IL BALLO SCOLASTICO.

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I giorni seguenti mi scervellai per capire come poter trovare quei benedetti gioielli, e come poterli distruggere. Ero decisamente sola, e ancora non me la sentivo di parlarne con i ragazzi. Avrei dovuto spiegare tutta la vicenda, e avevo paura della loro reazione. Sarei stata zitta ancora per poco, mi dissi.

La sera del ballo scolastico arrivò in fretta. Misi un vestito nero, senza bretelle, stretto in vita, ma largo lievemente verso la gonna. I miei capelli neri erano semplicemente lisci e sciolti, sembravano addirittura più lunghi del dovuto. Acconciai il viso con un velo di trucco, per essere almeno presentabile a colui che mi avrebbe accompagnata alla cerimonia.

Juliet aveva finito di prepararsi, scese circa una ventina di minuti prima di me. Io, come al solito, feci ritardo. Questa volta, però, avevo una motivazione valida: non trovavo il mio bracciale di sempre. Non ricordavo se quella mattina l'avessi messo o no, ergo pensai che l'avesse preso Juliet senza il mio permesso. Era solita prendere vestiario e oggetti di mia proprietà, e a me non dava fastidio.

Arrivai nella sala dove si sarebbe tenuto il ballo, cercai di scendere le scale con grazia ed eleganza. Al posto di guardare il mio accompagnatore, appena scesi l'ultimo gradino, mi cadde l'occhio su Malfoy. I suoi capelli bianchi erano tutti tirati indietro, lo smoking nero gli stava alla perfezione, la camicia bianca infilata dentro al pantalone era abbastanza stretta da accennare il suo fisico prestante e il suo sguardo era più misterioso che mai. Mi squadrò dalla testa ai piedi, continuando a parlare con Zabini. Posò il bicchiere che aveva in mano e tirò le mani in tasca. Tutto questo nell'arco di cinque secondi, e in quei cinque secondi, io mi ero scordata del resto.

«Lasci aspettare sempre così tanto i ragazzi?» rivolsi lo sguardo verso la persona difronte a me. Chissà da quanto era lì, chissà se aveva notato la mia distrazione verso i suoi confronti. «Scusami, ho avuto un piccolo problema.»

Io e Jacob, studente della casa dei corvonero, ballammo per una decina di minuti, o poco più. Si premurò di chiedermi se volessi qualcosa da bere, ma io negai. Lui andò lo stesso al banchetto, poiché aveva sete e io ebbi la scusa perfetta per fare un giro. Non mi stavo annoiando, d'altronde il moro era simpatico, ma non mi stavo neanche divertendo.

Andai sulla terrazza e restai lì, finché non arrivarono due studenti che iniziarono a baciarsi vicino al balcone, io li guardai disgustata. Avrebbero potuto farlo da un'altra parte, non davanti a tutta quella gente. Sarebbe potuto entrare chiunque, anche un professore, o addirittura il preside. Nessuno di quelli elencati entrò, a parte un ragazzo dai capelli bianchi. Il mio cuore sobbalzò, senza un motivo, quando lo vidi avvicinarsi.

«Gallagher, proprio te cercavo, ho una domanda da porti.» disse senza neanche degnarsi di salutare.

«Mi hai trovata, spara.» gli dissi. «Cosa ci facevi l'altra mattina nei sotterranei?» chiese calmo.

«Cosa sarei dovuta andare a fare nei sotterranei? Hai sbagliato persona, Malfoy.» tentai di mentire, ma a quanto pare funzionava con tutti, tranne che con lui. «Ti conviene dirmi la verità.» rimase calmo e fermo sulla sua convinzione. Io non risposi, ma continuai a guardarlo. Ero troppo orgogliosa per ammettere di aver mentito, e non mi avrebbe spaventata di certo un tipo come lui.

«E va bene, quindi questo non è tuo?» tirò fuori dalla tasca un bracciale con un ciondolo a mezza luna. Aprii lievemente la bocca. Mistero risolto, Juliet non aveva preso niente e io non avevo dimenticato nulla. Semmai avevo perso qualcosa.

«Addirittura adesso sai anche cosa indosso?» Cercai di prenderlo ma senza risultato, fece un passo indietro e io restai immobile.

«Ti ho vista scappare, sai? Corri veloce.» si avvicinò di poco, senza eliminare le distanze. «Voglio solo sapere cos'hai sentito.»

