Una settimana dopo...
Sette giorni.
Sono passate 148 ore da quando ho rotto con Toby. Non mi sembra possibile; quando mi sveglio, la mattina, per alcuni brevi attimi, mi sembra che non sia successo niente, che la mia vita non sia stata sconvolta.
Nel momento, però, in cui i ricordi prendono piede nella mia mente, il mio cuore si spezza, come la sera in cui tutto è avvenuto. Ancora e ancora.
Non fraintendetemi, non mi sono pentita della mia decisione. Affatto.
La mia, però, è sempre stata una relazione diversa dalle altre. Toby non era solo il mio fidanzato, ma anche il mio migliore amico. Quindi, aver lasciato il mio ragazzo significa aver perso anche lui, il mio punto di riferimento.
Tuttavia, non sarei onesta se non ammettessi che questo non sia l'unico motivo per il quale, da giorni, me ne vado in giro per casa con solo il pigiama e barrette di cioccolato in mano.
Jace non si è fatto sentire. Non una parola.
Devo ammettere che da romaticona quale sono, avevo creduto che sarebbe comparso alla mia porta con un sorriso in volto e un bacio pronto da donarmi.
Non è successo. Neppure un'ombra di tutto ciò.
So di essere stata la prima a dire che, per il bene di Toby, questo non sarebbe stato il momento più opportuno per iniziare una storia con Jace, ma è difficile dominare i propri desideri. Soprattutto se ardono tanto in profondità come i miei.
Il suo silenzio mi terrorizza. Sono convinta che tacere sia molto peggio delle urla, perché nessuna risposta può dire più del silenzio: Jace mi ha dimenticata.
Se non fosse così, sarebbe venuto a chiedermi qualche spiegazione. Di sicuro è a conoscenza di tutto, quindi avrà certamente intuito qualcosa. Dopo il quasi bacio di sette sere prima, poi.
Sono arrivata troppo tardi. Ho perso il mio treno e ho paura che non ci sia modo per farlo tornare indietro.
La suoneria del mio cellulare interrompe i miei pensieri malinconici. È Beatrice.
Strano. In queste ultime settimane ci siamo allontanate. E la faccenda irrisolta con Angela non ha aiutato. Decido di rispondere.
"Bea?" Nonostante provi ad assumere un tono di voce felice, il mio vero stato d'animo non me lo permette.
"Anna, tesoro! Ho appena saputo; come stai?" Immagino si riferisca alla mia rottura con Toby.
"Meglio di quanto tu pensi." È vero. Per come la vede lei, in teoria, avrei appena rotto con l'amore della mia vita. Se solo sapesse...
"Perché non usciamo? Mi racconti come stai, ti svaghi un po'..." propone incerta.
"Non credo sia dell'umore giusto." Rifiuto più che convinta.
"È per questo, infatti, che usciamo: per svagarci!" La sua allegria quasi mi contagia. Quasi.
"E Angela?" Non sono ancora pronta per quel confronto. Non in questa situazione, per giunta.
"Sei mia amica anche tu. In questo momento, sei tu ad avere più bisogno di me." Quanto mi era mancata la sua dolcezza.
"Stai dicendo che sono quella più disperata?" Ironizzo.
"Esattamente!" Esclama ridendo.
Forse Beatrice ha ragione; devo uscire e provare a dimenticare. Almeno per qualche ora.
Sei ore dopo...
Il locale affollato mi metteva addosso un senso di ansia indescrivibile; non mi erano mai piaciuti i luoghi zeppi di persone.
STAI LEGGENDO
È solo questione di cuore
RomantizmAnna Ferrari ha solo diciassette anni ma sa bene ciò che vuole: Tobia. Lui è il suo migliore amico da anni, ma non ha mai avuto il coraggio di confessargli i suoi veri sentimenti per paura di rovinare l'amicizia che condividono sin da bambini. Anna...