Chapter 24: Guess

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Stesso posto, stesso zaino pieno di libri e quaderni, caffè diverso.
E, soprattutto, Kelly diversa.
"Ti prego, dimmi che stai scherzando. Ho bisogno di sapere che stai scherzando. Non posso credere che la tua frustrazione sessuale ti abbia spinto a... Questo" la supplico, guardandola mentre nasconde il viso nelle mani, quasi volesse sprofondare in un buco e lí rimanervi per sempre.
E la capisco, anche io lo farei se avessi commesso il suo stesso sbaglio.
All'improvviso riemerge dalle sue mani, facendo dondolare la sua coda di capelli castani e guardandomi piena di rimorso.
"Sono una persona orribile".
"Per averla data all'essere più viscido di questo pianeta? Un po'".
"Grazie, Angel, sempre d'aiuto" sbuffa, girandosi per preparare un cappuccino a uno studente appena arrivato che mi guarda senza pudore, ma io lo ignoro, molto più concentrata su Kelly.
"Come diamine ti è saltato in mente di darla ad Alex Turner? Alex Turner, tra tutti quanti! Puoi avere tutti con il bel faccino che ti ritrovi e tu... Alex! Alex Turner!" Esclamo, sollevando le mani in aria, e lei si gira con una smorfia di disgusto sulle labbra.
"Puoi smettere di ripetere il suo nome? Dio, il solo pensiero che averlo supplicato per un orgasmo mi fa accapponare la pelle" borbotta, rabbrividendo visibilmente mentre mette la banconota del ragazzo nel registratore di cassa, guardando poi qualcosa dietro di me.
"Non voglio macchie di sangue sul mio bancone" annuncia, ed io la guardo confusa, ma prima che possa dire qualsiasi cosa sento una voce dietro di me che mi fa irrigidire all'istante.
"Hey, Angel".
Non mi giro, non mi muovo, quasi non respiro mentre Ashton si avvicina a me, arrivandomi accanto, ma il mio sguardo è fisso sul caffè che stringo con troppa forza, e per un attimo ho paura quasi di rompere il bicchiere di carta, almeno finchè una mano più grande e ruvida non si posa sulla mia.
"Ti prego, guardami. Ti ho chiamata tutto il weekend" sussurra con un filo di voce mio fratello, e solo allora mi permetto di alzare lo sguardo, incontrando i suoi occhi che sembrano così liquidi che potrebbero sciogliersi in lacrime da un secondo all'altro.
Ma la rabbia ha la meglio su di me, sulla tristezza, sulla nostalgia, e mi sottraggo di scatto al suo tocco, allontanandomi di un passo.
"Per dirmi cosa? Per ripetermi quanto sia puttana?" Domando, la mia voce di scherno, amara, e di nuovo l'espressione di Ashton crolla, ma prima che possa dire qualcosa Kelly interviene, guardandomi direttamente negli occhi: "non qui, Angel. Non qui".
Mi basta guardarla negli occhi per capire cosa intende, per vedere che si preoccupa che il mio segreto rimanga tale, ed io semplicemente annuisco, facendo cenno ad Ashton di seguirmi fuori, e non appena l'aria gelida di New York ci investe, il fuoco della rabbia che mi brucia nello stomaco prende di nuovo il sopravvento.
"Allora? Fallo, andiamo. Dimmi che sono una puttana. È quello che vuoi, no?".
"No!".
La voce di Ashton tuona, improvvisa e imprevedibile, tanto da farmi sussultare, ma cerco di non farglielo notare.
I suoi lineamenti si addolciscono lentamente, e piano scuote la testa, avvicinandosi di un passo a me: "no, Angel, certo che no. Io... Ho sbagliato, okay? Sono stato un coglione. Forse lo sono stato tutta la mia vita per non accorgermi di te e di questo, ma non è il punto. Il punto è che mi dispiace. Io... Tu... Non sei una puttana. Avrei dovuto rendermene conto prima e...".
"Avresti fatto cosa?" Lo interrompo, violenta, sentendo la rabbia scorrermi nelle vene, velenosa come solo una rabbia antica sa essere "cosa avresti fatto? Non puoi cambiare quello che sono, okay? Naughty Girl fa parte di me. Sono io, Ashton. Sono Angel e Naughty Girl. E puoi fingere che non lo sia, tu e mamma e papá e Lauren e Harry potete fingere che non lo sia, potete ignorarmi quando vi dico che sono bisessuale, potete ignorarmi quando vi dico che casa nostra mi va stretta, ma questo non cambia chi sono. Diamine, per vent'anni della mia vita non avete fatto altro che ignorarmi! E mi va bene così. Ma io non sono una puttana. Non lo sarò mai".
Esce fuori tutto d'un fiato, quello che ho sempre represso, le parole non dette, i pensieri che mi agitavano la notte, ma adesso è tardi.
Perchè la verità fa male, ma le parole non dette uccidono, e non ho intenzione di lasciarmi uccidere dalla mia stessa famiglia.
Negli occhi di Ashton vedo tutto il suo dispiacere e il suo senso di colpa, ma qualcosa dentro di me mi spinge a ignorare il suo dolore adesso.
Lui non c'era alle medie quando i bambini mi prendevano in giro perchè non ero abbastanza bella, abbastanza magra, abbastanza finta.
Non c'era quando piangevo in camera mia per ore davanti allo specchio perchè pensavo, anzi ero sicura di dover cambiare.
Non c'era quando, a sedici anni, ho cominciato a stare così male che non riuscivo a parlare con nessuno se non con Kelly.
Ma la cosa peggiore è che non c'era perchè non voleva esserci.
Perchè non gli importava di me, come non importava ai nostri genitori.
Ed io ci ho fatto l'abitudine a prendermi cura di me stessa.
"Mi dispiace, Angel" è tutto ció che dice, ed io gli rivolgo un sorriso amareggiato, stringendomi nelle spalle.
"Un 'mi dispiace' non basta questa volta", e senza dire altro me ne vado, lasciandolo dietro di me, sapendo che questa sarà l'ultima volta che parleremo per un lungo periodo.

Ultimo capitolo!!
Il prossimo è l'epilogo, e lì vi spiegherò bene diverse cose su questo libro e su quelli a seguire della serie.

Naughty Girl || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora