"L’amore:
una farfalla che ti si posa un attimo sulla testa e ti rende tanto più ridicolo quanto maggiore è la sua bellezza"
(Giorgio Gaber)Sí, quei colori. Quei colori che ti annunciano che un'altra giornata è finita. Quei colori pieni di passione, così vivi. È quello che vedo da qui.
Sono passati un po' di mesi da quel giorno. Quello in cui ho deciso di affidare la mia vita non solo al circo, ma anche ad una delle persone più belle che la vita abbia voluto regalarmi.
Da quel giorno tutto è cambiato. O forse era già cambiato tutto nel preciso istante in cui l'ho visto. Perché forse non sono tutti matti quelli che dicono che ci si può innamorare di una persona già al primo sguardo. A me è successo. E posso diventare uno di quei matti che va a dirlo in giro.
Ora sono qui alla finestra di casa nostra. Sì, nostra perché ora siamo una famiglia. Una bellissima famiglia.
Non di quelle finte che puoi vedere in televisione perché, diciamocelo, quelle famiglie non esistono. Però siamo felici a modo nostro. Discutiamo, ci prendiamo a parolacce ma poi siamo sempre lì a guardarci negli occhi e ad avere la consapevolezza di voler stare insieme. Perché divisi per più di poche ore, non riusciamo proprio a stare.Guardo il sole che va giù, in questa domenica primaverile, e penso che ci sono riuscito. Che siamo riusciti ad essere felici.
Una volta, in uno spettacolo a Dublino, un po' di anni fa, dopo uno spettacolo mi si avvicinò un signore anziano, baffuto, uno di quei vecchietti che ti ispirano tanta tenerezza e familiarità. Mi si avvicinò e mi disse:
-Ma tu sei felice davvero? -
E lì per lì rimasi spiazzato da quella domanda. Perché mai nessuno me l'aveva chiesto così direttamente. Io sono sempre stato quello che dà felicità agli altri, quello che sorride sempre ma mai mi ero chiesto se io davvero fossi felice. Se Claudio e non MonClown fosse davvero felice. In quel momento però non rispose il vero Claudio, rispose la maschera che ho sempre avuto addosso. E così risposi:
-Sono felice se faccio felici gli altri.
Cosa che in realtà è anche vera. Ma non fino in fondo. Sì, ho sempre fatto felici gli altri.. Ma io? Io, Claudio quando sarei stato davvero felice?
E oggi, dopo anni, potrei rispondere a quel signore cosi:
-Si, sono felice.
Felice come quando passavo le giornate con mia madre che mi raccontava le loro avventure quando ero ancora piccolo.
Felice come quando papà mi faceva ridere con le sue battute e il suo umorismo mai scontato, e che ti faceva ridere di cuore.
Felice come quando tuo marito è accanto a te ogni giorno e ti ama tanto quanto, se non più, tu ami lui.Siamo riusciti, seppur con qualche difficoltà, a realizzare la nostra scuola.
L'abbiamo chiamata: "Les papillons souriants".
Sí, "le farfalle sorridenti" perché, dopo non poche discussioni e qualche minaccia non proprio casta, siamo riusciti a trovare un compromesso e ad unire i nostri due mondi in un'unica frase.
Le farfalle fanno sicuramente riferimento a lui, alla sua arte, alla sua meravigliosa capacità di volteggiare come fosse davvero una farfalla.
E poi sorridenti, sì. Ovviamente fa riferimento a me. Io che del sorriso faccio la mia arma vincente. Perché, credetemi, non c'è niente che può disarmare di più quanto un sorriso.Se, casualmente, doveste provare odio per una persona e quella poi all'improvviso vi sorride.. Beh, cari miei, non avete via d'uscita. Avete perso in partenza.
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Come farfalle che sorridono
FanficLui, Claudio. Bambino vivace e spensierato, nato in una famiglia di tradizione circense. Quello che sa fare meglio e quello che fa per vivere è ridere e far ridere la gente. Lui è Monkey Clown o meglio MonClown. Ma la sera, la maschera cade e l'uomo...