Capitolo 4.

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» Capitolo 4

Quando avvertì la stretta delle braccia di Sebastian contro il suo corpo, Sam non riuscì a non irrigidirsi. Avvertiva il respiro caldo di lui contro la sua nuca, solleticandole così la pelle.

Prese un lungo respiro, non sapeva cosa dire, cosa inventarsi, infondo era stata mossa solo dalla curiosità. Voleva solo capire dove fosse.

- Stavo cercando la mia stanza. - Mentì.

- Hai sbagliato di un piano. - Disse lui a voce bassa.

- In questo posto è tutto uguale. - farfugliò lei, tentando di tenere la voce ferma e più sincera possibile.

Lui allentò la stretta delle braccia, lasciandole così una libertà maggiore, senza però liberarla. La voltò verso di se, in modo che i loro visi si ritrovassero uno di fronte l'altro.

- Sai cosa m’infastidisce davvero tanto?- Le disse in un sussurro, puntando i suoi occhi scuri su quelli di lei. -Che mi si menta. - Disse a denti stretti aumentando la stretta delle braccia intorno al suo corpo.

Sam schiuse le labbra, per poi indurire i lineamenti del viso.  Non voleva mostrarsi spaventata, non era più una ragazzina che necessitava protezione, poteva cavarsela, doveva smettere di avere paura. Anche se la paura che lui le trasmetteva si univa a qualcos'altro, c'era qualcosa che le faceva battere il cuore così forte oltre al terrore. Una scossa che partiva dalle sue dita sulla sua pelle e le attraversava le vene, arrivando a ogni zona del suo corpo.

- Vuoi farmi fuori solo perché sono una persona curiosa?- Disse a denti stretti, tentando di reggere il suo sguardo. - Sai, non capita tutti i giorni di finire in un posto come questo con uno strano tipo che prima ti rapisce e poi pretende che tu abbia fiducia in lui. - fece una pausa respirando profondamente. - Scusami se sono diffidente e non cado ai tuoi piedi. -

L'angolo delle labbra di Sebastian si sollevò in un sorrisetto. Era divertito da quella situazione?

-Allora forse ci avevo visto giusto su di te, forse forse sei un tipetto interessante. -

- Non vedo come questo possa essere importante ora come ora. - sbuffò Sam, tentando in qualche modo di liberarsi dalla stretta salda che Sebastian aveva esercitato lungo le sue braccia.

- Beh, siccome dovremmo passare del tempo insieme, tanto vale renderlo piacevole?- Il sorriso che aveva sulle labbra coinvolgeva per la prima volta anche gli occhi.

Sam tirò indietro la testa, spaventata.

- Perché mi guardi come se fossi un molestatore?-

- Perché sembri un molestatore. -

- Fidati, non ho bisogno di molestare nessuna. - Disse questo e sciolse la presa delle braccia intorno al suo corpo, liberandola. - Spero che il prossimo incontro nella mia stanza possa essere più piacevole. - terminò Sebastian, con ancora il sorriso sulle labbra. Sam avrebbe voluto farlo sparire con un pugno.

- Beh, per ora me ne starò alla larga, ha l'aspetto di un covo di malattie infettive. - Disse lei con un cenno della testa indicando l'evidente disordine e cibo sparso ovunque.

- Si dice che dal disordine delle stanze da letto, si può capire la personalità di una persona. - Concluse Sebastian accompagnandola all'uscita della camera. - Tira giù le tue conclusioni, allora. - Disse infine chiudendo la porta e lasciandola sola nel corridoio.

§

Sam fissò per alcuni istanti la porta di legno, le parole di Sebastian le volteggiavano nella mente. Scrollò le spalle lasciando andare via quei pensieri e si voltò, in modo da tornare indietro, verso la scala. Durante il percorso notò due finestre. Attraversò velocemente la distanza e si affacciò a esse, osservando così il paesaggio che si estendeva intorno alla casa. Le sembrava di essere ritornata nella periferia di Londra, dove aveva vissuto la sua infanzia. In quel posto non c'era nessuna casa nelle vicinanze. Il terreno era ricoperto di neve, non in maniera eccessiva, e la casa era circondata da uno steccato di legno. L'orizzonte era velato da alcune montagne che quasi si fondevano con il cielo, mentre erano più visibili delle colline. Sembrava del tutto incontaminato, non c'era traccia del passaggio dell'uomo. Sollevò lo sguardo verso l'alto, dal cielo grigio sembrava che di lì a poco avesse piovuto, ma data la neve che caratterizzava il tutto, forse sarebbe scesa per una nuova imbiancata. Un sorriso si formò sulle sue labbra a quel pensiero, la neve le era sempre piaciuta. Quando nevicava, sembrava che tutto il mondo tacesse, l'aria era immobile e anche il paesaggio che ti ritrovavi davanti tutti i giorni, diventava magico.

Shadowhunters - City of Ice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora