«Chi è?» chiesi con un misto tra curiosità e ansia.
«Chi è l'ultima persona che vorresti vedere sulla faccia della terra?» non era momento per scherzare.
«Malfoy?» fece un'espressione buffa, e da quella espressione capii che fosse esattamente lui.
«Mi devo nascondere?» lo dissi in modo sarcastico, pensandolo sul serio però.
Juliet scosse subito la testa. «Assolutamente no.»
Mi alzai controvoglia. Uscii dalla stanza e chiusi la porta. «Che c'è?» pronunciai seccata.
«Possiamo parlare in un posto più tranquillo e non in corridoio?»
Si avviò verso il corridoio maschile. Non ero intenzionata a seguirlo all'inizio, poi lo feci.
Volevo sapere cosa aveva da dirmi di così tanto importante da addirittura venire a bussare alla mia stanza.
Entrammo nella sua camera, mi guardai attorno.
Nessuna traccia di Zabini.
«Allora? Cosa devi dirmi?» mi misi a braccia conserte, in attesa di una risposta.
«Oggi sono stato ad una riunione con tu-sai-chi. C'erano tutti, compreso mio padre e George.»
«Quindi? Va avanti.» odiavo quando le persone non continuavano le frasi e bisognava incitarle a parlare.
«Hanno in mente di attaccare il castello di Hogwarts. Vogliono uccidere Potter. Vogliono prendere l'anello. Sanno che lo possiedi tu.» non poteva essere, Voldemort non avrebbe potuto scoprirlo da solo.
«Ti hanno detto quando?» ero preoccupata.
«No, per questo ti ho avvisata. Devi distruggere l'anello il prima possibile, e trovare gli altri.»
«Devo dirti una cosa sul secondo anello.» gli dissi. «Ti ho mentito. Ho ricevuto un altro biglietto.» lo tirai fuori dalla tasca posteriore dei jeans e glielo feci vedere. «Se noti c'è scritto Voldemort. Quindi penso che ce l'abbia lui. O sbaglio a pensarlo?»
«Non sbagli. Me ne occupo io, intanto tu esercitati e distruggi quel benedetto anello.» cosa voleva dire con "me ne occupo io"? Non l'avrei lasciato prendere a lui, se lo avesse fatto si sarebbe buttato lui stesso nelle braccia dell'inferno. Per sempre.
«Se stai pensando di prendere l'anello dalle grinfie di Riddle, scordatelo! Non te lo lascerò fare.»
«So badare a me stesso, non sono un bambino. Tu pensa al tuo, io penso al mio.»
Non dovevano andare così le cose.
Io pensavo al mio, ma pensavo anche al suo.
Pensavo anche a lui.
Infondo quello era un problema mio, non si sarebbe dovuto mettere nei guai per me. Se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonata.
Mi sfiorò il pensiero, e subito tornai rigida. «Ti ho detto che te lo scordi!» ripetei, arrabbiata.
«Vivian, lo vuoi quello anello o no?» chiese ormai stanco delle mie lamentele e dei miei capricci.
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You Saved Me.
FanfictionLa verità é che non ci si innamora mai di chi si pensa di innamorarsi. Ci si innamora di chi fa sorridere, di chi sa sorprendere, di chi colpisce fin da subito. Ci si innamora dell'imprevisto, dell'errato, dell'ignoto. Ci si innamora di chi può far...