Mariposa 7.3

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"Belle e aggraziate, affascinanti e multiformi, piccole ma raggiungibili, le farfalle ci conducono nella parte soleggiata della vita. E tutti meritiamo un po' di sole".
(Jeffrey Glassberg)






-Claudio diventiamo noi la famiglia di Carlo?

Non riesco ancora a credere che lo abbia detto davvero. Rimango bloccato qualche secondo a guardare verso Carlo, ma in realtà sto guardando il vuoto e sto cercando di metabolizzare quello che mi ha appena detto. 

Prendo un respiro e mi giro lentamente verso Mario che mi sta guardando con i suoi meravigliosi occhi lucidi e quel sorriso che farebbe morire chiunque lo vedesse. 

-Non stai scherzando, vero? - riesco a dire con un filo di voce.

-Claudio, ti pare che scherzi su questa cosa? - mi dice lui tranquillamente.

-E tu..come hai fatto..insomma..- non riesco a parlare, sono troppo emozionato.

-Come ho fatto a capire che volevi questo? Claudio - e mi prende la mano intrecciando le sue dita tra le mie -  Anche se non parli, non lo dici a parole tue, se i tuoi occhi parlassero, sai cosa mi direbbero? Che tu ami quel bambino più di quanto te ne renda conto. E io amo te e credimi, non ti ho mai visto così felice come con lui oggi. Quindi si, sono serio, anzi serissimo quando ti dico che voglio una famiglia con te e con lui. Noi abbiamo tanto amore da dare e lui ne ha tanto da ricevere - conclude, stringendomi ancora di più la mano.

Sono senza parole. Non capisco più se sto sognando o sto vivendo davvero tutto questo, così dico: 

-Tu non puoi capire quanto mi fai felice ogni giorno, Mario. Con te sono diventato un'altra persona.

-No, Claudio - mi dice lui, facendosi leggermente serio - Io non ho cambiato nessuno. Ho solo permesso che Claudio venisse fuori e MonClown rimanesse solo nel tendone. 

Non rispondo. Semplicemente lo bacio. 

E' il bacio di Claudio per Mario e di Mario per Claudio.

Sì, perché se è vero che lui ha fatto cadere la mia maschera, io ho permesso che lui venisse fuori per quello che è: una persona buona, generosa, a volte rompiscatole e rancorosa sì, ma tremendamente dolce e sensibile.

-La volete finire di stare sempre appiccicati e venite qui per favore?

E' sempre Carlo a parlare e ad interromperci e lo fa senza fastidio, con tutta l'innocenza di un bambino di 5 anni.

Così obbediamo e ci mettiamo ai suoi lati con le gambe incrociate, così come si è messo lui, in una parte del campo dove non ci sono girasoli, anche se intorno a noi ce ne sono tantissimi. Una sorta di isola in quel mare di giallo.

-Non sono i fiori più belli del mondo i girasoli? - dice con un bellissimo sorriso e continuando a guardare intorno.

-Sì, sono bellissimi - dico, guardandolo attentamente.

-Erano i fiori preferiti della mia mamma - dice, incupendosi improvvisamente e abbassando la testa.

-Ehi, piccolino. La mamma è qui, in questi girasoli. In ognuno di essi c'è qualcosa di lei. E tu, stando qui la stai abbracciando - dice Mario con una dolcezza impressionante.

-Lo so, lei è con me sempre ma mi manca, ogni giorno. Carmen mi ha spiegato che lei e papà mi hanno salvato la vita, ma perché loro non hanno salvato la loro? - chiede, innocentemente Carlo a Mario. 

E lo vedo in difficoltà Mario. Lo sarei anche io con una domanda del genere. E vorrei poter parlare, ma non so cosa sia successo e ho paura di sbagliare. Così guardo Mario con gli occhi lucidi e lui sembra capire la mia difficoltà così dice:

Come farfalle che sorridonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora