Tamburellavo nervosamente con le dita sopra la superficie del banco. Delle volte mi giravo alla mia sinistra, per guardare di sfuggita Draco. Vicino a lui c'era Juliet, stranamente Blaise non era a lezione. Lo guardavo anche solo con la coda dell'occhio. Scriveva, poi parlava con la ragazza accanto a sé, scriveva di nuovo, rideva con lei, e scriveva ancora. Di certo non ascoltava la lezione, ed ero sicura che su quella pergamena non stesse scrivendo la spiegazione del professore. Sembrava che tra di loro ci fosse una sintonia, anche troppa per due conoscenti. Dovevo ammettere che un pizzico di gelosia l'avevo. Avrei voluto esserci io, al posto della bionda. Continuava a sorridergli, a mettergli una mano sul braccio e lui non si spostava. Ero dannatamente irritata. Juliet si girò e mi mimò un «Tutto bene?». Annuii e le sorrisi nel modo più finto possibile, per poi voltarmi verso la cattedra davanti a me.
Alzai la mano. «Professore, so che non è orario, ma non mi sento bene. Posso andare al bagno?» chiesi nella speranza che mi dicesse di sì, non volevo stare un minuto di più in quella classe.
Piton mi guardò in malo modo, si avvicinò, e abbassandosi appoggiò i suoi occhi su di me. «Vada. E non si disturbi a tornare. Prosegua per l'infermeria.» fece una pausa. «Potrebbe essere qualcosa di grave.» il suo tono di voce era più basso del solito.
Mi sciacquai la faccia, e rimasi forse per dieci minuti lì dentro, da sola coi miei pensieri. Iniziarono ad esserci tuoni e fulmini, il cielo si era scurito improvvisante. Iniziai a respirare sempre più affannosamente, mi guardai attorno e non vidi nessuno. Solo delle voci lontane che urlavano. Voci di studenti.
Uscii dal bagno di corsa, e mi fermai quando vidi la McGranitt e Silente entrare nella mia aula.
«Tutti fuori in fila indiana immediatamente. Tutto fuori.» quasi urlava, la porta l'aveva aperta come una furia. «Severus ci raggiunga anche lei, e velocemente anche.»
Tutti erano agitati, mentre la professoressa urlava sopra gli alunni di mantenere la calma. Avevo paura di cosa stesse per accadere, anche se un po' l'immaginavo. Ingoiai il groppo che avevo in gola, ma non riuscivo a seguire la massa.
«Oh santo cielo!» esclamò Albus Silente. «Vivian! Cosa ci fai lì? Vai subito via da qui! Segui la professoressa McGranitt al di fuori dell'istituto! Va, corri! E sta attenta.»
«cosa sta succedendo?» chiesi con tono freddo, mascherando il mio timore.
«Tuo nonno è qui. Ma devi scappare. Sarà una tua scelta andare con lui o restare a combattere. Ma devi andare con gli altri adesso, è l'unico modo per salvarsi: restare uniti.»
Corsi il più velocemente possibile. Tutti erano ormai ammassati nel cortile, ed io ero l'unica rimasta all'interno dell'edificio. Mi intrufolai in mezzo alla folla di studenti, e mi misi vicino ad Hermione, che mi diede un'occhiata di compassione.
Davanti a noi c'era Voldemort e il suo esercito.
Era arrivato.
Tremavo, come il resto delle persone. Negli occhi di tutti si poteva intravedere il terrore puro, la voglia di scappare, di mettersi in salvo, di tornare ad un'ora prima quando era tutto tranquillo e Voldemort non era lì a sfidarci.
Mi scese involontariamente una lacrima, il vento tirava forte. Hermione no. Hermione non pianse. Era triste, preoccupata, dispiaciuta. Fissava Ron, e gli prese la mano, intrecciandola alla sua. Lì capii di aver perso di vista Malfoy. Mi bastò voltarmi alla mia sinistra per ritrovarlo. I suoi capelli bianchi erano spettinati, un ciuffo riccio ricadeva sulla sua fronte. Aveva una posizione rigida e dura, ma aveva paura anche lui. Si vedeva dal suo sguardo cupo, e dai suoi occhi scuri, di un blu intenso.
«Draco. Vieni qua. Subito.» bisbigliò dall'altra parte Lucius, facendo segno con la mano di raggiungerlo. La madre lo incitò. «Draco, figlio mio, vieni da noi. Forza.»
Lo continuai a fissare, e per fortuna si accorse di me. I nostri sguardi si incrociarono, ed io con le lacrime agli occhi lo pregai. Scossi la testa, come per dirgli di non andare, ma sembrava non volesse ascoltarmi.
Sapevo che sarebbe stata una mossa azzardata avvicinarmi a lui davanti a tutti, mostrando apertamente e pubblicamente il mio interesse. Ma io a vederlo lì non ce la facevo, io dovevo provarci.
Mi avvicinai, le sue braccia erano lungo i fianchi. Con una mano gli presi la sua e la strinsi il più forte possibile. L'altra la poggiai sulla sua giacca nera. «Ti prego. Non farlo.» sussurrai, posando la mia testa sul suo braccio.
«Draco, ma che fai? Vieni subito qui.» ribadì il padre, ancora con tono di voce basso, per non farsi sentire dal signore oscuro.
Mi guardò una sola volta, negli occhi. Poi si staccò da me, camminando lentamente verso i suoi genitori. Andò dritto verso l'altro esercito. Presi un respiro profondo, avrei voluto lanciare un urlo.
Una fitta mi arrivò dritto allo stomaco, dritto al cuore.
«benvenuto caro, benvenuto» disse Voldemort, con un lieve sorriso, abbracciando quello che per me era più che un amico. «Qualcun altro vuole unirsi a me?» chiese infine.
«Mh, Magari tu.» disse indicandomi, con una mano mi asciugai le lacrime che scendevano a dirotto. «Nipotina cara, perché non vieni dalla tua famiglia e lasci perdere quei perdenti? D'altronde c'è anche il tuo fidanzatino qui. Cosa fai lì tutta sola?»
Guardai Draco, che non smetteva di fissarmi con aria affranta. «Non é il mio fidanzato. E tu non sei la mia famiglia.» risposi, con voce spezzata.
«Ah Ah Ah. No. No. No. risposta sbagliata Vivian. Risposta sbagliata. Vuoi finire anche tu come il tuo amichetto, il signor Potter, per caso?» indicò con la bacchetta dietro di sé e si spostò leggermente per farmi osservare la scena.
Solo allora mi accorsi che harry era sdraiato, senza sensi, nelle braccia di Hagrid. Mi sentivo svenire, sentivo di cadere a terra da un momento all'altro. Non poteva essere, non era vero. Era tutto un brutto incubo, uno dei miei maledetti incubi. Poche ore e mi sarei svegliata, lasciando in quel brutto sogno tutto il dolore, senza più sentirmi morire letteralmente all'interno.
Spazio autrice
Ciao a tutte fanciulle. Come state?
Secondo voi come andrà a finire la storia?
Mi raccomando, lasciate un voto e un commento, che mi fa sempre piacere sapere le vostre opinioni e le vostre critiche! Alla prossima.
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You Saved Me.
FanfictionLa verità é che non ci si innamora mai di chi si pensa di innamorarsi. Ci si innamora di chi fa sorridere, di chi sa sorprendere, di chi colpisce fin da subito. Ci si innamora dell'imprevisto, dell'errato, dell'ignoto. Ci si innamora di chi può far...