Sophia era in camera sua; stava cercando di riposare un po' prima delle lezioni di danza.
Si girava e rigiriva nel letto, con la speranza di riuscire a dormire. Con nessuno risultato, sì affrettò ad alzarsi dal letto ed a prepararsi la borsa per danza.
La mamma non l'aiuta mai perché pensa che le bambine di 6 anni siano già autonome e che non abbiano bisogno di aiuto.
Qualche volta però, si dimentica una scarpetta o addirittura il body.
Dopo aver finito di prepare la borsa, si diresse in bagno, dove l'aspettava una lunga e insopportabile lotta contro i suoi capelli. Erano terribilmente ricci e la lunghezza non aiutava.
Dopo il lungo estenuante combattimento, scese al piano di sotto per avvertire i genitori di aver finito e che fosse pronta per partire.
Appena scese l'ultimo gradino, non vedendo nessuno, iniziò a gridare : -MAMMA, PAPÀ DOVE SIETE? FARÒ TARDI.
Nessuna risposta.
La piccola si spostò verso la cucina e dietro l'isola trovò qualcosa di raccapricciante.
I suoi genitori erano stesi per terra, privi di vita con un malato sorriso inciso sul volto.
La bambina si precipitò verso i due ed iniziò a bagnare il suo viso.
Fredde lacrime di ghiaccio scesero dal suo volto.
Nel vano tentativo di svegliarli, si accorse che ormai non potevano riprendere conoscenza.
Sì asciugò le lacrime ed il muco con la felpa.
Intanto, dei passi si stavano avvicinando.
Dalla paura, Sophia iniziò a correre per la casa fin quando non raggiunse la soffitta.
Aprì la botola di legno posta sul soffitto, fece scendere le scale e ci salì.
Ritirò le scale e chiuse la botola.
Si nascose dietro un vecchio e polveroso scatolone il doppio di lei.
Il killer si stava avvicinando.
Era sicuro di aver sentito una voce gridare e piangere.
Vagò per tutta la casa in cerca della preda, non accorgendosi della soffitta, non trovò nessuno.
Così si diresse verso la finestra posteriore ed uscì dalla casa, con ancora il dubbio che ci fosse qualcuno.
La bambina restò un paio di ore nella soffitta, con l'enorme paura che prese il sopravvento su di lei.
Con l'unica briciola di coraggio, si alzò di scatto per scendere.
Gambe tremanti percorrevano la buia e stretta soffitta. Appena arrivata alla botola, prese coraggio e l'aprí.
Non sentendo nessuno, il suo cuore iniziò a calmarsi.
Scese al piano di sotto, controllò con sicurezza che non ci fosse nessuno e si precipitò al telefono. Nonostante la giovane età, sapeva bene tutti i numeri di emergenza.
Chiamò la polizia.
"-911, ha bisogno di qualcosa? -"
Con una voce appena udibile disse:
"-La mia mamma e il mio papà non si svegliano, hanno un graffio sulla pancia ed un sorriso pieno di sangue sulla faccia. Ho paura. -"
La donna dall'altra parte del telefono capí che il serial killer più noto nel mondo aveva ucciso ancora qualcuno. La donna, presa dalla preouccupazione che anche la bimba si fosse fatta male, iniziò a gridarle in quale indirizzo di casa abitasse.
Sophia rispose: "-Abito in via Melbourne Street 9. Per favore, arrivate in fretta. -"
"-Certo, arriveremo entro qualche minuto, resisti. -"
La bambina riattaccò il telefono, fece un enorme sospiro e cadde a terra.
Svenne.
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L'AMORE PUÒ CAMBIARTI ||JEFF THE KILLER||
FanfictionE se l'amore riuscisse a cambiare uno spietato serial killer? Forse non è tutto perduto per Sophia, una ragazza di 15 anni; uno spietato serial killer uccise i suoi genitori quando lei aveva a malapena 6 anni. Lei si salvò, non perché il killer av...