Capitolo 39 (L'appuntamento. Seconda parte)

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Non ho idea di quanto tempo duri il tragitto, ma alla fine arriviamo in un vecchio edificio in campagna che, da qual che posso vedere solo dai fari della macchina, ha tutta l'aria di essere disabitato.

O peggio, abitato da qualche vagabondo!

Se Jace non fosse qui con me avrei una gran paura! Ma cosa dico, starai tremando come una foglia!

Non è decisamente questa l'idea che mi ero fatto sul mio primo appuntamento.

"Siamo arrivati." Esclama Jace tutto orgoglioso togliendo le chiavi della macchina dal quadro.

"Oh..." Non so veramente cos'altro dire.

La delusione sta iniziando ad animare il mio corpo ma non voglio che Jace se ne accorga.

"Allora? Non me lo chiedi?" Domanda Jace con tono tutt'altro che serio.

"Oddio, dovresti vedere la tua faccia!" Mi prende in giro iniziando a ridere come l'idiota che è.

"Jace! Che cavolo ti prende?" Sono spazientita. Si sta prendendo gioco di me!

Il mio ragazzo, osservando i tratti seri del mio viso, deve aver intuito che sia meglio ritornare in se.

Jace, infatti, si ricompone e si porta una mia mano alla bocca.

La bacia dolcemente chiudendo gli occhi.

"Ti fidi di me?" Il tono improvvisamente serio mi sconvolge.
Un'attimo prima ride come un matto e quello dopo ha un'espressione talmente seria da poter far concorrenza ad una statua.

"Ed io lo amo per questo." Sorrido al mio pensiero

"Sempre." Rispondo senza nessuna esitazione.

Dopo un breve bacio a fior di labbra, Jace si porta le mani al collo.

Con molta lentezza, e senza lasciare mai i miei occhi, slega il nodo della sua cravatta.

Non avete idea di quanto sia sexy in questo momento; non importa se non ho la più pallida idea di cosa voglia fare.

Dopo essere riuscito finalmente a slegarla, l'avvolge in uno dei suoi grandi palmi.

"Ok... Inizio ad essere un tantino spaventata." Mormoro con un piccolo risolino.

"Ascoltami, Anna." La sua voce è più bassa. È come se volesse incantami solo con le sue parole. Forse ancora non lo ha capito, ma io pendo sempre dalle sue labbra. Letteralmente.

"Adesso io ti bendo e ti porto lì dentro." Indica il vecchio edificio.

"Ti assicuro che è meglio di quel che sembra." Oddio, vuole bendarmi!

Non so se trovare la cosa spaventosa, perché odio non sapere cosa mi succede attorno, oppure terribilmente romantica, perché è la cosa più dolce che qualcuno abbia mai fatto per me.

"Ok." Lascio sfuggire dalle mie labbra solo queste due semplici lettere

"Girati." mi ordina dolcemente.

Faccio come mi dice e poco dopo sento la stoffa della sua cravatta sui miei occhi.

Lo sento borbottare mentre cerca di fare un nodo dietro la mia testa e deve concentrarmi per trattenere le risate.

"Aspettami qui." Mi sussurra nell'orecchio prima di scendere dalla macchina e chiudere la sua portiera.

Pochi secondi dopo apre la mia e l'aria frizzante della notte arriva sulle mie gambe facendomi rabbrividire.

È solo questione di cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora