Chapter 1: Versace

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"Angel, muoviti! Se vuoi un passaggio, svegliati!".
I colpi sulla porta della mia camera si fanno sempre più pesanti, svegliandomi di soprassalto, e non appena apro gli occhi questi si puntano sulla sveglia.
"Porca miseria!" Esclamo, alzandomi solo per accorgermi che sono in reggiseno e mutande, sicuramente troppo stanca ieri sera per mettere qualsiasi tipo di pigiama, e aprendo leggermente la porta vedo mio fratello guardarmi con un sopracciglio inarcato.
"Sono sveglia, troglodita, contento?" Sbuffo, e lui si limita ad alzare gli occhi al cielo.
"Sei sveglia e in ritardo. Hai un quarto d'ora per prepararti, poi parto senza di te" ribatte Ashton, perfettamente vestito e lavato, con tanto di dopobarba profumato, il solito precisino.
Ecco perchè credo di essere stata adottata: siamo agli antipodi.
"Sei crudele".
"Muoviti, angelo".
Con un moto di nervosismo gli sbatto la porta in faccia, decidendo di farmi bastare la doccia di ieri e cercando un paio di pantaloni non troppo usati, trovando sulla pila di panni stropicciati un paio di jeans scuri ancora utilizzabili, prendendo anche un maglione e infilandolo, guardando poi il mio riflesso allo specchio.
Devo imparare a struccarmi la sera, specie dopo essere stata Naughty Girl che ha più mascara che anima.
Cosí, come ogni mattina, mi strucco cercando di non diventare cieca da un occhio, truccandomi quel minimo indispensabile che mi serve se non voglio sembrare uno zombie e mettendo dello shampoo secco sui capelli, decidendo per una coda alta.
Mi sa che oggi rimango a secco, sessualmente parlando.
Magari cosí riesco a concentrarmi sul compito di semiotica, non posso prendere una B, ho bisogno della A.
Finisco di prepararmi alla svelta, buttando qualche quaderno a casaccio nello zaino e cercando il cellulare per scrivere a Kelly che, puntualmente, è già sveglia, probabilmente diretta verso la caffetteria dove lavora, cosí decido di darle appuntamento tra venti minuti lí ed esco dalla mia camera, girandomi un'ultima volta per controllare che niente che appartenga a Naughty Girl sia in giro e in vista.
Non mi aspettavo che avrei avuto cosí successo, quando ho iniziato a lavorare al Wild Kitty come ballerina -sempre se ballerina mi si possa definire, dato che l'unica cosa che fanno i clienti è guardarmi il culo e le tette-, e adesso è impressionante sentire i ragazzi nei corridoi parlare degli ultimi show di Naughty Girl, motivo per cui devo proteggere il mio anonimato.
Come Jordan, che si fa chiamare Golden e indossa sempre una maschera dorata, anche se non è ben chiaro il motivo per cui lo fa.
Sospiro di sollievo, notando che il mio disordine è cosí eccessivo da nascondere la lingerie rossa e nera, fiondandomi giú dalle scale, trovando Ashton, Harry e Lauren seduti al bancone a mangiare.
"Oh, buongiorno anche a te. Sempre in ritardo sia di sera che di mattina?" Domanda mia madre, girandosi per scoccarmi un'occhiataccia come al solito, dato che non le piace che passi le serate a casa di Kelly fino a tardi, o almeno questo è quello che pensa.
"Sono anche nata in ritardo, non credi che sia giusto mantenere le tradizioni?" Ribatto con un sorriso, sedendomi tra Ashton e Lauren e rubando al primo un toast imburrato, aggiungendoci un po' di zucchero come al solito.
"Mi rubi la colazione e la benzina, che sorella sei?" Domanda Ashton, guardandomi male, ed io mi limito a scollare le spalle, alzandomi con il toast in bocca e afferrando per un polso mio fratello.
"Fiao, mamma! Fiao, Haffy! Fiao, Laufen!" Bofonchio, e con Ashton al polso esco di casa, dandogli giusto il tempo di prendere il suo zaino in ingresso.
"Ti strozzerai prima o poi, Angel, ed io non ti aiuteró" borbotta, entrando nel suo fuoristrada, ed io sorriso, finendo il mio toast con i piedi sul sedile.
"Ma se mi adori".
"Quanto si adorano le vesciche".
Puro amore fraterno, questo.

***
"La mia voglia di vivere é pari a meno venti e tu mi chiedi di non pagare il caffè solo perchè siamo amiche?".
"Sí?" Domando con un sorriso nella speranza di convincere Kelly, fallendo miseramente quando inarca un sopracciglio, guardandomi male.
"Okay, okay, aguzzina" borbotto, tirando fuori una banconota da cinque dollari e passandogliela, facendola sorridere soddisfatta.
"Grazie per aver contribuito a pagarmi l'affitto, adesso hai ancora un divano vecchio e ammuffito dove fare sesso!" Annuncia a metà tra la gioia e il sarcasmo, allontanandosi poi per servire un altro cliente, un ragazzo dalla pelle scura che la guarda con non poco interesse, soffermandosi sul suo fondoschiena mentre si gira per versargli il caffè.
"Lei è materiale da 'guardare ma non toccare', amico" sorrido, attirando l'attenzione del ragazzo e di Kelly che, con un solo sguardo, capisce cosa sta succedendo, inarcando poi un sopracciglio.
"Il belvedere non era incluso nel prezzo" aggiunge lei, e lui, probabilmente intimorito da questa strana accoppiata, se ne va, lasciando Kelly a scuotere la testa.
"Ragazzi, tutti cosí ormonali... Non a caso il mio target è un ragazzo sopra i venticinque, gli universitari sono dei coglioni patentati" sbuffa, mettendo a posto la caraffa del caffè, ed io mi limito a sorridere maliziosa, prendendo un sorso dal mio bicchiere.
"Se ti trovi un bel trentenne, ti trovi uno sugar daddy".
"Un sugar che? Anzi, no, Angel. Non voglio saperlo. Conoscendoti è qualcosa di perverso ai limiti della decenza".
"Ma quali limiti, Kels. Ormai li oltrepasso tutti. E lo farò anche oggi con Dua Lipa di semiotica tra una lezione e l'altra".
"Sei incorreggibile".
"Mi piace divertirmi" ammicco, lanciandole un bacio volante prima di uscire dalla caffetteria, cogliendo un secondo prima di immergermi nella folla di studenti un ciuffo di capelli rosso fuoco.

Naughty Girl || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora