Giorno 6. Ore. 23:00.
Risate.
Esistono tante tipologie di risate, da quella di cuore a quella di circostanza. E poi ancora, ci sono le risate isteriche o quelle sguaiate.
Non ho nulla contro chi ride, anzi sono felice per loro perché dicono che allunghi la vita, ma non posso sopportare le risatine che da due ore, ormai, mi trapano i timpani e non mi permettono di cedere al sonno.
Ma com'è possibile che quei cinque festaioli abbiano la forza di rimanere svegli fino a tardi dopo aver passato ore e ore sotto il sole? I miei coinquilini, infatti, hanno deciso di allestire un pigiama party nella camera affianco; neanche avessero sei anni!
La bacchettona che è in me, mi urla di alzarmi dal mio scomodo letto e mettere la parola fine a quel circo, tuttavia non lo faccio; non voglio certo prendermi l'antipatia di nessuno proprio l'ultimo giorno.
Per distrarre la mente, osservo i raggi della luna che filtrano dalla finestra; guardare il cielo sia di giorno che di notte mi ha sempre affascinato in modo indescrivibile. Non che io voglia diventare un'astrologa o entrare nella nasa. No, è qualcosa che ha a che fare con la bellezza della vita. Mi ricorda che noi esseri umani siamo solo questo, piccoli puntini che compongono un disegno assai più grande e che non ci sono età, colore o tendenza che possano contraddistinguerci, perché alla fine dei conti siamo tutti sotto un unico cielo.
Il rumore della porta che sbatte sulla parete e l'improvvisa luce accesa, mi fa girare in quella direzione.
I miei pensieri romantici sulla vita, vengono rimpiazzati dall'immagine presentatosi di fronte.
Un Jece dall'aria assonnata è in piedi sulla soglia, con un cuscino sotto il braccio e un'espressione tutt'altro che felice.
Indossa un paio di pantaloncini blu scuro di cotone e un'altra di quelle maledette canottiere, dal torso ancora più amplio, di quella che gli ho visto la scorsa volta.
Mi spiegate il senso di mettere un pezzo di stoffa se è utile quanto un secchio bucato?
"Non una parola." Mi avverte chiudendo la porta.
E chi riuscirebbe a parlare con quel petto color caramello che fa gola come un lecca-lecca? Io di certo, no.
Le labbra di Jace da imbronciate si innalzano in un sorrisetto da furbetto.
"Ti piace quel che vedi?" Chiede pavoneggiandosi.
Per quanto tempo sono rimasta a fissarlo con la bava alla bocca?
"Stavo solo cercando di capire l'utilità di quell'indumento che tu chiami canottiera." Dico una mezza verità.
"Ah, capisco. E quale sarebbe la funzione esatta di una canottiera?" Mi domanda con aria divertita.
"Coprire." Rispondo senza pensarci due volte
"Sai che ti dico? Hai ragione." Senza dire altro, afferra l'orlo del capo in questione e lo sfila dalla testa rimanendo a torso nudo.
Pietà! Abbiate pietà di una povera ragazza davanti a tanta perfezione!
Quella che vedo è una vera tartaruga?
"Come immaginavo." Mormora lanciandomi in faccia la stessa canottiera che poco fa era appoggiata sul suo corpo da urlo. Il suo profumo mascolino arriva subito alle mie narici, inebriando tutti i miei sensi
"Non guardare, sfacciata." Mi prende in giro ridendo.
Quando mi tolgo la canottiera dal viso, vedo Jace buttare il cuscino sul materasso matrimoniale improvvisato da Valeria e Camilla e scostare le coperte.
"Dormi qui?" Non può dormire qui.
"Ma ti sembra? Sono qui per farmi fare una scansione del mio corpo con i raggi x dei tuoi occhi." Ti prego ironia, portami via!
"Non sopporto più quei quattro. Voglio dormire, non sentire vocette fastidiose come quella di Valeria." Mi spiega irritato al solo pensiero.
Adesso dice così, ma quando la baciava non era della stessa opinione.
"Quindi alla fine hai preferito me a lei." Gli rammento con tono cantilenante.
"Non ricordo di aver mai pronunciato queste parole." Fa il finto tonto.
"Mamma mia quanto è duro questo letto." Si lamenta una volta sdraiato sul materasso delle mie compagne di stanza.
"Sono tutti così." Dovrebbero investire di più nelle aziende sanitarie; non è possibile che mi alzi ogni mattina con un dolore alla schiena lancinante. Ho diciassette anni non sessanta!
"Buonanotte Anna." Mi augura sogni d'oro spegnendo la luce.
"Notte Jace."
***
Ore. 00.00.
Tutto sembra essersi calmato; non si sente una sola mosca volare in tutta la casetta. Evidentemente anche i quattro moschettieri hanno ceduto al sonno.
Ma Jace, no. Lo sento muoversi, sospirare e talvolta imprecare. Qualcosa lo rende inquieto.
Neanch'io sono riuscita più a chiudere occhio; il ragazzo a pochi passi da me mi rende nervosa. Percepisco la sua presenza e solo quella, come se il resto del mondo non esistesse più.
Il filo invisibile che mi unisce a lui mi porta ad alzarmi ed avvicinarmi.
È sdraiato di fianco verso la finestra dandomi le spalle. La luce della luna illuminavano la pelle lasciata scoperta dalle coperte.
Senza darmi l'opportunità di fermarmi, scosto le coperte e mi sdraio vicino a lui.
Riesco a vedere il suo corpo passare da uno stato completamente rilassato a completamente rigido.
"Anna." Sussurra girandosi verso di me.
Non mi chiede spiegazioni, non mi dice di armene, semplicemente rimane a fissarmi quasi meravigliato.
Con molta lentezza porta una mano sulla mia guancia e la voglia di appoggiarmi ad essa è forte. Sono stanca di trattenermi o di fare finta di niente, per questo lo faccio: poso il viso sul suo palmo e chiudo gli occhi.
Il sospiro che sfugge dalle sue labbra mi dice ancora una volta che sia sorpreso.
Appoggio una mano sul suo petto e il ritmo del suo cuore è di nuovo a mille come l'altro giorno quando mi baciava. Adoro il fatto che reagisca così, a me.
Non ci sono bisogne di parole, i nostri occhi parlano da sé. Ci avviciniamo nello stesso momento, incontrandoci a metà strada.
Il bacio di questa volta è lento e più lungo, fatto di sguardi e sorrisi.
Le sue braccia circondano il mio corpo e mi stringono a sé; la sensazione di protezione che mi trasmette questo suo gesto non l'avevo mai provato. Ogni cosa con Jace sembra nuova.
Ci baciamo fino a che le labbra non ci fanno male per i troppi baci e ci stringiamo fino a quando il mondo dei sogni ci avvolge.
Questa notte la passiamo così, l'uno stretta all'altra, con la consapevolezza di aver finalmente confessato di provare qualcosa per il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi.
#SpazioAutrice.
Ciaooo!
Alla fine ho deciso che il secondo giorno di aggiornamento è il mercoledì. (Domenica e Mercoledì). Allora? Come vi sembra questo capitolo? Ve lo aspettavate? Non ho ancora capito se voi preferite Anna o Jace o Anna e Toby... sembra che tutti abbiano lo stesso problema di Anna! Continuate a leggere per sapere come andranno veramente le cose!!! Baci. Baci. 😘😘😘😘
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È solo questione di cuore
RomanceAnna Ferrari ha solo diciassette anni ma sa bene ciò che vuole: Tobia. Lui è il suo migliore amico da anni, ma non ha mai avuto il coraggio di confessargli i suoi veri sentimenti per paura di rovinare l'amicizia che condividono sin da bambini. Anna...