20_La ricerca di Leona part2

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Coersomgon: pianeta ricco di metalli nella spirale di Oscion. Non fa parte dei Pianeti Superiori ma ha comunque un forte collegamento col pianeta Auros e i suoi abitanti con i quali condivide lo stesso interesse per i metalli. Le principali città si trovano vicino alle zone di estrazione dei minerali. Capitale: Coersomgon, l'unica città provvista di una Porta di trasferimento.

Carlo recepì quelle informazioni durante l'attesa del loro turno di trasferimento.

Non era mai stato su quel pianeta, vicino al quale non si trovavano manifestazioni cosmiche di un qualche interesse, ma conosceva bene i loro tutori aurelliani.

Questi nascevano come famosi mercanti sul loro pianeta di origine, poi gli Chanti gli avevano aperto l'universo e cambiato la vita. Avevano diverse qualità per le quali erano stati scelti a far parte dei Pianeti Superiori ma una di queste era proprio la loro innata capacita di esercitare il commercio.

In quell'epoca non ne avevano più bisogno, la tecnologia gli forniva tutto ciò di cui avevano necessità ma non avevano abbandonato quella loro qualità sfruttandola per altri fini. Infatti si avvicinavano ai nuovi pianeti di cui volevano studiare la possibilità di evoluzione e proponevano affari con i quali imbastire dei rapporti di scambio ed essere ammessi favorevolmente in quella società.

Finalmente il monile di entrambi vibrò avvertendoli dell'imminente disponibilità della Porta, proprio mentre l'ultimo dei viaggiatori in arrivo dallo spazio usciva all'aperto.

Per i lunghi trasferimenti era sempre consigliabile partire entrando prima nella cabina. L'area d'influenza esterna delle Porte più antiche poteva non essere perfettamente integra e creare spiacevoli contrattempi sebbene i dispositivi di sicurezza, nel caso di un arrivo non completo, rispedissero indietro il viaggiatore dopo averlo rifiutato. Solo rare volte era capitato di dover usare la rigenerazione per un trasporto mal riuscito.

Era il loro turno. Entrarono e poi imposero la destinazione. Il sistema ne verificò l'esistenza e quindi si collegò alla Porta di arrivo richiedendo l'autorizzazione al trasferimento. Non appena questa gli fu concessa, disgregò i loro atomi.

In ogni singola micro particella fu verificata la presenza del mark di riconoscimento. Questo veniva inserito al momento della prima rigenerazione e quindi ne veniva controllato il funzionamento in tutte quelle successive.

Terminata la fase del riconoscimento, il sistema raggruppò le particelle inserendo i dati per il trasferimento e la ricomposizione nella Porta di arrivo, poi immise il tutto sulla rotta prestabilita, verso il punto più vicino allo spazio neutrale dove l'energia oscura aveva le sue regole. In un attimo raggiunsero la destinazione richiesta.

Kant percepì la conferma di arrivo e allentò il bracciale, quindi aprì la Porta ed uscì precedendo Carlo. L'ambiente in cui si trovarono era stranamente poco illuminato trattandosi del luogo che ospitava l'unica Porta di trasferimento del pianeta. Si guardarono attorno cercando una via d'uscita ma la luce esigua non permetteva di distinguere chiaramente le pareti. Kant alzò il braccio e usò l'energia del suo braccialetto come fonte di luce. Carlo fece lo stesso e dopo un po' di ricerche individuarono il punto di uscita.

La sala a cui ebbero accesso era già più illuminata, la luce proveniva dall'alto, dove le pareti laterali si aprivano in diversi punti per far posto ad alcune finestre. Queste fornivano abbastanza luce, sufficiente a far comprendere loro di trovarsi in una zona diurna del pianeta ma non abbastanza da mostrare completamente tutto quel posto in cui diversi punti rimanevano nell'ombra.

Si spostarono e così poterono rendersi conto delle dimensioni dell'ambiente. Il luogo era davvero vasto. Dietro di loro c'era la camera da cui erano appena usciti e le finestre in alto proseguivano in entrambi i sensi scomparendo nel buio.

Una luce fra le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora