Mi chiamo Azusa, ho 19 anni. Non ricordo nulla della vita che facevo prima di ritrovarmi incatenata qui.
Abito sulla 'Fun Island': l'isola dello schifo.
Oltre a me, ci sono altre schiave che sono costrette a lavorare come 'intrattenitrici' per i pirati di passaggio, ricchi commercianti, soldati della marina o chiunque abbia un po' di denaro da dare al nostro padrone.
Possiedo i poteri del frutto del mare Emo-Emo.
Questo frutto mi smaschera completamente: nel provare emozioni negative (rabbia, tristezza, paura, imbarazzo, ecc...) i miei capelli diventano neri ma acquisisco contemporaneamente un potere curativo.
Se invece provo emozioni positive (gioia, felicità, coraggio, amore, o qualcosa che mi faccia sentire bene) i miei capelli diventano grigi chiaro e ciò mi consente di camminare sull'acqua.
In verità non ho mai provato emozioni del genere. Tutto ciò mi è stato detto da un'altra prigioniera informata su molti frutti del mare. Probabilmente era una studiosa di questo genere di cose prima di ritrovarsi qui.
Da quando sono in questo posto ho sempre avuto i capelli completamente neri, e ormai intrattenere gli uomini è l'unica cosa che mi permette di sopravvivere.
Se non guadagnamo denaro per il padrone, lui non ci procura l'alimento o ci picchia.
Stare sveglie tutta la notte ormai è una routine.
"Dolcezza, vieni qui."
Odio questi esseri, con tutta me stessa.
Non parlo mai con chi entra, cerco solo di fargli tirare fuori un po' di denaro sfoggiando il corpo.
"Azusa."
La voce placata del mio custode mi chiama e io, come da copione, mi dirigo da lui prima che mi prenda con la forza.
"Dimmi" rispondo con noncuranza, nonostante sappia già cosa dirà. "Lo vedi quello lì?" seguo con gli occhi il suo indice e annuisco guardando un pirata che non distoglieva assolutamente gli occhi dai miei seni. "Ecco, conosci gli affari, quindi vai verso la camera e aspettalo lì".
Se pagano di più il mio custode devo farmi toccare a piacimento dal cliente che mi indica.
Non sono mai stata abituata alla gentilezza da parte dei miei clienti. La categoria che più odio sono i selvaggi e i violenti. Persino a loro ho fatto l'abitudine.
"Sei davvero fantastica." afferma finalmente dopo essersi spostato da sopra di me e recuperando successivamente i propri indumenti. "Questi sono per te" alitandomi sul viso un'ultima volta e passandomi 300 berry. Li nascosi nel reggiseno poi mi rivestii anch'io.
La serata continua fino alla mattina seguente. Non si fa distinzioni qui tra giorno e notte. Abbiamo tempo per dormire massimo 8 ore e per mangiare 3 volte al giorno. Sarebbe tutto esattamente normale se non fosse che dormiamo dentro delle celle e che mangiamo solo se riusciamo ancora a ballare e muoverci per i round seguenti.
Tutte in fila, poggiate sulla parete: i vari custodi si avvicinano ad ognuna di noi controllando lividi, aspetto, vestiti e infine allungava la mano per farsi consegnare il guadagno per il padrone.
Io ne avevo di nuovi, si, nuovi lividi. Il mio interno coscia era spesso segnato da verdi macchie e il mio collo sempre più violaceo, i miei capelli sempre più neri e i miei vestiti sempre più strappati.
Dopo il controllo ci riportarono nelle nostre celle, ci incatenarono e spensero le luci, segno che era l'ora di dormire. Per me, era del vero e proprio tempo di rigenerazione.
Il giorno seguente ci dissero che sarebbero stati presenti solo 3 ospiti speciali e che il locale sarebbe stato aperto esclusivamente a loro.
Di nuovo in fila, uno dei custodi si schiarì la voce e si rivolse a tutte noi con fare serio.
"Ascoltate, se frutterete più denaro del solito, il padrone vi concederà un quarto di razione di cena in più."Quando se ne andò, iniziammo tutte a parlarne.
"Ve lo dico io, sono dei pirati molto temuti." iniziò una.
"Si confermo, ho saputo che uno di loro è Jack Rose" continuò un'altra.
"E allora?" chiesi io d'un tratto, amareggiata dal comportamento curioso delle mie compagne. Sembrava una sottospecie di 'momento gossip' in cui ci si parla del ragazzo che ti piace. Insopportabile.
"Dicono che forse comprerà un paio di noi" continuò ancora una ragazza con aria malinconica.
"E poi è un pervertito insulso" aggiunse un'altra.
"Insomma, un cliente come gli altri." risposi, infine, volendo mettere l'accento su quel dettaglio. Li odiavo tutti. Coloro che entravano qui erano solo degli esseri spregevoli. Tutti allo stesso livello.
"Ci sarà anche il famoso 'chirurgo della morte', Trafalgar Law e un altro pirata ancora." sdrammatizzò un'altra.
"Ragazze, quel che importa ora è che nessuna di noi ci lasci la pelle... dobbiamo essere in forma per quando scapperemo."
Ero assolutamente seria e maledettamente malinconica. Ero cosciente del fatto che alcune di noi fossero conciate fin troppo male per scappare a causa dei maltratti subiti.
La situazione era a dir poco pessima.
Molte stanno soffrendo molto per la fame e nel momento in cui non riusciranno più neanche a lavorare e a guadagnare un minimo di denaro, beh, non sarà più dato loro da mangiare.
Non credo neanche io alle parole che ho appena detto. Scappare? Sarebbe un miracolo oppure una condanna a morte.
Involontariamente i miei occhi azzurri e stanchi si inumidirono e il mio viso venne lentamente bagnato da delle piccole lacrime correnti.
Mi rifugio nel piccolo angolo della cella.
Spero solo di poter riuscire a scappare al più presto da questo schifo oppure... di morire.
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Mi appartieni ||Trafalgar Law
FanfictionAzusa, ridotta in schiavitù sin da bambina e costretta ad intrattenere gli uomini che approdano nella famigerata Fun Island, desidera la sua libertà più di ogni altra cosa, più dei suoi stessi ricordi. Finora la sua unica salvezza è stato il frutto...