07_Stella dell'universo

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La pianura di Oltrekàn si trovava a sud-ovest rispetto al paese, la si raggiungeva girando attorno al grande bosco il cui accesso era proibito ai bambini più piccoli.

Di solito per arrivarvi si percorreva il sentiero a sud, abbastanza largo da far passare senza problemi anche i carri più grandi. Questo si insinuava fra il bosco e il fiume, separandoli, fin quando il fiume non modificava il proprio percorso piegando verso meridione, proprio in concomitanza con la fine del bosco, le cui ultime piante crescevano dove i primi arbusti segnavano l'inizio della pianura e il panorama si apriva su di un territorio sterminato a vista d'occhio.

Ogni anno in corrispondenza della festa per l'equinozio, approfittando della partecipazione di tanti, vi si svolgeva la Condivisione. Quasi un esodo. Nel villaggio e nel nuovo insediamento rimanevano solo gli anziani, le cui condizioni gli impedivano di sostenere il viaggio, e poi coloro a cui era stato demandato il compito di accudirli durante quel periodo.

La fila dei carri si snodava lungo la pista battuta. Il primo come sempre era quello di Manto con la sua famiglia. All'interno Azena e Luschva praticamente non si guardavano e Tahdia si era messa in mezzo a loro per bloccare sul nascere qualsiasi diverbio avrebbe potuto esplodere tenendole troppo vicino.

Mshadi si era riservato l'ultimo carro, quello in fondo alla lunga fila, molto più indietro, partito diverso tempo dopo di loro.

Tahdia era afflitta per la rivalità amorosa venutasi a creare fra le sue due figlie. Durante la notte aveva avuto una discussione abbastanza accesa col suo compagno, assolutamente inusuale fra di loro e a conclusione della quale Manto aveva preso una decisione molto sofferta. Alla fine della festa l'avrebbe comunicata alle sue figlie e a tutto il popolo.

Per i maghi si annunciava un grande e probabilmente difficile cambiamento.

Mshadi era tornato solo il tardo pomeriggio precedente portando con sé la buona notizia della riparazione completa del canale danneggiato e Manto non era quindi riuscito a parlarci come avrebbe voluto. Il suo maestro aveva evitato accuratamente qualsiasi contatto prolungato con lui, limitandosi agli incontri comuni per organizzare quel viaggio annuale.

L'aria era piena di voci, in lontananza qualcuno cantava, nulla faceva pensare al tormento racchiuso dentro a quel carro in testa alla colonna.

Ogni tanto Tahdia tentava di introdurre un argomento col quale instaurare una conversazione per spezzare il silenzio opprimente, tuttavia nessuna delle sue figlie coglieva quelle occasioni per andare oltre a qualche monosillabo pronunciato a bassa voce.

Allora lei continuava da sola. Una sua conoscente le aveva portato notizie sull'insediamento situato sulle rive del lago Ties. Il tempo era stato ottimo e le messi abbondanti. Durante l'anno il numero delle nascite era aumentato considerevolmente rispetto a quello precedente e tutto portava a pensare ad una espansione assai rapida di tutto il villaggio.

Appena superato il bosco la pianura apparve in tutta la sua vastità e il convoglio vi si inoltrò dirigendosi verso una area estesa ben precisa individuabile dai cumuli di pietre lasciati come indicazione. Tutti i mezzi sarebbero stati lasciati nella parte più vicina al fiume per usufruire dell'acqua e per consentire agli animali che trainavano i carri di abbeverarsi.

Questi erano originari della zona oltre il Suero, dove galoppavano in totale libertà. Il lungo collo gli permetteva di brucare l'erba dal terreno mentre le zampe agili e snelle gli consentivano di percorrere lunghi tragitti in tempi brevi. Di tanto in tanto alcuni venivano catturati per le necessità della popolazione. La loro mente veniva modificata per permettergli di accettare il cambio di vita a cui sarebbero andati incontro. Cercavano di trattarli come meglio potevano ma erano perfettamente consapevoli della costrizione a cui li avevano indotti. Il fatto di aver modificato un cervello inferiore non li sollevava dal rammarico dell'azione compiuta, pur se necessaria. Le distanze aumentavano e il loro corpo non era adatto a percorrerle, se non in tempi sempre più lunghi, potendo trasportare oltretutto poche cose, e quindi l'aiuto fornito da quelle bestie, nel traino dei carri, era indispensabile.

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