Chapter 22: Alexander McQueen

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Non appena arrivo al Wild Kitty Chanel e Jordan sono già pronte, impegnate ad aggiustare gli ultimi particolari come i glitter dorati di quest'ultima che, non appena mi vede, inarca un sopracciglio.
"Pensavamo te la fossi data a gambe" commenta, facendo annuire Chanel che, accanto a lei, si spalma la crema alle ciliegie che tanto ama.
"Magari... Sono qui per dire ad Alex che non lavoro e per chiedere le chiavi del suo appartamento a Kelly" sospiro, cercando di spingere lontani tutti i pensieri su Ashton e sulle sue parole velenose.
Puttana.
È davvero questo che sono?
Puttana.
Non la prima volta che mi viene detto, non la prima volta che me lo scrollo di dosso.
Eppure, stavolta é così difficile, forse perché a dirlo non è stato uno sconosciuto che mi giudica per 'sentito dire' o una ragazza invidiosa che il ragazzo che le piace è venuto a letto con me, ma mio fratello.
Mio fratello, la cui opinione per me è importante quasi quanto la mia.
Puttana.
Dio santo, Angel, smettila di frignare.
Jordan e Chanel mi guardano, stupite, quando Alex Turner fa il suo ingresso in camerino, un bicchiere quasi vuoto in mano e un sorriso malizioso.
"Jordan, tesoro, il palco è tutto tuo" annuncia, guardando la mora con occhi pieni di lussuria prima di rivolgersi verso di me con un sorriso altrettanto malizioso: "Naughty Girl, ancora non sei pronta?".
"Per stasera solo Angel. Mi prendo la serata, ho avuto... Problemi personali" ribatto, cercando di sembrare convincente con la mia bugia, e Alex sembra contrariato ma sa di non potermi dire più di tanto.
Lavoro tutte le settimane, a volte senza nemmeno una sera libera a settimana, e gli porto un bel gruzzoletto ogni sera, quindi non è proprio nella posizione di potermi minacciare di licenziamento.
Infatti cede, sospirando: "va bene, ma domani sera...".
"Domani sera farò tutti i bis che vuoi, davvero. Ora scusa, vado a prendere una cosa da Kelly e poi vado a casa" concludo, lanciando un leggero sorriso alle mie 'colleghe' prima di uscire cercando di non farmi notare, correndo verso il bancone e trovando Kelly impegnata ad ascoltare le lamentele di un cinquantenne che sembra non voler smettere di parlare.
Le faccio un cenno con la mano, attirando la sua attenzione, e dicendo qualcosa all'uomo si allontana, raggiungendomi con espressione confusa: "hey, pensavo che alla fine non venissi più. Ma che è successo?".
Ashton, è successo.
"Non mi va di parlarne, Kels. Solo... Casini a casa, sai com'è" sospiro, scuotendo piano la testa prima di passarmi una mano tra i capelli, sentendo gli occhi preoccupati di Kelly su di me.
"Veramente, stai tranquilla... Però questo weekend posso stare da te?" Domando, e a quelle parole Kelly s'intenerisce, annuendo prima di prendere il mazzo di chiavi dalla tasca dove lo tiene in genere.
Fin troppo prudente.
"Tieni, vai pure... Oggi faccio la chiusura, quindi prima delle quattro non mi vedi".
"Sarebbe un problema se portassi Michael?" Domando, guardandola con un sorriso innocente che la spinge a lanciarmi un'occhiata allusiva.
"Certo... Ma poi cambiate le lenzuola, sappiatelo" concede, facendomi scoppiare a ridere prima che mi sporga a lasciarle un bacio sulla guancia.
"A più tardi!" Urlo, cercando di superare la musica, e con la testa bassa esco velocemente dal locale trovando, appoggiato di schiena alla sua macchina, Michael Clifford che mi guarda con un sorriso dolce.
"Sono partito appena mi hai chiamato" sorride, prendendomi poi tra le sue braccia e stringendomi, ed io lo lascio fare, inspirando il suo profumo così buono e così familiare.
"Scusa se ti ho fatto aspettare" sussurro contro la sua giacca, ma lui scuote piano la testa, posando poi il mento sui miei capelli e stringendomi di più a sè.
"Non chiedermi scusa, dimmi cosa succede, Angel. Sono qui per te".
Sospiro leggermente, chiedendomi cosa ho fatto effettivamente di buono per meritarmi Michael nella mia vita, alzando poi piano il viso per guardarlo negli occhi.
"Avevo bisogno di te. Non mi piace chiedere aiuto, ma... Avevo bisogno di te. Ho bisogno di te" confesso a bassa voce, facendo sorridere leggermente Michael che solleva il mio mento con un dito, posando dolcemente le sue labbra sulle mie in un bacio delicato.
"Vuoi venire da me?".
A quelle parole mi stacco leggermente, facendo dondolare le chiavi di Kelly sul dito.
"Veramente, avrei un'altra idea".

Naughty Girl || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora