17_Ritorno a casa part2

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Negli anni successivi Luschva si impegnò nei suoi compiti, cercando di mantenere le promesse fatte al padre al momento di accettare il ruolo di Guida. Dopo lo scioglimento della setta di sua sorella non erano più sorti problemi, e da quando era tornata nessuno aveva messo in dubbio le sue capacità. In questo le era stato utile Madik. Il suo nuovo collaboratore si era incaricato spontaneamente di diffondere fra le genti le qualità della Guida, sfruttando le sue conoscenze nei vari villaggi.

I suoi amici attribuirono il motivo di quella decisione e il conseguente cambio di obiettivi, alla forte impressione ricevuta da Madik nel colloquio intercorso al Castello Rosso con la Guida, subito dopo il suo ritorno. Questo perché nessuno di loro sapeva di quella innocente modifica inserita da Luschva nella sua mente durante quella conversazione, dopo aver letto i suoi piani ambiziosi e pericolosi per la comunità.

Durante quel periodo, negli eventi di primavera, lei divenne il punto di riferimento di ogni condivisione così come lo erano stati suo padre e le Guide precedenti. Col suo apporto le qualità generali di tutta la razza crebbero dirigendosi verso nuovi obiettivi.

Diversi ragazzi avevano qualità latenti e aspettavano solo di trovare qualcuno in grado di farle emergere. Così la sua classe crebbe con nuovi allievi e questi a loro volta si sparsero nella comunità diffondendo le loro conoscenze mentali.

Il trascorrere del tempo, insieme allo svolgimento dei suoi doveri, le stava curando la mente.

*

Amira rientrò in casa dopo aver steso il bucato approfittando del calore di quella bella mattina di metà autunno. I suoi figli erano a scuola e lei era rimasta in casa col suo bambino più piccolo, fra poco sarebbero andati al Castello Rosso a prendere le provviste donate alle persone nelle sue condizioni. Due anni prima il suo compagno era deceduto in uno sfortunato incidente nei boschi, sulle montagne del nord, quando lei era appena incinta del terzo figlio, e così era rimasta sola coi tre piccoli da accudire e far crescere.

Solber stava dormendo pacifico nella culla.

Riempì la brocca d'acqua prendendola dal cestello colmato quella mattina presto nel pozzo vicino a casa. Prese il bicchiere lasciato sul tavolo, vi versò il liquido e quindi fece per portarlo alla bocca ma uno strano dubbio la colse in quel momento, perché era sicura di averlo lasciato in una posizione diversa prima di uscire, esattamente dalla parte opposta del tavolo.

Forse ricordava male e in pochi sorsi svuotò il bicchiere. Tuttavia altre volte si era accorta dello spostamento di oggetti di vario tipo, lasciati soprattutto sul tavolo, ma aveva sempre attribuito il tutto alla sua fantasia e alla sua memoria imperfetta anche perché, quando succedeva, era sempre sola; poi girò lo sguardo verso il suo piccolo, in effetti non era mai stata proprio sola.

Amira cominciò a ragionare sulle possibili facoltà del suo bambino ma in breve dovette desistere, certe caratteristiche si evidenziavano solo in alcuni bambini e non prima dei quattro o cinque anni di età e lei lo sapeva bene avendone altri due le cui doti si erano formate proprio in quel periodo ma poi non erano cresciute ulteriormente. Qualcuno stava facendogli sicuramente uno scherzo, allora aprì la mente e con una certa difficoltà riuscì a individuare gli altri suoi figli e questi si trovavano esattamente dove dovevano essere.

Meditò sulla questione ancora per un po' e infine decise di fare un tentativo.

Doveva recarsi al Castello per cui ne avrebbe approfittato per discutere della cosa con la madre di Luschva, con la quale si conosceva abbastanza bene da poterla disturbare. Chissà, magari Tahdia l'avrebbe ascoltata e fatta parlare con la Guida stessa.

Quanto sarebbe stato bello se suo figlio stesse manifestando almeno una di quelle qualità speciali di cui solo pochi individui della sua razza dimostravano di essere in possesso.

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