Capitolo 11.

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» Capitolo 11

Un grido strappò Sam dai suoi sogni, facendola sedere di scatto. Aveva sentito qualcuno urlare, non se lo era immaginato, eppure pensava di poter essere al sicuro in un posto circondato solo ed esclusivamente da licantropi. Quando sollevò lo sguardo per vedere se Matt si era mosso dalla posizione, trovò il ragazzo già attivo e intento a mettere borracce d’acqua, lampade a gas e vari oggetti che Sam non riusciva a decifrare, in una grossa borsa verde, tipica del campeggio.

-Che sta succedendo là fuori?- Chiese la ragazza strisciando così fuori dal sacco a pelo.

-Dobbiamo andarcene di qui. - Tagliò corto Matt e sollevò lo sguardo verso Sam, guardandola in un modo così preoccupato che lei non poté replicare.

Poiché aveva dormito con i vestiti addosso, Sam prese la sua borsa e se la caricò in spalla, mentre con una mano cercava il manico del pugnale, voleva sentirsi pronta nel caso si sarebbe dovuta difendere.

Ma non fu così. Non appena Matt tirò verso il basso la cerniera della tenda Sam costatò che era tutto deserto e silenzioso.

-Matt…- si voltò appena verso il ragazzo.

-Sh!- la zittì lui, chinandosi appena. – Ora devi seguirmi. Dovrai correre con tutta la forza che hai in corpo. - sussurrò sollevando un dito e indicando con la punta di esso una zona della foresta adiacente alla loro tenda. –Vai da quella parte, io sarò dietro di te.-.

-Ma Matt…-

-Ti spiegherò dopo, ora corri!-

Sam lo osservò per alcuni istanti, tentennante, non capiva bene il motivo di quella fretta e di quel timore, ma decise di fidarsi e con uno scattò balzò in piedi correndo così nella direzione indicata precedentemente dal ragazzo.

Non appena entrò nel bosco la fievole luce dell’alba fu sostituita dal buio creato dalla fitta rete di rami degli alberi che si elevavano e incrociavano sopra alla sua testa. Rischiò di inciampare più volte mentre correva alla cieca, tentando in tutti modi di non cadere o sbattere contro una corteccia. Ultimamente ogni cosa che la vedeva coinvolta si svolgeva alla velocità della luce, non aveva neppure il tempo di pensare prima di mettersi in movimento. Si trovava a correre in una foresta del tutto ignota senza nemmeno sapere il perché e cosa più grave non percepiva la presenza di Matt alle sue spalle. Continuava a correre nonostante un punto nel fianco iniziasse a farle male e i polmoni le bruciavano, ma doveva correre e uscire da quella fitta rete creata dagli alberi. Chiuse gli occhi e continuò il suo percorso, si fidava di lui, anche se sotto un altro aspetto, era comunque il suo unico amico di sempre e ora lui aveva bisogno che lei riponesse fiducia nella sua persona. Infondo era finito in quella situazione per darle una mano, ultimamente si gettava sempre in qualcosa di folle e pericoloso.

Quando i raggi del sole tornarono a scaldare la sua pelle, Sam riaprì gli occhi ritrovandosi in una prateria. Era uscita dalla foresta e stava risalendo lungo una collina.

Man mano rallentò il passo, fino a fermarsi del tutto, piegandosi su se stessa per riprendere fiato, sentiva le ginocchia molli e il sudore scorrerle sulle tempie. Dove si trovava? Sollevò di poco gli occhi e non appena il suo sguardo riconobbe alcuni profili di case, un sorriso le si formò sulle labbra, era quell’Alicante?

La città emergeva all’interno di una valle poco profonda, un fiume l’attraversava tagliandola così in due differenti zone. Un viluppo di edifici color miele dai tetti rossi e un groviglio di ripide stradine scure e serpeggianti risalivano il fianco di una scoscesa collina, in cima alla quale si ergeva un edificio scuro, svettante, con diversi colonnati e una torre luccicante a ogni cardinale.

Sparse tra le altre costruzioni c’erano altre torri uguali, alte e sottili, che sembravano fatte di vetro, o di quarzo, ciascuna vibrante di luce. Era una vista meravigliosa.

Shadowhunters - City of Ice. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora