso la mia stanza.

Stranamente Juliet non c'era, quindi mi sedetti sul letto e iniziai a stracciare la carta esteriore.

"La ricerca degli anelli di oro nero" si presentò come titolo. "Cara Piccola Viv, come ti senti? Che domanda sciocca, se hai ricevuto questa lettera è ovvio che tu non sia di buon umore. Spero che tua zia, prima di fartela dare, non ti abbia lasciata soffrire le pene dell'inferno. Quelle creature malvagie, pensano che tu abbia qualcosa di mio. Un qualcosa di potente, talmente potete da uccidere chiunque provasse a distruggerlo. Credo che tu sappia di cosa io stia parlando: gli anelli di oro nero. Quest'ultimo, nel mondo magico, è ritenuto segno di malvagità, di distruzione. I mangiamorte, con l'accordo di stare sempre affianco di Tom (scusami se non riesco a chiamarlo nel modo in cui lo chiamate voi, e scusami ancora di non averti parlato prima di tuo nonno), un tempo maledicevano l'oro con magia nera. Esso dava molto potere a chi lo indossava. Quindi poteva essere una collana, un anello, un bracciale. Tutti noi mangiamorte indossavamo uno di quegli oggetti. Dopo l'ultima battaglia, ne sono rimasti tre, tre anelli. Il primo apparteneva a me. Il secondo apparteneva a Lucius Malfoy, il padre di Draco Malfoy, che lo perse e lo presi io. l'altro sarebbe dovuto appartenere a te. Ora sta a te scegliere cosa farne del tuo destino e decidere se trovare gli anelli e distruggerli, o tenerli e diventare uno dei più potenti seguaci di Riddle.
P.S. vorrei che tu stessi lontana da Draco Malfoy, quel ragazzino è uguale al padre e ti farà sicuramente del male, o cercherà. Sta attenta. Ti voglio bene,
Nonna Asia."

Rimasi, per la seconda volta in due giorni, scioccata. Come avrei potuto trovarli? Non c'era neanche un indizio, e come avrei potuto distruggerli? E cosa stava a significare che il terzo anello sarebbe dovuto appartenermi? Sarei stata destinata ad essere un suo seguace, nel caso non li avessi distrutti? Avevo tanti dubbi, tante domande che mi ronzavano in mente.

Presi la lettera e la posai nel cassetto del mio comodino, accanto al letto. Per sicurezza lo chiusi a chiave, e quest'ultima me la misi nella tasca del pantalone. Uscii dalla stanza, anzi uscii proprio dall'istituto. Per schiarirmi le idee e stare un po' tranquilla, decisi di andare al Lago Nero. Era il mio posto preferito, quando ero più piccola andavo lì quasi tutti i giorni. Mi piaceva, era l'unico posto in cui potevo stare da sola con serenità.

Quando arrivai, vidi una persona stare in piedi davanti al lago, nel mentre tirava dei sassolini con rabbia nell'acqua. «Malfoy» lo salutai, mettendomi affianco a lui, a guardare il paesaggio.

Si girò verso di me. «Gallagher, che ci fai qui a quest'ora della notte? É vietato.»

«È vietato anche per te, se è per questo.» non rispose e continuò a lanciare ciottoli. «Arrabbiato?» chiesi sedendomi.

«Ti interessa?» chiese con arroganza. «In effetti no, pura curiosità.» risposi con un pizzico di acidità.

«Perché sei qui a quest'ora, Gallagher?» si sedette anche lui, guardando avanti a sé.

«Non credo ti possa interessare. Giusto?»

«Giusto, pura curiosità.» non risposi. «Hai un aspetto orribile, lasciatelo dire.» disse guardandomi.

Non capii neanche io perché lo feci, ma a quella frase iniziai a ridere. Non mi sentii pazza, perché a ridere con me si aggiunse anche lui. Non era una battuta e neanche un complimento, ma era vero, avevo un aspetto orribile. Sembravo uno zombie appena uscito dal terreno.

«È affascinante il lago a quest'ora.» smisi di ridere. «È per questo che sono qui.»

«Mi sorprendi. Non pensavo che trovassi affascinante una cosa così oscura. Non tutti sono d'accordo con il nostro parere.» mi girai verso di lui e inarcai un sopracciglio. «Nostro?»

«Sí, nostro. Piace anche a me il lago a quest'ora» ammise. «Draco Malfoy che ammette di essere d'accordo con una mezzosangue, nonché grifondoro mancata!? Adesso hai sorpreso me.»

«Comunque sono anch'io d'accordo con te su una cosa.» aggiunsi. «Su cosa?» mi chiese.

«Sarei dovuta stare nei grifondoro.» ci guardammo. «Infondo è lì che stanno i perdenti, no?» dissi facendo riferimento a quella notte in cui lo sentii parlare.

Serrò per pochi secondi la mascella, per poi parlare. «Come hai fatto a sentirmi?»

«Chiudi bene la porta, la prossima volta, Malfoy.»

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