"L'amore, come una farfalla, va dove gli piace e piace ovunque vada"
Qualche ora prima...
Non voglio più questa vita.
Lo ha detto due giorni fa. Davanti al nostro tramonto. E non riesco a smettere di pensarci da quel momento. Quel momento in cui sono rimasto fermo, immobile, su quel marciapiede. Mi sono fermato come si è fermato il mio cuore esattamente in quel momento.
Ho dovuto lasciarlo andare. Ho dovuto farlo. Non riuscivo a pronunciare nemmeno una parola. E quando è andato via è arrivato. Quel sentimento di rabbia, di delusione. Sì, delusione.
Deluso da lui che non mi ha parlato. Deluso da me che non ho capito.
E così ho preso le mie cose e sono andato da Paolo a dormire o almeno tentare di farlo. Sono sempre due giorni che non faccio altro che piangere, le mie lacrime hanno preso residenza sul cuscino di Paolo.
Paolo, nonostante sia un fratello per Claudio, non mi ha chiesto niente. Mi ha accolto semplicemente anche se si vede che vorrebbe farmi un interrogatorio bello e buono. Ma no, non mi va di parlare con nessuno. L'unico che dovrebbe parlare ora è Claudio. Ma non lo fa. E io non so cosa fare.
Siamo qui a concludere questa tappa francese e Parigi non mi è mai sembrata così triste. Ho deciso di aiutare Dafne coi vestiti, così mi tengo occupato ma soprattutto lontano da lui che è lì a tentare di dare una mano agli uomini che stanno smontando il tendone.
Lo vedo che è spento. Lo vedo che ha indossato di nuovo la sua maschera e fa finta che tutto vada bene.
Ma quegli occhi. Quei cazzo di occhi fanno un rumore pazzesco e urlano paura da tutti i pori.
Ha paura che io lo lasci andare.
Ha paura che io non lo capisca.
Ha paura di perdermi.Come glielo spiego che è la stessa cosa che provo anche io?
Lo guardo. Perché non so fare altro. Perché è tutto ciò che mi serve per respirare.
Lo guardo anche mentre va via. Mentre va di nuovo un po' più lontano da me.
E' Dafne a svegliarmi da quello stato di trance in cui ero caduto:
-Mario oh? Mi senti? Questa giacca di Claudio dove la metto?- mi dice scuotendomi vigorosamente.
-Dafne la delicatezza a te non è di casa eh? Che vuoi? - dico, acido.
-A te invece i neuroni so' andati a farsi un giro sulla Senna, eh? Dai muoviti, prendi questa giacca e deciditi: o me dai na mano o te ne vai dall'amico tuo - mi dice sorridendo.
-Non vado da nessuna parte. Dammi sta giacca! - dico, afferrando con forza la giacca e, sistemandola mi rendo conto che è quella di quella sera. Quella in cui gli dissi che avremmo avuto l'opportunità di andare in Canada e nel taschino, in alto a destra c'è ancora quel fiore. Quella gerbera, ora un po' appassita, che io scambiai per margherita.
Ecco,questo fiore sei tu. E io sono la farfalla che si è posata sopra e che non ha nessuna intenzione di andare via. Anche quando questa meravigliosa margherita appassirà.
La gerbera è appassita ma io sto volando via. Me ne sto andando. Non sto restando. Devo andare da lui. Devo ritrovare il mio fiore. Prendo la gerbera e lascio la giacca a Dafne e corro verso l'uscita della postazione, quando un braccio mi ferma. E' Paolo.
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Come farfalle che sorridono
FanficLui, Claudio. Bambino vivace e spensierato, nato in una famiglia di tradizione circense. Quello che sa fare meglio e quello che fa per vivere è ridere e far ridere la gente. Lui è Monkey Clown o meglio MonClown. Ma la sera, la maschera cade e l'uomo...