Farfalla 4.1

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"La farfalla completamente sviluppata ha un tipo di vita totalmente differente da quella del bruco: mentre questo si nutre di foglie per crescere, la farfalla passa il tempo a succhiare il nettare e ad accoppiarsi"

Eccolo lì. È in ansia, lo vedo. O meglio, lo sento. È agitato, ma chi non lo sarebbe al suo posto? Tornare a fare la tua vita dopo averla messa da parte per tre anni.

È bellissimo. E Dio, se non avessi uno spettacolo da mandare avanti lo prenderei qui, subito. Mi piace troppo. Ma non è solo un piacere fisico.  Quello c'è, è inevitabile con quel corpo perfetto che si ritrova. E sì, avrei voluto baciarlo e prendere a morsi ieri sera quando si è spogliato davanti a me. E ancora si, vederlo è stato come quando l'ho fatto la prima volta a 18 anni. Nel giro di pochi minuti, il mio amico là sotto si è rizzato come se fosse passato il capitano e avesse gridato:"Attenti!". Solo che a 18 anni dai la colpa agli ormoni, oggi a 25 anni sono sì gli ormoni, ma è lui che mi fa questo effetto. Non è mai successo con nessuno.

E poi quei post-it che mi ha lasciato sullo specchio. Come fai a non amarlo dopo che ti ha scritto su un post-it verde e subito sotto con uno blu:

Tu, bellissimo.

E so cosa vuole dirmi. Lo capisco come forse non sono mai riuscito a capire nessuno.

Tu, che mi hai scombussolato la vita nel giro di pochi giorni.
Tu, che mi hai fatto tornare a vivere.

Bellissimo, tu che dormi beatamente tra le mie braccia.
Bellissimo, quello che stiamo vivendo io e te.

Queste cose le capisco. Perché sono le stesse cose che sento io. Io che avevo chiuso il mio cuore in una teca di ghiaccio dopo la morte dei miei, perché la mia maschera era diventata la mia vita. Perché MonClown non era più solo un personaggio. Era diventato persona.

E poi lui, silenziosamente, si è insinuato tra le crepe della mia maschera e piano piano la sta togliendo via. Ci vorrà del tempo lo so, e so anche che forse tra una settimana io andrò via chissà dove e lui rimarrà qui, con la sua non vita.

Però non voglio pensarci ora. Voglio godermi questa settimana con lui, con la mia famiglia, e poi come tutte le famiglie se ne parlerà, se ne discuterà e si deciderà. Ma stavolta voglio farlo insieme.

Perché se da soli siamo troppo ordinari, insieme diventiamo troppo straordinari.
E io voglio essere lo stra-ordinario per lui così come lui lo è per me.

E tutto questo lo penso mentre lo guardo, qui da dietro le quinte. Tra poco tocca a lui e sarò io a presentarlo. Anche di spalle è bellissimo. Quei capelli, stavolta ordinatissimi, anche se li preferisco spettinati, o forse preferisco più spettinarli io. Quel collo, che luccica un po' per il sudore dettato dall'ansia che lo sta attraversando, e quel laccio blu che lo avvolge..un momento, ma io quel laccio lo conosco.

È quel laccio di quel papillon. Rosita o Dafne. Sicuramente una delle due. Sanno quanto io tenga a quel papillon e soprattutto quale valore abbia.

Quel papillon blu è quello che indossava mio padre la prima sera di ogni spettacolo in un nuovo paese. Era il suo portafortuna. L'ho indossato anche io la prima sera qui a Roma e tutte le prime sere in tutti i paesi che ho visitato.

È fortunato perché è il papillon che indossò mio padre al matrimonio con mia madre. Quando gli chiesi il perché lo ritenesse fortunato, lui mi disse:

-Questa farfalla, visto che papillon in francese vuol dire farfalla, l'ho indossata per la prima volta il giorno del matrimonio con la tua bellissima madre.
È stata la prima volta che mi sono innamorato davvero di una donna.
È stata la prima e unica volta che ho amato più di me stesso una persona.
É stata lei la prima famiglia che ho formato.
E questa farfalla rappresenterà tutte le prime volte davvero importanti nella tua vita, figliolo. Perché ogni  spettacolo in fondo è una prima volta. Perché la vita in realtà è un insieme di tante prime volte.

Come farfalle che sorridonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora