Chapter 7: Bulgari

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La lezione di storia moderna procede senza pause o interruzioni, come al solito.
Il mio quaderno si riempe di appunti colorati e freccette, e non una volta alzo lo sguardo dal foglio.
Perchè, accanto a me, Michael non ha smesso di guardarmi, e con la coda dell'occhio ho visto la sua espressione colpevole, ma non ho voglia di sentire le sue scuse.
È vero, è bello e adorabile e tutto quanto, ma mi ha dato della puttana, e non è qualcosa su cui voglio perdonarlo.
Non adesso, almeno.
E inoltre, come dice il vecchio detto 'chi è senza peccato scagli la prima pietra', ma lui non è nelle condizioni di scagliare proprio nulla, dato che è fidanzato ma ieri sera, guarda caso, era al Wild Kitty, e gli piaceva molto avermi sopra di lui, a quanto pare.
"Cinque minuti di pausa".
A quelle parole sollevo lo sguardo dal foglio, vedendo il professore posare il microfono, e porca miseria, non ha mai fatto una pausa in vita sua, perchè iniziare proprio oggi?
"Angel" mi richiama Michael, a bassa voce, e mi basta guardare il suo quaderno per vedere che non ha preso nemmeno una riga d'appunti.
Mi sa proprio che continuerò a mantenere il mio status di prima del corso.
"Cosa?" Domando, alzando gli occhi per la prima volta, vedendo la sua espressione dispiaciuta.
"Se stai per chiedermi scusa, risparmia il fiato. Non sei il primo che mi dici una cosa del genere, e fidati, non sarai l'ultimo" continuo, cercando l'evidenziatore viola nell'astuccio per sottolineare qualche data, ma Michael scuote la testa: "sono stato ingiusto con te, peró".
Più che altro, incoerente.
Scrollo le spalle, sottolineando con attezione, quando lui parla ancora: "è che oggi sono particolarmente... Nervoso".
"Sai qual è un ottimo rimedio contro lo stress?".
"Ho paura a chiederti quale".
"Il sesso" rispondo, scoccandogli un occhiolino, perchè tanto sono troppo brava in questo, e scrollarmi di dosso le cose è la mia specialità.
Michael alza gli occhi al cielo, ma anche lui sorride leggermente: "lasciamo perdere l'argomento".
"La tua ragazza non te la dà?".
"Diciamo che non è semplice, visto che vive a San Francisco" confessa, e a quelle parole smetto di sottolineare, inarcando un sopracciglio.
"Fammi capire, tu hai rifiutato tutte le mie avances per portare avanti una relazione dall'altra parte del Paese? Ma sei scemo?" Domando, e Michael sospira, scuotendo la testa.
"Non capisci".
"E non capisco no, perchè una relazione a questa distanza non può funzionare" ribatto, cercando la barretta ai cereali nello zaino, offrendogliene poi un pezzo.
Sarà anche stato uno stronzo, ma sharing is caring.
"Dio, sembra di sentir parlare il mio tutore" borbotta, facendomi scoppiare a ridere.
"Almeno non sono l'unica in grado di ragionare".
Michael annuisce, spezzando la sua metà di barretta, scuotendo poi piano la testa: "non è così semplice. È che sto con lei da due anni, e non posso... Non posso lasciarla. Ero convinto che sarei finito per sposarla".
"Eri?" Domando, inarcando un sopracciglio, e a quelle parole lui arrossisce.
Vuoi vedere che...
"Ho fatto... Una cosa di cui non vado fiero... Ma non l'ho fatto di mia spontanea volontà, eh. Mi ci ha portato il mio tutore... Beh, ormai siamo amici, visto che ho superato i diciotto anni ma mi paga l'università e un tetto sopra la testa" confessa, e la mia curiosità aumenta soltanto mentre finisco la barretta ai cereali, facendogli cenno di continuare.
Sono finita per fare da psicologa a un ragazzo che vorrei cavalcare da mattina a sera, ma se questo mi aiuta implicitamente a portarmelo a letto, ben venga.
Letteralmente.
"Ecco... Lui mi ha portato in un locale, il Wild Kitty, non so se lo conosci" comincia, guardandomi pronunciando il nome del locale, e per poco non mi strozzo, limitandomi ad annuire.
"Tutti a New York lo conoscono".
"È quello che ha detto anche lui... Comunque sia, mi ha portato lì per non so bene quale motivo, usando la scusa del 'devi uscire'... E lì, ho visto una ragazza. Beh, visto insomma, indossava una maschera. Mi pare si chiami Naughty Girl... Quando ne ho parlato con Luke mi ha detto che è la ragazza di punta, tutta New York la conosce... Ma ieri, per la prima volta, non so come sia possibile, è venuta da me... Ti giuro, era bellissima".
Alle sue parole arrossisco leggermente, distogliendo per un secondo lo sguardo e metabolizzando le sue parole prima di tornare alla carica: "e ti sei preso una cotta per lei, é quello che stai dicendo?".
"Una... Specie?" Risponde, titubante, ed io mi limito a sorridere, notando il professore tornare verso la cattedra e riprendere il microfono.
"Beh, Michael Clifford, mi sa che la tua relazione ha vita breve".
Ed io mi assicureró di questo.

Naughty Girl || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora