"Poco prima dello sfarfallamento, il colore della farfalla adulta risulta vagamente visibile. L'involucro della crisalide si fende e la farfalla comincia faticosamente ad uscire"
Sono un pagliaccio sì. Sono un personaggio da intrattenimento. Però non sono riuscito a trattenere la persona che nel giro di 24 ore mi ha tolto le parole, ma mi ha ridato il sorriso, quello che viene dal cuore.
Non so dove ho sbagliato. Non so in realtà se ho sbagliato qualcosa. Anche se ho fatto una fatica immane a stare in silenzio, dentro di me sapevo che quello era uno sforzo che stavo facendo volentieri. Perché, stranamente capivo che il silenzio dopo lo spettacolo era quello di cui aveva bisogno in quel momento.
Poi però è stato lui a capire me. Ha capito il mio sforzo e ha cominciato ad interessarsi a me. A Claudio, e non al pagliaccio. Ed è stato strano in realtà.
Quando sei abituato a gente che ti giudica per quale immagine hai, a gente che vede soltanto le maschere, a gente che no sa nemmeno chi sei, è inevitabile rimanere spiazzato quando, per una volta, qualcuno ti guarda come un essere umano.
E quella sensazione di benessere, quell'emozione voglio che ritorni. Potrei quasi definirla felicità. E ho bisogno di risentirla.
E poi sono sicuro che lui sia scappato ieri sera solo per paura. Lui voleva rimanere lì. I suoi occhi volevano continuare a guardare me, così come i miei volevano continuare a guardare lui.
Mi ha detto di chiamarsi Mario. Mario Serpa. Mi ha detto che fa il geometra nello studio del padre. Non ci devono essere tanti geometra a Roma che fanno di cognome Serpa. Voglio provare.
Stamattina, dopo la mia consueta corsa all'alba per i campi intorno alla nostra postazione, decido di iniziare a cercare un po' su internet dove ha lo studio il geometra Serpa. E poco dopo, riesco a trovarlo. Sì, deve essere lui. E' sulla Via Tuscolana.
Poi però tra le voci di ricerca mi ritrovo un articolo in cui è citato un certo Mario Serpa. Forse non è il mio, ma istintivamente lo apro.
"Mario Serpa: una farfalla su un filo di seta"
Diceva così il titolo. Mi ero già convinto che non fosse lui, quando vedo la sua foto in basso, sulla sinistra e capisco che è lui. E' bellissimo e ha il sorriso che ho visto ieri. Ha quel sorriso.
Mi appresto a leggere l'articolo e capisco che ha fatto parte di un piccolo gruppo di circensi romani, La Petite, e che faceva l'equilibrista. A quanto sostiene questo critico era davvero bravo. Era rimasto estasiato da lui così tanto da dedicargli un articolo. Ma mi rendo conto che è l'unico articolo presente. Non c'è più niente che sia collegabile a lui.
Cerco notizie sul gruppo e scopro che si è sciolto un paio di anni fa. Era un gruppo che formava i nuovi circensi, una sorta di scuola, e spesso facevano spettacoli per mostrare i loro talenti e raccogliere soldi.
Rimango perplesso per qualche secondo perché non capisco. Il non capire mi ha sempre portato ad una confusione interiore. Il non capire lui so già che mi porterà al manicomio. Perché ha smesso? Cosa è stato più forte? Però capisco perché ieri alla mia domanda su quello spettacolo che avevo visto, lui è scappato via.
Ha dovuto lasciare la sua passione per qualcosa di più importante. Sì, ma cosa?
Decido così di andare da lui, e cercare in qualche modo, di capirne di più. Perché voglio sapere. Ma la mia non è semplice curiosità. La mia è proprio voglia di conoscere. Voglia di conoscerlo.
STAI LEGGENDO
Come farfalle che sorridono
FanficLui, Claudio. Bambino vivace e spensierato, nato in una famiglia di tradizione circense. Quello che sa fare meglio e quello che fa per vivere è ridere e far ridere la gente. Lui è Monkey Clown o meglio MonClown. Ma la sera, la maschera cade e l'uomo...