NON È LA FINE DEL MONDO.

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Voglio solo che ti perda
Non ti chiedo quanto resterai
Né promesse né ricordi
- Paola Turci- questione di sguardi.

«Hai altri segreti da confessare?» chiesi a mia madre, che non riuscii a rispondere a causa dell'arrivo di Draco in cucina. Più i giorni passavano e più scoprivo cose sulla mia famiglia che non avrei mai pensato di venire a sapere. Ero, oramai, stanca di tutte quelle menzogne. Non toccai cibo per il resto della serata, compreso il mio dolce preferito che mia madre aveva preparato solo ed esclusivamente per me: la torta di zucca. Mia mamma notò il mio malessere, e cercò di rassicurarmi con un semplice e dolce sorriso. Non mi aveva fatta sentire meglio, bensì peggio. Non potevano nascondere tutti quei racconti sulla propria famiglia e poi comportarsi come se nulla fosse successo nell'arco degli anni.

«Senti, Vivian, perché non porti Draco a fare un giro della casa mentre io metto in ordine qui?» mi risollevò dai miei pensieri. Non risposi, annuii solo, e mi alzai dalla sedia in legno su cui ero seduta. Si alzò anche Malfoy, subito dopo di me. Lo portai a vedere le camere, parlai poco e con tono di voce decisamente basso. Non avevo molta voglia di parlare, volevo rimanere in silenzio con i miei dubbi e la mia sofferenza, che tanto nessuno avrebbe capito appieno.

«Quindi questa è la tua stanza...» disse il biondo, indicando la camera con le pareti bianche. Due letti singoli erano divisi da due comodini color panna, l'armadio era dello stesso tipo dei comò, e la scrivania color pece era posizionata difronte la finestra, all'opposto dell'entrata. «Esatto.» risposi io, fredda. Non era la prima volta che gli rispondevo in quel modo, dicendo solamente una parola e oltretutto senza voglia. Lui, infatti, sembrava avesse capito che qualcosa non andasse.

«Vieni.» mi prese la mano, chiuse la porta della stanza e si sedette su uno dei letti presenti, tirandomi per far sedere anche me. «Vuoi dirmi cosa succede?» Sarei potuta rimanere in silenzio, che tanto lui avrebbe capito. Lui capiva sempre. Capiva i miei silenzi, le mie azioni, i miei pensieri, mi capiva con uno sguardo. Non dovevo perdere tempo a spiegare, lui mi capiva e mi ascoltava. Scossi la testa, in segno di negazione. Un gesto inaspettato mi prese alla sprovvista, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla nuca. Una delle sue mani era sul mio fianco, l'altra stringeva i miei capelli color corvino. Non riuscii a trattenermi davanti a quel ragazzo così dolce, sapevo quanto impegno ci mettesse a far trasparire il suo lato gentile, sapevo quanto gli costava farsi vedere in quel modo. Una lacrima rigò il mio viso, e appena la vide non esitò un secondo ad asciugarla con il pollice.

«Sono qui, Vivian.» disse lui, con voce bassa e stringendomi ancor di più a sé. Io sapevo che lui ci fosse, ma per quanto ci sarebbe stato? Fin quando non si sarebbe stancato, fin quando non avrebbe trovato qualcosa di meglio da fare. Nessuno rimane per sempre affianco di chi vuole bene, per un motivo o per l'altro, tutti prima o poi prendono strade differenti. È la vita. Ma ciò che mi chiedevo io era: lui mi voleva bene? E se sì, era un semplice bene o qualcosa che andava oltre? Mi staccai dalla sua stretta.

«Mia madre ha avuto una storia con tuo padre. Mi ha confessato che è rimasta incinta di lui.» sbottai. «C'è la probabilità di essere fratelli, Draco.» sospirai, alla fine della frase e lo guardai con sguardo assai triste. Mia nonna si era innamorata del ragazzo sbagliato, mia madre pure, ed io feci la stessa cosa. Non avrei mai dovuto iniziare una conversazione con lui, non avrei mai dovuto dargli corda. Sarei dovuta rimanere chiusa nel mio mondo, come avevo sempre fatto, continuando a vedere Jacob. E invece feci il contrario, dicendo al ragazzo dei corvonero che non ci saremmo più potuti vedere, poiché in quel momento avevo bisogno di tempo da prendere per me stessa. Da una parte era vero, dall'altra era una scusa. Dentro di me, sapevo che il mio cuore appartenesse ad un altro ragazzo.

«Dimmi che è uno dei tuoi scherzi.» A quanto pare non la prese bene, e io con lui. «No, anche se mi piacerebbe fosse così.» si alzò, e iniziò a camminare lentamente avanti e indietro. Si strofinò una mano sul suo viso e poi la passò tra i suoi capelli biondo platino. «Ma non ti ha ancora detto che il bambino sei tu, giusto?»

Scossi la testa. «C'è da immaginare, però. Se non sono io, chi potrebbe essere?»

«Non ne ho la più pallida idea.» si sedette accanto a me nuovamente, le sue mani erano poggiate sui suoi arti inferiori, e la sua espressione lasciava intravedere confusione e agitazione. «Non puoi essere tu. Perché dirlo adesso?»

«Non lo so, Draco. In casa mia c'è il caos quest'anno. Non ti so rispondere.» lo guardai. «Nel caso fosse così dovremmo accettare la cosa e continuare a comportarci come sempre. Non cambia nulla, se non il fatto che nelle nostre vene scorre lo stesso sangue.»

«Non lo accetterò mai, cambierebbe tutto. Non dirlo neanche per scherzo, Gallagher. Non siamo legati in alcun modo!» mi puntò l'indice contro, ma senza alzare lo sguardo da terra. La sua gamba si muoveva istericamente e le sue mani accennavano un lieve tremolio.

«Suvvia Malfoy, non è la fine del mondo sapere di avere una sorella.» e invece lo era, o perlomeno per me. Sapere che il ragazzo di cui sei innamorata potrebbe essere tuo fratello, non è così facile da comprendere. Non l'avrei mai accettato del tutto, neanche io.

Si voltò nella mia direzione, i suoi occhi azzurri,  poco più scuri del solito, si poggiarono sui miei color nocciola. «Lo è eccome, Gallagher, se tu sei attratto da lei.»

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