«Tutto.» ammisi spavaldamente. «Se ti azzardi a dire solo una parola a qualcuno, giuro che i tuoi giorni qui saranno un incubo.» provò a minacciarmi

«Quando capirai che il tuo modo di fare non mi spaventa? Non mi interessa dire il tuo segreto a qualcuno, non ne ricaverei niente, se non creare un caos generale per il nulla. Non ne ho bisogno.»

«Voglio sapere cosa ci facevi là sotto. Merito di saperlo, hai origliato un mio discorso che non ti riguardava affatto.» guardai in basso per un secondo, e poi rialzai lo sguardo su di lui. «O me lo dici, o puoi dire addio al tuo bracciale»

«Dovevo cercare una cosa, e non provare a chiedermi che cosa. È un segreto di famiglia, e in più la storia sarebbe troppo lunga da raccontare.» sbottai irritata dal suo comportamento infantile.

«Ho tutto il tempo di questo mondo Gallagher.» si sedette a terra, sul pavimento del terrazzino, porse una mano verso di me. Tintinnai, ma ahimè, appoggiai la mia mano sulla sua e mi sedetti accanto a lui. «Sai il mio segreto, ora tocca a te.»

Ci misi un po' prima di scegliere cosa fare. Forse quella sera non mi sentivo bene, forse ero impazzita di colpo, ma gli raccontai in breve dei sogni, di mia nonna, di mio zio morto, di Tom Riddle, di mia madre, degli anelli e della lettera che mi diede Albus Silente. Gli raccontai anche i miei dubbi riguardo a come trovare gli anelli e che avessi i sensi di colpa per non aver detto niente a Ron e gli altri. Incredibile, solo 48 ore prima scoprii che Draco fosse dalla parte di chi cercava esattamente quei gioielli e io mi misi a dire tutto ciò che sapevo al riguardo. Non lo conoscevo, non era un mio amico e non avevamo confidenza. Mia nonna mi aveva anche raccomandato di stare alla larga da lui, mentre sembrava che io stessi facendo tutto il contrario. Oltretutto, quella sera, lo vidi anche in una maniera differente dalle altre volte. Mi sarei presa a schiaffi da sola, quella notte.

«Pensavo di essere nei casini, ma ti posso dire che tu sei messa peggio di me.» non mi tirò su il morale, non era questo il suo intento. «So che mi pentirò di ciò che sto per dire, ma dovresti parlarne con Potter e la sua banda. Sono fastidiosi e non li sopporto, però hanno qualcosa che molti non hanno, la pazienza di perdonare e di capire chi vogliono bene. E a te vogliono bene, credimi.» mi voltai a guardarlo, non riuscii a credere che lui facesse parte  di quei pazzi omicida. Lui non era così, per niente.

Tutt'un tratto venimmo interrotti dall'arrivo di Blaise che ci colse alla sprovvista. «Ah, ma allora sei qui!» disse riferendosi a Malfoy. Ci alzammo frettolosamente d'istinto. «Andiamo.» disse Draco mettendogli una mano sulla spalla e portandolo verso l'entrata. «E comunque questo lo tengo io, Gallagher.» Si girò solo una volta per dirmi questo, quasi a bassa voce per non farsi sentire da Zabini.

«Si può sapere cosa ci facevi con Vivian?» chiese l'amico, metà sorpreso e metà sconcertato. Non sentii la risposta, ma ero sicura che non gli avesse detto la verità.

Tornai dentro anch'io, e trovai Jacob seduto su una sedia, tutto solo. Mi dimenticai completamente di lui, avevo il timore che si fosse arrabbiato. «Ehi, scusami, sono stata un po' fuori.» dissi avvicinandomi a lui. «Spero che tu non ti sia annoiato nel frattempo. Hai per caso ballato con qualche donzella?» chiesi sorridente.

«Ehi! No, in questa mezz'ora ti ho aspettata qui da solo. I miei amici danzavano con le proprie fanciulle e le altre ragazze, a mio dispiacere, non erano te.» abbassai lo sguardo, mi sentii tremendamente in colpa. «Se mi avessi detto che saresti andata in terrazza ti avrei raggiunto dopo aver preso da bere.»

«Mi dispiace davvero tanto. Sarei dovuta rientrare al più presto, volevo prendere solo un po' d'aria, ho perso la cognizione del tempo. Perdonami.»

«Come posso non perdonarti?» poggiò la sua mano sulla mia. «Mi piaci davvero, Vivian Gallagher.»

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