Anna's Pov.
Jace è in piedi davanti a me con un'espressione sorpresa in volto.
È chiaro che non si aspettava di rivedermi per oggi.
Caro mio, siamo in due.
Deve essersi cambiato perché non indossa più jeans e maglietta di qualche ora fa, bensì un paio di pantaloncini da basket neri, che lasciano scoperte le sue gambe muscolose, e una canottiera bianca a torso amplio, che permette una visuale perfetta dei suoi altrettanto perfetti pettorali.
Decine di ragazze là fuori sbaverebbero per questo spettacolo.
Pian piano, quella che era semplice sorpresa, si trasforma in pura collera.
"Che cazzo ci fai tu qui, adesso?" Domanda senza nemmeno guardarmi in faccia.
Cammina verso il divano sedendovisi sopra.
"Ecco, io... volevo..." Balbetto incapace di pronunciare quell'unica parola di cinque lettere.
Scusa.
Cosa ci vuole?
"Andare in bagno." Concludo in fretta.
Il bagno? Sul serio Anna? Mi rimprovera quell'ingrata della mia coscienza.
Un lampo di quella che sembra delusione passa nei suoi occhi freddi come il ghiaccio.
"È da quella parte, allora." Indica con il pollice il piccolo corridoio che porta alle due camere da letto.
Mi avvio verso quella direzione e giurerei di averlo sentito sospirare quando passo accanto al divano, sul quale ormai si era sdraiato con le braccia incrociate dietro la testa.
Ma cosa sto facendo? Cosa penso di ottenere andando nascondermi in un bagno?
Mi blocco all'improvviso e mi giro verso di lui.
È sempre nella stessa posizione, ma ha chiuso gli occhi come se cercasse di isolarsi dal resto del mondo, da me.
Pare così tranquillo da dare l'impressione che stia dormendo, ma so che non è così.
"In realtà sono qui per chiederti scusa." Ammetto con un filo di voce.
Apre gli occhi lentamente ma non dice nulla.
Rimane a fissarmi con un'espressione che non riesco a decifrare, me le emozioni che scaturiscono in me questo suo comportamento sono forti.
Le sue iridi sono fisse nelle mie; è come se cercasse di dirmi qualcosa con lo sguardo.
Per la prima volta mi pento di quello che ho detto e, soprattutto, di quello che ho pensato su di lui.
Non spetta a me giudicare cosa sia giusto o sbagliato, perché la verità è che non sono nessuno per farlo.
La tensione è alle stelle, non so quanto riuscirò a rimanere in questa stanza con lui.
Jace distoglie lo sguardo e spezza quel silenzio diventato ormai troppo pesante per entrambi.
"Bene, adesso l'hai fatto."
Sta cercando di liquidarmi, ma io rimango ferma dove sono.
"Perché sei ancora qui?"
"Non è facendo lo stronzo che ti libererai di me." Non so per quale motivo, ma sento il bisogno di sapere che accetta le mie scuse.
"Ma cosa te ne frega? Infondo lo hai detto tu che se vivo o muoio per te è indifferente."
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È solo questione di cuore
RomanceAnna Ferrari ha solo diciassette anni ma sa bene ciò che vuole: Tobia. Lui è il suo migliore amico da anni, ma non ha mai avuto il coraggio di confessargli i suoi veri sentimenti per paura di rovinare l'amicizia che condividono sin da bambini. Anna...