e l e v e n

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La giornata non è proprio iniziata nei migliori dei modi, ma capisco che potrebbe finire anche peggio quando mi accorgo che tutti hanno ricominciato a lanciarmi i soliti sguardi carichi di giudizio e doppi sensi.

Ma, la cosa che davvero mi sorprende, è il vedere Scott McCall, Stiles Stilinski e Lydia Martin, gli amici di Liam che hanno già finito la scuola, nel cortile mentre parlottano fra di loro.

La cosa è, indubbiamente, sospetta, dato che per quanto ne so dovrebbero già essere al college.

Si voltano verso di me, e noto che anche loro mi dedicano uno di quegli sguardi, come se sapessero più del dovuto.

Mi stringo maggiormente nel maglione, entrando a scuola come se fossi una fuggitiva da una prigione, quando in realtà ho solo aiutato un ragazzo da dei bulli.

Apro il mio armadietto, e noto subito che alcuni ragazzi vicino a me mi guardano e se ne vanno subito, commentando a bassa voce.

Non so bene quale è il loro problema, ma la cosa inizia ad irritarmi.

Forse la gente inizia a pensare che anche io sono come Liam e i suoi amici? Inizieranno a torturare anche me?

Prendo un sospiro, afferrando il libro di chimica prima di chiudere l'armadietto, urlando non appena mi volto.

"Ma che cosa stai facendo?" Esclamo, cercando di riprendere il respiro dopo lo spavento causato da Liam, che sembra constantemente starmi dietro alle spalle "Mi hai spaventato."

Lui si sistema la spallina dello zaino, guardandomi con una strana espressione del viso.

Ha delle occhiaie profonde, come se non avesse dormito per un anno, e il viso é pallido e spento.

Sembra il fantasma di sé stesso.

"Scusa, non volevo spaventarti." Dice, ma è il suo tono di voce che davvero mi spaventa.

Un tono di voce così pieno di tristezza e delusione non lo sento dall'arresto di mio padre, e la cosa non mi piace per niente.

"Liam, stai bene?" Chiedo, sinceramente preoccupata.

"Sto bene." Dice, ma i suoi occhi non sembrano andare daccordo con le sue parole "Avrei bisogno di parlarti."

I suoi piani, a quanto pare, non vanno proprio daccordo con i miei, e la cosa mi fa sentire in colpa, perchè non voglio farlo sentire peggio.

"Liam, dovrei andare in classe, e poi-"

"Mi serve solo un minuto, okay?" Esclama, e sembra davvero disperato, quasi come se si dovesse mettere a piangere da un momento all'altro.

Sospiro, cercando velocemente un modo indolore per andarmene via, non trovando niente di utile.

Mi spiace se Liam sta male, e so che in parte la colpa è mia, ma non può pretendere che in un paio di giorni io riesca ad accettare tutto questo: sarebbe troppo per chiunque.

"Liam, scusa, davvero, ma penso che dovrei andare a lezione." Dico, e vedere i suoi occhi diventare sempre più scuri è come ricevere un pugno in pieno stomaco.

"Tori, ti prego," esclama, e la sua mano prende la mia, forse cercando di instaure un contatto "mi bastano solo cinque minuti."

E quasi mi viene da cedere, davvero, ma so che anche se lo lasciassi fare le cose non cambierebbero, che la mia paura rimarrebbe la stessa.

"Senti, magari potremo parlare fra qualche giorno, io ora propri- oh mio Dio." Sgrano gli occhi, spostando la mia attenzione da Liam a qualcosa, o meglio, qualcuno dietro di lui.

Thunders and Roses {NC + Liam and Theo } Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora