Fece ricondurre il suo ospite nella stanza assegnata e poi abbandonò il Centro di comando. Rimasto solo si diresse verso i suoi alloggi e riprese a ragionare sulla situazione. Quell'universo così insignificante gli aveva riservato una sorpresa incredibile: un Tasbaj perfettamente funzionante, un divoratore di popoli nel pieno delle sue funzioni. Non aveva mai creduto in quella situazione per la quale, a volte, si creano eventi inspiegabili e questi volgono tutti a tuo favore. Il proprio destino ognuno se lo crea da sé, con le scelte fatte, il perseverare nelle idee anche quando queste sembrano portare insuccessi e abbattere gli ostacoli senza girarci attorno dimostrando caparbietà ai tuoi avversari, perché questi devono sapere che non ti fermerai mai fin quando non li avrai distrutti.
Aveva viaggiato per tanti universi e rischiato la vita infinite volte e mai nessuno, a parte il suo accondiscendente equipaggio, lo aveva osannato. Ma ora tutto sarebbe cambiato. La gloria si trovava a un passo da lui, così vicina da poterla quasi toccare e nessuno, nessuno, si sarebbe potuto permettere di affermare il contrario. La sua casata avrebbe regnato incontrastata per lungo tempo e tutto questo grazie a lui. Non c'era tempo da perdere, doveva partire subito.
Tuttavia sentiva dentro di sé la necessità di condividere quel momento per ottenere il consenso e anche il plauso gratificante. Così cambiò idea e ritornò sui suoi passi verso il ponte di comando anche se per una strada diversa.
Continuò ad avanzare a passo deciso mentre nuovi spazi venivano creati per lasciarlo passare e condurlo verso la sua destinazione. Le pareti gli mostravano immagini e video della sua terra di origine e antichi padri della sua dinastia: quelli i cui traguardi raggiunti ne avevano fatto degli eroi straordinari degni di essere venerati. Presto anche lui avrebbe fatto parte di quella schiera sublime e magari anche divenirne l'apice, perché nessuno di quei valorosi avrebbe potuto vantare nulla di meglio di quanto lui era in procinto di compiere.
Un elevatore lo fece emergere a pochi passi dall'ingresso della plancia mentre la sala del trono dove si era incontrato con Tikal non esisteva già più.
Entrò e si guardò attorno osservando le persone presenti. Tutti si fermarono aspettando un suo gesto. Non era solito fare discorsi ai cloni dell'equipaggio; al massimo coi pochi Originali presenti sull'astronave poteva disporre una riunione ed ascoltare quanto avevano da dirgli salvo poi fare come credeva meglio fin dall'inizio.
Ma quella non era una circostanza ordinaria. La sua voce avrebbe raggiunto ogni singolo individuo presente sulla nave. L'astronave era ferma, immobile e così anche tutte le persone in essa.
«Sheziri, il nostro ospite proveniente dalla Terra mi ha dato una notizia eccezionale: in questo universo è presente un Tasbaj.»
Smise un attimo di parlare per lasciare riflettere il suo equipaggio sul significato di quell'annuncio.
«Non devo certo spiegarvi cosa significa. Nessuno del nostro popolo ne ha mai visto uno e se mai c'è stato non è vissuto abbastanza da poterlo raccontare. Noi saremo i primi a raggiungerlo e a poterlo distruggere, chiunque verrà dopo di noi sarà secondo. Per questo non ammetterò errori di alcun tipo. Dopo questa impresa torneremo sul nostro pianeta e vivremo di meritata gloria eterna.»
Un coro di approvazione gli giunse da tutto l'equipaggio e per la prima volta, dopo un lungo tempo, il Maosheziri andò a sedersi sulla poltrona centrale a lui riservata sul ponte di comando della nave. Quella missione l'avrebbe condotta personalmente perché probabilmente sarebbe stata anche l'ultima: quella più straordinaria di tutto quel viaggio intrapreso tanto tempo prima, un mito, da consegnare alla storia del suo popolo per essere tramandato nel tempo e rendere la sua figura: leggendaria e immortale.
Diede ordine di andare a riprendere Tikal e portarlo alla sua presenza.
Giù, nella pancia dell'astronave, il rappresentante terrestre era seduto in attesa di novità. Ogni tanto si toccava il collare a cui aveva dovuto sottostare una volta riportato nella stanza degli ospiti. Dopo il colloquio con il comandante dell'astronave aveva le idee un po' più chiare e quel locale era in realtà una cella perché quella razza non ammetteva ospiti ma solo prigionieri. Tuttavia ora conosceva le loro prossime mosse e poteva agire di conseguenza. Poco dopo, infatti, le guardie ricevettero l'ordine di ricondurlo al suo cospetto: il Maosheziri non aveva potuto resistere alla sua offerta.

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Una luce fra le stelle
Science FictionNuova storia dopo: "Il respiro dell'Universo" Un pericolo incombe nello spazio. Una razza di distruttori è giunta da un altroverso ed elimina chiunque gli si voglia opporre, perché la guerra è il senso della loro esistenza. L' astronave aliena si di...